Matt Berkey: “Cosa ho imparato durante i periodi di downswing della mia carriera”

Matt Berkey è uno dei regular più attivi sulla scena high stakes di Las Vegas. Il professionista americano è una presenza fissa soprattutto nel Big Game di No-Limit Hold’em dell’Aria Casino, dove sfida ricchi businessman e fortissimi colleghi in partite con milioni di dollari sul tavolo. Un giocatore dal sangue freddo che nel corso del tempo è stato costretto ad evolversi nella migliore versione di se stesso per poter continuare a competere ad altissimi livelli. Specialmente perché, nel contesto in cui gioca, i downswing possono essere devastanti.

Lo sa bene Berkey, che a Las Vegas è noto anche per un periodo di downswing irreale durato ben 13 mesi. Per più di un anno Matt ha perso ai tavoli senza sosta, eppure è riuscito a resistere finché la varianza non gli ha restituito ciò che gli aveva tolto. Secondo il giocatore 36enne è proprio nei periodi più bui della sua carriera che ha imparato le lezioni più preziose per poter crescere come uomo e come poker player. Lo ha spiegato in un interessante video sul suo canale YouTube.

Matt Berkey e un downswing lungo 15 sessioni

“Recentemente sono incappato in un altro lungo downswing”, ha detto Berkey. “Non dal punto di vista temporale ma dal punto di vista delle sessioni. Ho giocato 15 sessioni consecutive chiudendo sempre in perdita. È un’anomalia, ma può succedere”.

Considerando che è un regular del $500-$1.000 dell’Ivey’s Room, è naturale che perdere per 15 sessioni consecutive significhi perdere molti soldi. Eppure Berkey è molto sereno, in parte perché da anni vende parte della sua action con un markup proprio per non farsi male quando le carte non girano (è fondamentale avere sempre la massima disciplina e un totale auto-controllo quando si gioca a poker), in parte perché ha capito che i downswing fanno parte della vita del poker pro.

Matt Berkey

“È molto difficile quantificare l’effetto della varianza sui risultati quando giochi live perché il sample size è sempre molto basso. Mentalmente, però, è molto facile capire quando stai cedendo psicologicamente e inizi a giocare male“, ha dichiarato. “Non è la prima volta che ho un downswing del genere, soprattutto perché il mio stile di gioco porta a grandi swing. Questi swing mi capitano molto più frequentemente rispetto alla media degli altri giocatori.”

Poi ha spiegato che il motivo per cui è così difficile uscire da un downswing è da ritrovare nella stessa natura dell’uomo.

“Ho imparato a comprendere perché succedono e soprattutto ad accettarli, ma soprattutto ho imparato una grande lezione a livello umano: siamo creature portate all’auto-sabotaggio. Quando le cose vanno molto male, per qualche motivo siamo portati a metterci nella situazione di peggiorare ulteriormente le cose. E non è solo una questione di poker, ma di vita: cerchiamo di toccare il fondo perché crediamo che solo da lì possiamo risalire e allora vogliamo toccarlo il più in fretta possibile”.

Per lo stesso motivo, molti giocatori sembrano imbattibili quando runnano bene: “”La stessa cosa succede quando vinci: tutti sanno che giochi molto meglio quando vinci. Non è una coincidenza”.

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Imparare a controllare ciò che si può controllare

Secondo Berkey è importante provare a crescere quando si affronta un downswing. Il modo migliore per diventare più forti è accettare che alcuni aspetti della vita e del gioco non si possono controllare.

“Cosa ho imparato durante i downswing che ho vissuto in questi 15 anni? Beh la prima cosa che ho imparato è a non andare broke. Purtroppo è successo in passato, ma ho imparato la lezione. Poi ho imparato a distinguere ciò su cui ho controllo e ciò su cui non posso fare nulla“.

Matt Berkey

“Tutti i giocatori di poker tornano sulle mani che hanno giocato tentando di capire se c’era un modo per evitare di perdere quel big pot o estrarre più valore da una mano molto forte Ciò che ho capito è che alcuni risultati sono frutto della varianza e non c’era alcun modo di ottenere un esito migliore. Certo, con un all-in 10x sul turn avresti evitato che il tuo avversario centrasse il gutshot al river, ma non sarebbe stata una mossa sensata e vincente sul lungo periodo. Se il tuo avversario ti scoppia, devi accettarlo. Non c’era nulla da fare“.

Ecco perché Matt Berkey spiega che il modo migliore di affrontare un downswing è concentrandosi solo su ciò che si può controllare. Non solo al tavolo ma anche nella vita di tutti i giorni.

“Ho capito che il modo migliore di affrontare un downswing è concentrandomi su ciò che posso controllare. La mia forma fisica, ad esempio, oppure la mia nutrizione. Concentrarmi su questi aspetti dove non esiste varianza mi permette di migliorare la mia disciplina e imparare ad essere sempre in controllo della mia vita. Il poker non è una scienza esatta, puoi soltanto sederti al tavolo e fare del tuo meglio”.

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