Più tempo dedichiamo al gioco e più il gioco diventa uno stile di vita.

Salito agli onori delle cronache per il recente successo sfiorato al Main Event delle Aussie Millions, Ben Heath e tra i giovani talenti più promettenti assieme al suo coinquilino e amico Charlie Carrel.

Il giovane player britannico tuttavia, non è solo un appassionato delle due carte ma vede piuttosto il gioco come un ‘mezzo’, una fase di vita nella quale cerca di garantirsi un futuro per poi eventualmente dedicarsi a qualcos’altro.

Questa sua indole, che gli consente di guardare un po’ dal di fuori l’ecosistema nel quale è inserito, lo ha portato ad esternare alcune interessanti riflessioni sul suo blog:

L’idea di scrivere questo post è nata dopo aver speso 7 settimane a Las Vegas per le WSOP, circa un anno e mezzo fa. In quel periodo pensavo di essere al top della mia carriera, avevo appena alzato gli stakes e mi sentivo in grado di dare la caccia ad un braccialetto. Nello stesso momento però stavo cominciando a realizzare quanto il gioco fosse diventato un’esperienza così totalizzante da accusare in modo particolarmente intenso qualsiasi critica venisse rivolta al mio gioco. Perché in fondo era come se stessero criticando la mia persona, ma ora ho capito che non è, e non deve essere, affatto così.

Ben prova a fare un punto della situazione cercando di discernere le qualità dei singoli dalle loro abilità come giocatori: “Da quando ho cominciato a cavalcare l’onda ho notato che tante persone hanno più piacere a rivolgermi la parola, le stesse che magari qualche anno fa non mi avrebbero nemmeno degnato di attenzione quando mi trovavo al tavolo con loro. Devo ammetterlo, ci sono cascato anche io in passato perché è molto facile cadere nel tranello di giudicare qualcuno in base alle scelte operate in questo gioco si complesso, ma che alla fine della giornata rimane pur sempre un gioco.

Niente più giudizi o pregiudizi di sorta insomma, perché: “Tutti quanti noi approcciamo il poker a nostro modo, per differenti ragioni e bisogni, ma tutti quanti abbiamo una vita al di fuori e oltre il poker stesso. E’ solo qualcosa che abbiamo deciso di fare per un certo periodo della nostra vita ma non può definirci né agli occhi degli altri, né deve essere il metro di giudizio col quale noi misuriamo la bontà delle persone che ci circondano.

Una bella riflessione che merita sicuramente attenzione in un mondo, come quello del poker live, in cui è fin troppo facile cadere nella tentazione di esprimere opinioni forti su qualcuno basandosi solo su aspetti inerenti al gioco….e bravo Ben!

 

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L’articolo Ben Heath si sfoga sul suo blog: “Non bisogna giudicare gli altri solo in base alle loro abilità al tavolo!” sembra essere il primo su Italiapokerclub.

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