Satoshi Nakamoto, il misterioso creatore di Bitcoin, voleva creare una poker room sulla blockchain?

Nessuno sa chi ha inventato Bitcoin. Non si è a conoscenza dell’identità della persona (o più probabilmente gruppo di persone) che hanno dato vita alla rivoluzionaria tecnologia della blockchain e alla più nota moneta virtuale al mondo.

Per quanto riguarda la nascita di Bitcoin, abbiamo solo due certezze: la prima è che il fondatore (o il gruppo di fondatori) si celasse dietro allo pseudonimo Satoshi Nakamoto; la seconda è che tutta la filosofia e il funzionamento di Bitcoin sono stati descritti in maniera molto dettagliata nel cosiddetto White Paper, il documento che il 31 ottobre del 2008, all’indomani dello scoppio della tremenda crisi finanziaria globale, ufficializzò la nascita di questa nuova tecnologia.

Il mistero su Satoshi Nakamoto si è infittito ulteriormente quando il creatore di Bitcoin è sparito completamente. Fino a un certo punto, infatti, era molto attivo sui forum online e dialogava con chiunque fosse interessato alla sua creatura. Poi, improvvisamente, è sparito nel nulla e non è più tornato.

C’è chi pensa che sia una scelta dettata dalla volontà di proteggere la sua creatura: Satoshi Nakamoto detiene 1.148.800 bitcoin (6 MILIARDI di dollari) che non sono mai stati mossi dai wallet e che secondo alcune teorie rappresenterebbero una sorta di garanzia della sopravvivenza della moneta stessa (in quanto ci sarebbe sempre questo “fondo” a evitare che possa sparire completamente). Ma c’è anche chi pensa che Nakamoto sia morto, che sia il signore nella foto qui sopra (nonostante abbia sempre smentito, sostenendo di non sapere nemmeno cosa sia Bitcoin) oppure che stia aspettando il momento opportuno per tornare a comunicare pubblicamente.

Di certo c’è che Satoshi Nakamoto aveva in mente diverse applicazioni della sua tecnologia e una di questa era probabilmente una poker room online.

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Una poker room nel codice originario di Bitcoin?

Nel codice originale di Bitcoin si trovano dei chiari riferimenti a una poker room. Lo rivela il sito Breakermag.com, che scrive: “Nel file creato il 16 aprile del 2008 ci sono stringhe di codice che sembrano servire a costruire una poker room virtuale sulla blockchain“.

Satoshi Nakamoto era quindi un giocatore di poker? Nel 2008 l’online era in pieno boom, quindi non sarebbe una sorpresa…

“Qualunque cosa stesse costruendo Satoshi, non l’ha finita“, prosegue il sito. “Si tratta dei resti di un progetto che non c’entra nulla con il poker? Oppure è possibile che Satoshi volesse costruire una poker room decentralizzata per dimostrare l’innovazione di Bitcoin?”

Sono domande a cui non avremo mai risposta, ma una cosa è certa: fin dall’inizio, il poker online è stato uno dei settori più attivi per quanto riguarda l’utilizzo delle cryptovalute. Oggi ci sono numerose poker room che offrono gioco in bitcoin o (più recentemente) in ETH, la moneta di Ethereum.

Il pezzo di codice dove si legge chiaramente “PokerLobby” e “Open New Table”

Perché poker online e blockchain vanno a braccetto

Il motivo di questa affinità è presto detto: la blockchain si pone l’obiettivo di eliminare intermediari e rendere trasparente il funzionamento di un sistema. Un’applicazione nel poker online significherebbe eliminare i soggetti terzi che si occupano di processare i trasferimenti di denaro (PayPal, istituti bancari etc) e annullare il rischio che il software di gioco non sia regolare, perché sarebbe pubblico e visibile a chiunque.

Era questa la visione di Satoshi Nakamoto? Una poker room decentralizzata? È molto probabile che il fondatore di bitcoin pensasse a un’applicazione del genere… e chissà che un giorno non la vedremo davvero.

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