Il signore norvegese del poker non c’è più: Thor Hansen ci lascia a 71 anni

Il mondo del poker perde uno dei suoi giganti. Lo scorso mercoledì, dopo sei lunghi anni di battaglia contro un cancro, ci ha lasciato Thor Hansen, icona e leggenda del poker mondiale che per umanità, gentilezza e signorilità era unanimemente considerato uno dei migliori di sempre.

thor-hansen-december.jpgThor Hansen (23/06/1974 - 05/12/2018)

La comunità pokeristica internazionale ha subito tributato un caloroso saluto a quello che era conosciuto come Il Padrino del poker norvegese.

Il canadese Sorel Mizzi lo ha definito “una persona spensierata e gentile” mentre l’americano Mike Sexton ha raccontato come sia stato “uno dei giocatori più rispettati e amati della storia. Il suo comportamento al tavolo è stato impeccabile: non ha mai rimproverato i dealer, non ha mai criticato gli altri giocatori e non si è mai lamentato per le bad beat. Tutti lo hanno amato“.

Anche lo statunitense Robert Mizrachi ha voluto commentare pubblicamente la scomparsa: “Thor Hansen era uno degli uomini che preferivo nel poker. Sempre sorridente e sempre gentile con tutti”. Analogo il pensiero dell’inglese Barny Boatman: “Era una persona rara, un tesoro internazionale. Lasciamo che i suoi familiari e amici sappiano quanto sentiamo tutti la perdita di questo adorabile uomo”.

Hansen, 71 anni, non era stimato soltanto sotto il profilo umano. Lo attesta anche il tweet che gli ha dedicato il campionissimo Phil Helmuth: “Una grande persona e un grande giocatore“.

Già, perché Thor Hansen è stato il primo europeo ad andare a sfidare i pokeristi Made in Usa a casa loro, a Las Vegas, trasformando la sua vita in una strepitosa avventura.

Nato nel 1947 a Oslo, inizia la sua carriera ai tavoli dell’ippodromo della capitale norvegese, che aveva cominciato a frequentare per scommettere sulle corse dei cavalli. Ma era con le carte da gioco che aveva l’appuntamento della vita. “Con il poker è stato un incontro naturale”, ha dichiarato in un’intervista. “È venuto da me. Non ho mai pensato a quello che sarei potuto diventare”.

thor-hansen-ept11-barcelona-day2.jpgAll'EPT di Barcellona nel 2014

Così, dopo i primi successi in patria, vola nella “Città delle luci” per giocarsela con i migliori. Per capirci, gente come Stu Ungar, Doyle Brunson e Chip Reese.

Durante la sua fantastica carriera ha incassato circa tre milioni di dollari in tornei live. Tra gli altri, ha disputato anche tantissimi European Poker Tour. Ma è poco prima della fine del millennio che riesce a vincere il suo primo braccialetto WSOP.

Siamo alle World Series of Poker del 1998, e Thor Hansen si aggiudica il $7.000 Seven Card Stud. E appena quattro anni dopo vince il Deuce NL Seven Draw Lowball, risultato che gli vale il secondo leggendario trofeo.

Probabilmente, però, il suo migliore risultato di sempre fu un secondo posto ottenuto in quello che è considerato il torneo dei tornei, il $50.000 HORSE World Championship Player, vinto in quell’occasione dal libanese Freddy Deeb.

Una delle ultime interviste di Thor Hansen, 
in questa occasione con Sarah Grant per PokerStarsblog.com

Thor Hansen era innamorato del poker. Tanto da scriverci un libro, Uncensored, pubblicato appena prima che gli venisse diagnosticata la malattia. Talmente tanto innamorato da giocare fino a poco prima del decesso: appena un mese fa era alle prese con quello che sarebbe diventato il suo ultimo torneo, il WPT Seminole Rock N Roll Poker Open.

Ora non c’è più. Ma per lui sembra ci sia un nuovo traguardo in vista, la Poker Hall of Fame. Thor era già stato candidato l’anno scorso, il 2017, ma non ce l’aveva fatta. Forse, ora, il momento di entrare ufficialmente nell’olimpo del poker è finalmente arrivato anche per lui.

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