Imparare il 6+ Hold’em: la selezione delle mani nella fase preflop

Lo short deck o, se preferite, 6+ Hold’em nella versione proposta da PokerStars, sta prendendo sempre più piede, sia live che online.

7316-6-plus-holdem-750x500 copia.jpg

Naturalmente stiamo parlando della variante di Texas Hold’em che si gioca con 36 carte (dal 6 in su), dove il colore batte il fullhouse e non ci sono bui, ma solo ante e doppia ante per il bottone (nota: nello short deck classico il set/trips batte la scala, non così nel 6+ Hold’em di PokerStars che mantiene il vantaggio delle 5 carte in fila).

Per quanto riguarda il gioco dal vivo, il numero di eventi di short deck organizzati nei grandi casinò di tutto il mondo è in netta crescita, così come lo è il numero di pro internazionali che vi prendono parte. Ricorderete forse la vittoria di Justin Bonomo nell’evento organizzato alle Triton Series in Corea del Sud ad inizio marzo e la picca conquistata da Dario Sammartino al recente EPT di Montecarlo nella specialità 6+ Hold’em. A questi due big names si sono aggiunti la settima scorsa quelli di John Juanda e di Mikita Badziakouski, entrambi vincitori di tornei short deck alle Triton Series che si stanno disputando a Buda (Montenegro).

Anche il mondo dell’online non sta guardare: i tavoli cash game di 6+ Hold’em su PokerStars sono sempre più affollati, al punto che la room della picca ha ben pensato di dare il via a mtt e sit sulla piattaforma globale, inserendo tre tornei di 6+ alle SCOOP.com da poco iniziate. Volete sapere chi ha vinto il torneo dal buy-in più alto, quello da $2.100? Ebbene sì, ancora lui, Dario “Secret_M0d3″ Sammartino che ha messo in fila 71 avversari (113 entry), tra i quali anche Vladimir “Vovtroy” Troyanovsky (14°), Talal “raidalot” Shakerchi (11°) e Matt “OLD TIME GIN” Stone (5°), per un primo premio di $56.208.

dario-sammartino-614x300.jpgDario "Secret_M0d3" Sammartino 

A questo punto ci è sembrato necessario cominciare un percorso di analisi tecnica di questa nuova variante, attraverso le preziose indicazioni del pro e super Twitcher James Staples.

Cominciamo dalla fase preflop.

La graduatoria delle mani più forti con le quali iniziare il gioco preflop rimane sostanzialmente la stessa del Texas Hold’em No Limit. AA e KK rimangono top rank, e sono quelle che più spesso consentono di aggiudicarsi il piatto. Ciò che cambia, tuttavia, è la frequenza con cui riceveremo connectors e, meglio ancora, suited connectors. Queste sono combinazioni che, nella fase postflop, sono decisamente +EV rispetto alla versione più diffusa del TH.

Ribadiamo il concetto: AA di partenza rimane in vantaggio su 98 off preflop ma, giocando con un mazzo di 36 carte, chiudere scala al river diventa ora più probabile. L’EV si alza ancora se 98 è suited: non tanto perché sia più facile centrare il colore (è altrettanto difficile) ma perché nello short deck/6+ Hold’em il flush batte il fullhouse, che è sì una mano molto più frequente rispetto al TH classico. Queste ultime due condizioni (colore > full e maggiore frequenza di full) rendono le 5 carte dello stesso seme una mano ricca di implied odds.

six plus_M2.png

In questo senso, JTs è un’ottima mano nello short deck/6+ Hold’em, nettamente superiore a JTo (che comunque resta una mano ampiamente giocabile).

Nel 6+ Hold’em perdono invece terreno le coppie medio basse a causa dell’inversione di valore rispetto allo short deck, dove il set batte la scala come vi abbiamo anticipato all’inizio di questo articolo. Va anche tenuto presente che, con un mazzo di 36 carte, la percentuale di set floppati sale al 17% e questo si traduce in ampie possibilità di set over set sulle prime tre carte del board. Attenzione quindi ad entrare in gioco con pocket pair da 66 a 88.

A questo punto è necessario chiedersi quali siano le mani realmente trash. Partendo dal presupposto che nello short deck/6+ Hold’em il valore medio delle starting hand si alza (non ci sono mani come J4o, 93o etc), rubare preflop con mani tipo A9o, K8o non è una grande idea. Molto meglio farlo con Q9s.

Parlando in generale delle mani offsuited contenenti un A, le uniche davvero giocabili sono quelle che vanno da AT a AK anche se rimangono comunque molto meno forti di quanto lo siano nel TH a 52 carte.

Concludendo questo nostro primo excursus sulla strategia del 6+ Hold’em, possiamo generalizzare in questo modo:

– nella fase preflop affidatevi maggiormente alle mani suited e meno a quelle offsuited (ad eccezione dei connectors senza gap);

– mani che nella migliore delle ipotesi possano ottenere una top pair con kicker medio/basso, sono molto più deboli rispetto al TH e quindi da scartare;

– investite poco (o niente) nelle coppie basse, soprattutto quando queste non settano al flop.

Nel prossimo articolo inizieremo ad analizzare il gioco postflop, il che ci aiuterà a capire meglio i “più” e i “meno” delle mani di apertura.

Buon 6+ a tutti!


Gioca adesso sul sito di poker più grande d’Italia

CONTINUA A LEGGERE