C’era una volta la TLB…
Non è passato tanto da quando i grinder nostrani se le davano di santa ragione per arrivare in cima alla Tournament Leaderboard annuale, eppure sembra già un’eternità.
La delusione, come ci ha raccontato Christian Nuvola, ha preso il sopravvento tra top regular del ‘punto it’, tuttavia c’è chi la prende con filosofia…Uno su tutti è proprio il vincitore della TLB 2016, Alessandro ‘Deneb’ Pichierri, con il quale abbiamo scambiato qualche battuta questo pomeriggio: ecco cosa ci ha raccontato.
Partiamo dalla decisione presa da PokerStars di eliminare le ricompense per i vincitori: che effetto una notizia simile a uno come te che l’ha vinta per ben due volte?
“Inizialmente non ero per niente contento dalla cosa, perchè molto probabilmente avrei deciso di puntare a vincerla di nuovo. Ad esser sincero un pò me lo aspettavo già da fine 2016 che sarebbe stata l’ultima TLB del poker ‘punto it’, specialmente per le voci che girano sulla possibilità di una liquidita condivisa. Quindi diciamo che dietro questa piccola delusione potrebbe in realtà nascondersi una lieta sorpresa…”
Facciamo un breve excursus sulle due edizioni vinte: quanti e quali sacrifici comporta competere per vincere una TLB?
“Toglie molto tempo e energie non c’è dubbio, anche se a dir la verità ho faticato più nel vincere la prima TLB che l’ultima appena conlusa. Nel 2014 ero praticamente nuovissimo nel mondo del poker, fino all’anno prima stavo ancora imparando le regole del gioco con gli amici a scuola…Verso aprile/maggio incredibilmente ero tra i primi e avendo seguito ogni tanto il testa a testa tra De Iaco e Nuvola nel 2013 mi sono detto ‘ora ci provo’ e ho iniziato a giocare costantemente. Alla fine ce l’ho fatta e ne sono uscito spremuto, mentre nel 2016 paradossalmente è stato molto più facile per me. Dico paradossalmente perché in molti hanno dichiarato di puntare alla vittoria, ma rispetto al 2014 ero molto più sicuro dei miei mezzi e sapevo che tutto dipendeva esclusivamente da me: così me la sono addirittura presa comoda e a fine anno ho giocato appena 5k mtt, prendendomi piu di due mesi di pausa dato che sia ad aprile che ad agosto non ho acceso il pc. Ricordo bene che dopo la prima TLB vinta ne ero uscito un pò cosi cosi, ho faticato poi a rimettermi in carreggiata per i primi mesi, ora invece sono ancora carichissimo e se ci fosse stata la TLB quest’ anno non c’é dubbio che avrei provato a vincerla nuovamente.”
In che modo cambia, se cambia, l’approccio ai tornei quando si ha l’obiettivo TLB in testa? Ma soprattutto, in che modo si pianifica il lavoro mensile?
“Si prendono molto più seriamente tornei dal buy-in basso, come un Big 5, giocandoli concentrati come se fosse un High Roller, perché è davvero spiacevole chiudere un torneo da 2K iscrittial 4° o 5° posto, dato che il sistema premia in modo quasi spropositato le primissime posizioni a scapito di quelle a ridosso del podio. Il mio plan nelle due edizioni vinte è stato molto semplice: massare il più possibile e non dare il tempo ai miei avversari di respirare…”
Ma come si fa a rimanere concentrati tablando 15x con tornei che vanno dai 2 ai 250 euro: non c’è il rischio di andare in auto-pilot? E come ci si comporta quando si raggiunge un deal con l’avversario dato che il primo posto sposta tantissimo in termini di punteggio?
“Sinceramente non penso molto al fatto che un torneo sia da 2 euro o da 250,
mi focalizzo più sul tavolo che ho in quel momento. In un Big 2 probabilmente avrò tutti o quasi giocatori occasionali, quindi mi adeguerò a questa situazione mentre in un torneo full reg esprimerò un altro tipo di gioco e cosi via…Il poker è un gioco in cui bisogna sapersi adeguare alla situazione di quel preciso momento, poi ovviamente se sto tablando 15x non dividerò in egual modo il focus su ogni mtt: se di quei 15, 6/7 sono più importanti mi focalizzo più su quelli e gioco più standard gli altri. Per quanto concerne i deal credo sia illegale trovare un accordo e poi chiedere di lasciarti vincere il torneo per i punti, infatti nella TLB 2016 per evitare ogni tipo di polemica non ho dealato quasi mai, giocando fino alla fine quasi ogni MTT.”
Quanto incide la run nel raggiungimento del traguardo finale?
“Credo che per quanto riguarda la TLB la run incide pochissimo. Già nel ‘punto it’ la run/varianza, chiamiatela come volete, incide infinitamente meno che sul ‘dot com’ perché, oltre ai field più ridotti, il modo di giocare che si ha in Italia tende a premiare maggiormente i giocatori più forti. Insomma, se sei tra i migliori stai in paradiso e quando si parla di TLB, dato che vengono considerati i 100 migliori risultati, la run incide davvero in misura ridotta: a meno che non si shotti un sunday million/special o qualche evento particolare non c’é modo che un player più scarso finisca davanti a uno più preparato a parità di tornei giocati.”
Un’ultima domanda per chiudere: ci sono stati momenti in cui, mentre eri in corsa, hai pensato di mollare la presa?
“No, mai. Nelle due TLB vinte sono stato sempre in testa dall’inizio alla fine, quindi sia per il valore simbolico che economico non mi è mai passato per la testa di cedere!”
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