Dominik Nitsche: “La GTO funziona a qualsiasi livello, ecco alcuni esempi”

Recentemente la discussione sul dualismo tra GTO e strategia exploitative ha preso una piega ben precisa. Charlie Carrel, grande sostenitore del secondo approccio, ha sostenuto con grande forza che la GTO sia valida solo ad altissimi livelli mentre ai micro e mid stakes risulterebbe non solo inferiore alla strategia exploitative ma persino dannosa per il giocatore che la adotta.

Chi non la pensa in questo modo è Dominik Nitsche. Il tedesco è uno dei più noti esponenti della GTO e in un recente podcast con i colleghi di CardPlayer.com ha spiegato che in realtà ci sono alcuni concetti teorici che si applicano a qualsiasi livello. Perché la GTO non riguarda gli avversari, ma la propria condotta di gioco. E in alcuni casi la matematica è una sentenza…D

Dominik Nitsche e la formazione ricevuta da Dan Harrington

Nitsche è arrivato a questo discorso partendo da lontano.

“Non pensavo di diventare un pro quando ho iniziato, era solo un gioco”, ha detto il tedesco parlando degli inizi della sua carriera. “Volevo diventare un buon giocatore e iniziai a leggere i libri di strategia. Mi appassionai molto leggendo “Harrington on Hold’em“, che all’epoca era forse il miglior libro in circolazione sul poker“.

Si trattava in realtà di tre volumi scritti dal leggendario Dan Harrington, uno dei primi poker pro a considerare il gioco da una prospettiva puramente matematica.

Presi i concetti di Harrington e li applicai al poker online“, spiega Nitsche. “Credo che siano concetti validi ancora oggi, anche se ci sono risorse gratuite in giro decisamente migliori. Leggendo i tre volumi di Harrington puoi certamente battere i micro stakes online e la maggior parte dei tornei live sotto i $200″.

Dominik Nitsche (courtesy Poker Central)

Dominik Nitsche: perché la GTO si applica a qualsiasi livello

Fin dall’inizio, quindi, Dominik Nitsche ha approcciato il gioco del poker da un punto di vista matematico. E proprio perché ha scalato tutto i livelli con questa impostazione molto analitica, assicura che la GTO sia valida a qualsiasi livello. Al contrario di quanto sostiene Charlie Carrel.

“Ci sono concetti legati alla GTO che sono validi per qualsiasi buy-in e ovviamente anche contro qualsiasi avversario“, spiega il fenomeno tedesco. “Ad esempio se sei da UTG non ha alcuna importanza chi ci sia sul big blind: potrebbe essere Phil Ivey o una calling station, ma qui è tutta una questione matematica, è tutta una questione di range”.

Nitsche spiega meglio questo concetto:

“Tu hai il tuo range di open da UTG e il big blind ha il suo range di call. Su un flop come A-K-7 il tuo range è sempre avanti, che tu sia contro Phil Ivey o contro un giocatore occasionale. Quando apri da UTG non aggiusti mai la tua strategia in base al big blind, perché hai sette giocatori che devono agire dopo di te”.

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“Dal big blind devi difendere un certo tot di mani, altrimenti perdi soldi”

Questo modo di ragionare è l’esatto opposto di quello che  promuove Carrel, secondo il quale ogni giocata vada studiata in base all’avversario. Nitsche fa un altro esempio:

“Un altro concetto è proprio quello della difesa del big blind. Ci sono mani con cui devi difendere per una pura questione matematica, altrimenti perdi soldi sul long term. Non importa chi abbia rilanciato, se sia forte o no, lag o tag. Non c’è nulla da aggiustare: è pura matematica, con alcune mani devi chiamare sempre. Sono concetti che si applicano ai tornei da $30 così come ai tornei da $100.000″.

Un esempio pratico di condotta GTO

C’è una domanda che molti si fanno riguardo alla GTO: se tutto è definito dalla matematica, dove si trova l’edge? Nitsche spiega che la mente umana non può replicare i calcoli che effettua un solver, pertanto è sempre una questione di abilità: c’è chi riesce a capirla e applicarla meglio di altri e quindi vince di più. Per lo stesso motivo, il tedesco ammette che in certi spot tra top player che giocano secondo GTO l’edge sostanzialmente non esista. Come questa:

Giocatore A apre dal bottone
Giocatore B difende dal big blind

Flop: A-K-7 rainbow

Giocatore A fa check
Giocatore B c-betta

In casi come questo non c’è spazio per grandi ragionamenti“, dice Nitsche. “È tutta una questione di range e di matematica. Tra top player sappiamo già con quale frequenza chiamare la c-bet e con quale frequenza il nostro avversario c-betta. E di fronte alla c-bet non puoi foldare sempre, devi essere bilanciato. A volte devi chiamare anche con mani apparentemente deboli solo per questo motivo, per essere bilanciato. Fondamentalmente, questa è la GTO“.

L’edge tra GTO-player

Dunque, l’edge negli high roller live dove sta? Nelle situazioni particolari. Nitsche lo dice chiaramente:

“Se giochi GTO contro avversari che giocano GTO, tutto è determinato dai board meno comuni. Perché nei tornei high roller i range sono così studiati e definiti, che su un board come A-K-7 chi apre al 12% sarà sempre avanti (su una prospettiva di lungo periodo, ndr) rispetto a chi ha difeso al 40%. C’è poco da fare. Quando invece ci sono board come 6-4-3 con due carte dello stesso seme, tutto ciò non è valido: devi iniziare a giocare anche sull’avversario ed è in questi spot che si determina l’edge, in contesti dove l’edge è molto risicato”.

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