Questa mano di Charlie Carrel mostra come si applica pressione sugli avversari con un big stack

Come abbiamo detto più e più volte, al giorno d’oggi internet offre a chiunque la possibilità di diventare un ottimo giocatore di poker. Basta collegarsi su Twitch o spulciare tra i video di YouTube per trovare informazioni preziose e contenuti di strategia di altissima qualità, spesso prodotti dagli stessi professionisti un tempo considerati inarrivabili.

Tra i tanti esempi in questo senso, uno dei più eclatanti è quello di Charlie Carrel. Il giovane pro sta trasmettendo le sue sessioni in diretta su Twitch, sia nell’ambito della Bankroll Challenge sia per quanto riguarda gli MTT Online high stakes a cui è solito partecipare.

Dopo aver riportato i consigli di Carrel per emergere dal cash game micro stakes, oggi riportiamo una interessante analisi sulla strategia per i tornei ripresa a sua volta da Carlos Welch di Pokernews.com. Nello specifico, Carrel ha mostrato come sfruttare nel migliore dei modi un big stack in una fase ben precisa del torneo: il final table.

Charlie Carrel

Charlie Carrel spiega come sfruttare un big stack in late stage

Siamo al final table del Sunday 500 da $75.000 garantiti e Charlie è il chipleader a 4 left con uno stack di 73 big blind. Due dei suoi tre avversari hanno stack di circa 40 big blind, mentre il più short ha solo 8 big blind.

Il payout era il seguente:

  1. $9.787
  2. $6.159
  3. $4.660
  4. $3.525

In questa situazione un big stack può davvero dominare se sa quello che fa. Il motivo è semplice: nessuno dei due giocatori con 40 big blind è disposto a rischiare più di tanto contro il chipleader sapendo che c’è un giocatore estremamente short e un salto di oltre $1.000 tra la quarta e la terza posizione.

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Il bluff di Charlie Carrel

La mano inizia con il fold dei primi due giocatori. Charlie si ritrova sullo small blind con **qa* **q5* e rilancia 3x. Sul big blind c’è uno dei giocatori 40x, che chiama.

Il flop è **f0* **q9* **f8* e Carrel spiega che questo flop è perfetto per impostare un bluff su tre streets: il giocatore sul big blind non è propenso a fare follie in questa fase del torneo, pertanto di fronte alla c-bet rilancerà con doppia coppia o un punto superiore mentre si limiterà a chiamare con una coppia o un progetto. Folderà tutto il resto.

Dopo aver definito i range, è il momento di scegliere la size della c-bet. Charlie non ha dubbi: considerando di venire rilanciato solo da mani molto forti e venire chiamato da mani medie (che potrebbe poi far foldare continuando a spingere su molti turn e river), basta una puntata piccola. Punta infatti il 33% del piatto e il suo avversario chiama.

Charlie Carrel (photo courtesy Tomas Stacha/Pokerstars)

Perché aumentare la size da flop a turn

Il turn è un **p3* che rappresenta una blank, una carta che non sposta gli equilibri. Qui il pro inglese non può puntare poco come ha fatto in precedenza, perché il range del suo avversario è composto in gran parte dai draw e quel 3 di picche non chiude nulla. Così alza nettamente la size: stavolta c-betta per il 78% del piatto. C’è il call.

Il river è un **qk* che non chiude progetti di colore e nemmeno di scala: se l’avversario aveva Q-J, aveva già scala sul flop. Per Carrel questa composizione del board è perfetta per mettere a segno un bluff, sempre tenendo in considerazione la questione dell’ICM: il suo avversario è davvero disposto a fare l’eroe chiamando una forte puntata al river con una misera coppia sapendo che al tavolo c’è un giocatore con soli 8 big blind?

Carrel prende in considerazione l’idea di pushare in overbet, ma alla fine opta nuovamente per una puntata pari al 78% del pot. Il suo avversario ha uno stack rimanente di 31 big blind e chiamando rimarrebbe con meno di 20 big blind. Charlie dice che questo bluff funziona il 90% delle volte ed effettivamente il suo avversario folda.

Charlie Carrel è poi riuscito a vincere il Daily 500 per $9.787. Anche grazie a mani ragionate come questa.

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