Dal Far East con furore. La storia di Phua, Tan, Lim e Meng, i quattro ribelli di Singapore!

Il poker non è il benvenuto ovunque nel mondo, persino nei paesi più avanzati e ricchi.

E’ il caso di Singapore. Chiunque conosca la città-stato situata sull’estrema punta meridionale della penisola malese, sa che si tratta di un paese con regole piuttosto rigide.

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A soffrirne è anche il poker che, insieme ad altri giochi di abilità e fortuna, è fortemente stigmatizzato. Le principali piattaforme online, come PokerStars, sono state bannate. Esistono due casinò, ma i residenti sono scoraggiati a giocare attraverso l’imposizione di fee aggiuntive.

Non vengono organizzati grandi eventi di poker live e i non pochi appassionati sono costretti a recarsi all’estero (Macao, Filippine, Corea principalmente) per partecipare a competizioni di un certo livello o per giocare a cash game.

Questa è la storia che accomuna i quattro giocatori di Singapore, presenti in questi giorni alle Bahamas per il PokerStars Players NL Hold’em Championship (PSPC). Tutti loro si sono qualificati vincendo un Platinum Pass in quel di Manila.

Tzai Wei Phua, 23 anni, il più giovane del gruppo. Ha ricevuto il ticket da 30.000 dollari vincendo l’APPT Megastack di Manila, nonostante giochi da poco più di quattro anni. Ha iniziato giocando cash game online, almeno fino a quando (nel 2015) il governo ha imposto il ban all’online. E’ stato condannato al pagamento di una multa e a un periodo di libertà vigilata per aver organizzato un piccolo torneo a casa sua. La sua passione per il poker è evidente. Gli abbiamo chiesto come faccia a tenersi in allenamento quando è a Singapore. “Studio i video dei grandi eventi live” ci ha risposto.

IMG_5118.JPGTzai Wei Phua

Poi c’è Wah Meng Tan, vincitore del Manila Super Series Main Event che gli ha consegnato anche l’accesso al PSPC. Gioca da più tempo rispetto a Phua, 7 anni, ed esclusivamente live. Anche per lui la speranza è riuscire a fare del poker una professione.

Il più esperto del gruppo è però Wilson Lim. Gioca da oltre 10 anni, anche se solo negli ultimi due ha preso il poker in maniera più seria, riuscendo a farne la sua fonte di reddito principale. “Sono un cash gamer” dice con un certo orgoglio, anche se la sua presenza alle Bahamas è legata alla vittoria nel Main Event dell’APPT di Manila.

L’ultimo dei “quattro moschettieri” che vengono dal Far East, è Ignatius Meng. E’ il più anziano, 44 anni, e anche il più misterioso, soprattutto perché parla poco l’inglese e questo rende la comunicazione più difficile. Quella che sappiamo è che si definisce un giocatore “puramente amatoriale”, arrivato ai Caraibi attraverso la vittoria nel Manila Megastack Main Event.

IMG_5119.JPGIgnatius Meng

Insieme a Wei Phua, è riuscito a superare la prima selezione del PSPC e oggi lo ritroviamo tra i 745 giocatori ancora in gara.

“E’ un sogno che si avvera” ci ha confessato proprio Wei Phua, il più desideroso di mettersi in mostra. E’ naturale che tutti loro siano qui per la possibilità di vincere un premio che cambia la vita. Eppure siamo convinti che la loro presenza al PSPC significhi qualcosa di altrettanto importante.

Perché legalizzazione, controllo e prevenzione sono una cosa. Demonizzare e proibire sono invece le risposte di una politica incapace di trovare le giuste soluzioni.

A buon intenditore, poche parole.

Gioca anche tu sulla poker room più grande d’Italia!

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