Volete approcciarvi o riuscire a battere il livello più basso del cash game live?

Allora dovete sapere assolutamente quali sono gli errori tipici che i giocatori commettono ai tavoli, per evitare di farli e sfruttarli invece a vostro vantaggio.

A questo scopo ci risulta utilissimo un articolo del pro e coach americano Ed Miller, che si concentra in particolare sul cash 1-2$ di Las Vegas.

Miller introduce così la sua analisi: “Non tutti i giocatori dell’1-2$ sono uguali. Tutti si siedono al tavolo con differenti prospettive. Potreste trovare anche qualcuno che solitamente gioca il 10-20$.

Ma io ho avuto molto successo negli anni immaginando che ogni giocatore sconosciuto ad un certo livello di stakes giochi come gli altri giocatori a quel livello.

Credo che ci siano molti tratti condivisi dai giocatori da 1-2$. Ogni tanto ovviamente mi sbaglio, ma la maggior parte delle volte la mia visione funziona“.

Secondo il coach Miller all’1-2$ si trovano pokeristi principianti e gente che gioca da 30 anni. Nonostante questo hanno tutti tratti in comune.

In primis Miller evidenzia in loro delle brutte reazioni agli all-in: “Il più grande difetto dei giocatori dell’1-2$ è la loro scarsa capacità di lettura della mano, sulla quale dovrebbero lavorare. Questo si riscontra soprattutto quando affrontano degli all-in“.

Miller, per fare un esempio significativo, ricorda una vecchia mano in cui rilanciò preflop e venne chiamato da vari giocatori.

Il BB uscì in puntata su un flop K104 e io rilanciai. Lui iniziò a tremare e chiamò. Mi sembrava chiaro che non fosse contento di mettere i suoi soldi in quella mano.

Quando cadde un 6 al turn lui puntò e io pushai. Lui ci pensò per due minuti e foldò 10-10 face-up facendomi tris di kappa, cosa che non avevo”.

Quello fu un caso straordinario, ma Miller ha visto un sacco di brutti fold ai livelli bassi. Ancora più comune è vedere dei brutti call a degli all-in all’1-2$.

Ecco il secondo esempio, una mano più recente: “Due giocatori limpano e io rilancio a 12$. Chiamano il BB e i limpers. Il flop è A97. Il BB punta 20$, i limpers foldano, io rilancio a 60$ e il BB chiama.

Il turn è un 4. Lui punta 50$, io pusho 220$. Lui chiama con A10. Ha giocato malissimo A-10 su questo board. Al suo posto avrei checkato entrambe le strade. L’errore peggiore è stato chiamare l’all-in. È un call molto ottimistico.

Non pusherei mai un asso più debole, quindi può battere solo un bluff. A parte 10-8 o 8-6 suited o un 7 random, non posso avere molte mani da bluff qui, soprattutto se paragonate alle mie possibili mani di valore. Infatti vinco con A-K senza flush draw. L’azione del mio avversario mi ha indicato un asso con un kicker sospetto“.

Il modo per avvantaggiarsi di tutto ciò, secondo Miller, è pushare buone coppie for value: “Contro giocatori bravi ci avrei pensato prima di pushare A-K in quello spot. Ma quando affronti giocatori che prendono pessime decisioni di fronte agli all-in, ha senso shovare con più mani“.

Le forti top pair, sempre secondo Miller, sono le mani più comuni da shovare contro i giocatori da 1-2$. Certo, a volte si sbatte contro doppia coppia, trips o colore. Ma si ricevono call da top pair con kicker debole, pessimi draw o anche coppie deboli.

Passiamo al secondo punto cruciale dell’analisi tenica di Miller. L’altro leak tipico è il pessimo uso della donk-bet al cash.

La mano con A-K contro A-10 illustra un altro errore comune tra i giocatori da 1-2$. Fanno troppo spesso delle donk bet e lo fanno con mani molto prevedibili.

La donk bet è stata nominata così anni fa perché è stata percepita come una mossa da asini. In realtà può avere la sua logica. Ma il modo con cui i giocatori da 1-2$ la usano è effettivamente da asini.

Miller spiega perché: “Provano la giocata con uno specifico range di mani. Per esempio nella mano precedente il flop era A-9-7 con un flush draw. Supponiamo che l’avversario avesse avuto 9-9 o 7-7. La donk bet può essere una mossa forte con queste mani, ma di solito il giocatore da 1-2$ checka questi set“. A questo livello tipicamente i giocatori donkbettano per una di queste tre ragioni:

  1. Per provare a proteggersi da free card
  2. Per avere informazioni
  3. Per provare a vincere il pot con un bluff economico

Nella mano precedente, l’oppo voleva prevalentemente proteggersi da carte gratis e magari anche ricevere informazioni.

Il problema con queste tre ragioni è che in mezzo non c’è “mettere più denaro possibile con una bella mano”. Ciò rende i range di donk-bet sbilanciati e deboli.

Miller prosegue nella sua analisi: “Ho pushato A-K perché i tipici giocatori da 1-2$ non giocano le mani forti in quel modo. Certo, potevo sbattere contro un colore ma ho assegnato all’avversario la mano giusta. Un giocatore migliore non sarebbe così leggibile“.

Su certi tipi di board, in particolare quelli statici senza draw, una donk bet all’1-2$ di solito è sempre debole. Supponiamo di rilanciare preflop e di ricevere dei call. Su un flop J-7-4 rainbow il BB esce puntando.

Miller non avrebbe dubbi sul da farsi: “Se gli altri foldassero io rilancerei e poi puntarei forte al turn con quasi tutte le mie mani.

Questo perché c’è poco da temere dall’altra parte. L’oppo sta probabilmente cercando di bluffare o avere informazioni. In entrambi i casi posso vincere rilanciando al flop o puntando forte al turn“.

Miller chiude così il suo pezzo: “I giocatori all’1-2$ fanno molti errori. Concentratevi soprattutto sull’azione negli all-in. Assicuratevi di non fare call stupidi di fronte agli all-in. Poi cercate gli spot dove i vostri avversari potrebbero fare grossi errori e mettete tutto il denaro in mezzo“.

L’articolo Gli errori tipici del cash low stakes secondo Ed Miller: “Sbagliano di fronte agli all-in e nell’uso della donk bet” sembra essere il primo su Italiapokerclub.

Lascia un commento