Quando nella scena pokeristica internazionale, dominata da silenziosissimi professionisti che cercano di rimanere impassibili in qualsiasi situazione, compaiono personaggi come Willie Kassouf è davvero difficile non rimanere piacevolmente sorpresi.

Che vi piaccia o no, l’avvocato britannico trentaquattrenne ha rubato la scena al main event e si è imposto all’ultimo EPT 10K High Roller della storia grazie, o forse soprattutto, per il suo modo di fare al tavolo.

Dopo l’exploit alle WSOP abbiamo avuto modo di presentarvi questo personaggio fuori dalle righe, quest’oggi andremo un po’ più a fondo ripescando un epico podcast firmato Joe Ingram, nel quale Kassouf parla apertamente di quanto accaduto nell’evento più importante al mondo, il main event delle World Series:

La gente si dimentica sempre che il poker è sostanzialmente un gioco e come tale va affrontato. Quando mi siedo al tavolo, che sia un torneo da 100 dollari o un main event da 10.000 per me cambia poco. Il mio atteggiamento rimane lo stesso perché, in fondo, questo è il mio modo di fare, è ciò che mi riesce più naturale.

Come alcuni di voi ricorderanno, nel corso del Day 7 del main WSOP, Kassouf è stato redarguito da TD Jack Effel dopo le continue lamentele degli altri giocatori:

Ripercorrendo quanto accaduto devo dire che probabilmente sono riuscito a mandare in tilt anche Jack, che infatti mi ha allontanato senza che io contravvenissi ad alcuna regola. Infatti quando è stato invocato il suo intervento io mi trovavo a dover prendere per ultimo la decisione, dopo che il mio avversario aveva già fatto la sua scelta e il regolamento mi autorizza a parlare in questo frangente. Detto ciò è stato divertente vedere che nessuno era abituato ad avere a che fare con un trash-talker in quella maniera e non è un caso che in molti reagissero in modo brusco o stizzito.

La strategia di Willie tuttavia ha dato i suoi frutti mano dopo mano:

Era incredibile vedere come riuscivo a insinuarmi nel loro cervello e mandarli in tilt nelle fasi più delicate, tanto che in diverse occasioni sono stato chiamato da mani davvero marginali, massimizzando le mie giocate. Nella fase finale del torneo sono passato dalla 22° alla 2° posizione senza quasi mai giocare un colpo allo showdown: dovevo solo aspettare che me le tirassero addosso. Perché con me proprio non riuscivano a passare!

Nel corso della lunga chiacchierata Kassouf spiega anche l’origine delle sue espressioni più celebri, come “9 high like a boss!” o “the coconuts“:

E’ tutto frutto della sensazione del momento, nulla di preparato. L’espressione the coconuts non ha chissà quali radici e deriva dal Pot Limit Omaha. Le combinazioni sono innumerevoli e avere il nuts al flop non significa necessariamente avere la best hand al river, perciò esistono tre espressioni: ‘the nuts’ al flop, ‘the monkey nuts’ al turn e ‘the absolute coconuts’ al river. Immagina di avere set al flop con redraw a colore e una gutshot: ecco in quel caso floppi nuts con la possibilità di fare un bel ‘monkey nuts’ al turn. E mettiamo che caschi proprio la tua e si apra anche il draw a colore: nel caso uscisse avresti ‘the abosulte coconuts’, che può verificarsi solo al river naturalmente!

Per chi non avesse problemi con la lingua inglese e con la parlantina piuttosto spedita di Kassouf, la visione del podcast è quasi d’obbligo…Se poi siete curiosi di scoprire i suoi piani per il 2017 e gustarvi il secondo podcast della serie è sufficiente cliccare qui. Intanto date uno sguardo a questo:

//www.youtube.com/watch?v=zrUczgTUEQM

 

Scriveteci le vostre impressioni sul trash-talker più celebre al momento commentando sulla nostra Fanpage!

 

L’articolo Kassouf-show al podcast di Joe Ingram: “Il main event? Dovevo solo aspettare che mi tirassero le chip addosso!” sembra essere il primo su Italiapokerclub.

Lascia un commento