Anni di poker raccontati a migliaia di appassionati sono poche parole che non bastano a descrivere ciò che Antonio “CrazySalsero” Graziano, con le sue telecronache, ha regalato al pubblico italiano. Voce di IPT, EPT, in coppia fissa con Andrea “TopKapias” Borea, dalla sua prima esperienza ha visto e vissuto i cambiamenti del poker. In questa intervista ci prova a raccontare un assaggio di ciò che sono stati questi anni, dall’esordio all’evento più emozionante, passando anche per un terremoto in diretta. Nel 2017 ha assistito al PokerStars Championship da spettatore, seguendo la diretta streaming da casa, ma chissà che non risentiremo la sua voce raccontarci di mani spettacolari o cantare un jingle per ogni split pot.

Telecronaca_Borea_Graziano.jpgAndrea Borea e Antonio Graziano in telecronaca

Qual è stata la telecronaca che ti è rimasta impressa più di tutte?

Ricordo l’esordio al microfono a EPT Praga nel 2013 per le emozioni contrastanti. Avevo la tensione di chi sta per fare qualcosa di nuovo e l’esaltazione di realizzare esattamente quello che volevo in quel momento per la mia vita.

Ero impacciato all’inizio. Ricordo un gran mal di testa a fine giornata. Pensavo di dover parlare, ma non così tanto! Eppure è un ricordo forte, dove ho trovato un momento di felicità pura e una maturazione professionale che ho compreso successivamente.

L’altra cronaca fu quella dell’Italia campione del mondo nella Global Poker Masters. Per la prima volta riuscivo a commentare il successo italiano in un torneo. Episodi come quello ti danno tutto, perché per qualche ora diventi la voce che racconta il sogno di un movimento intero.

Com’è stato seguire la diretta da spettatore?

È una scoperta piacevole. Quando sei la voce di un torneo, lo studi sin dal primo giorno, dalle storie dei giocatori agli aneddoti e sei tra i primi a sapere ciò che accadrà. In un certo senso, dai la tua interpretazione al torneo.

Quando sei spettatore invece, non sai quali e quante informazioni ti darà il cronista. Non sai cosa aspettarti e quale interpretazione darà al torneo. La visione di un torneo cambia radicalmente e puoi confrontare il tuo punto di vista con quello di chi fa la cronaca. Ed è naturalmente più rilassante, perché quando sei al microfono, devi cercare di dare voce a tutte le interpretazioni possibili e in un linguaggio più largo e comprensibile.

Nel tuo futuro immagini di tornare a essere la voce del poker?

Sono certo di tornare a parlare di poker. Non so ancora di preciso il modo e il luogo perché il 2017 è e sarà molto duro sul piano lavorativo. È per questo che abbiamo deciso di congelare la collaborazione, ma PokerStars è una delle pochissime aziende nel mondo a spingere sulla comunicazione del gioco in forme trasversali e sperimentali. Questo è sicuramente in sintonia con la mia idea di innovazione del gioco. Sono sicuro che in futuro queste due visioni del gioco si toccheranno ancora in più punti.

In tutti questi anni ne avete viste tante, anche aldilà del gioco: di tutti i personaggi che le telecamere di PokerStars ci hanno mostrato, quali ricordi in particolar modo?

Chi ci ha seguito in questi anni, sa che io adoro i personaggi scomodi, boriosi e antipatici. Non necessariamente quelli che parlano tanto, ma quelli che con la sola presenza danno “fastidio”. Sia chiaro, nella vita sono odiosi, ma al tavolo rompono quella monotonia di silenzio e chip tricks. Rendono il gioco più umano.

Ricordo su tutti Sebastian Malec, che incarna quest’idea. Un outsider che si trova al tavolo finale di un EPT e affronta questo sogno con esaltazione, paura, gioia. Cercando di parlare e infastidire in modo esasperato e per questo tenero. Che vince una mano e deve andare a raccontarla subito ai compagni e che si scioglie come un bambino quando vince l’ultima gira.

Antonio_CrazySalsero_Graziano.jpg

Antonio Graziano

Anche dalla parte del microfono tu e Andrea ne avete vissute di tutti i colori, ci racconti un retroscena divertente?

Non posso parlare di episodi che riguardano gli altri, ci sarebbero libri da scrivere. Ti parlerò di quelle più strane dal mio punto di vista.

Una volta nei primi 30 secondi della presentazione dell’EPT io e Andrea ballammo. Non che ci piacesse farlo, infatti era il terremoto.

Un altro episodio divertente (col senno di poi) fu quando svenni al microfono e Andrea dovette continuare da solo per le ultime 3 ore di cronaca.

E ancora, una volta mi persero il bagaglio e dovetti fare la telecronaca per 10 giorni in costume e maglietta, perché ogni giorno mi dicevano che mi avrebbero portato il bagaglio in albergo. In realtà lo rividi dopo 30 giorni.

Cosa ne pensi del nuovo PokerStars Championship?

Ho avuto una gran bella impressione. Il PSC è la dimostrazione di quanto dicevo, PokerStars sa osare, anche quando un format funziona, è pronto a cambiarlo in cerca dello step successivo. I giocatori del 2017 non sono quelli della prima tappa EPT nel 2004. I tornei live e il poker on-line hanno subito cambiamenti mostruosi in 13 anni ed è evidente che una mossa strategica di questa portata abbia radici fondate.

Ho notato anche il bellissimo restyling grafico e l’aggiunta della hand history durante il corso della mano, che è un validissimo supporto per lo spettatore e i cronisti.

Andrea e Pier Paolo troveranno la giusta amalgama. Quando nasce una coppia di cronisti, bisogna trovare punti di raccordo in tante cose, dai tempi di inserimento alle informazioni da monitorare e le mansioni in cui si è più reattivi. Mi sembra siano andati alla grande.

È vero che ogni tanto canti i jingle da solo?

Hai voglia, quando faccio le pulizie di casa. C’abbiamo messo 3 anni per far cantare i pokeristi. E vuoi farmi smettere proprio ora che è entrato nella testa di tutti?

Vorresti aggiungere qualcosa?

Ringrazio te, Gianvito per questo spazio e le persone in PokerStars che hanno investito su di me 3 anni fa senza garanzie di successo.

Grazie a te, Antonio, per tutte le telecronache che ci hai regalato e per quelle che, speriamo, ancora ci regalerai.

Gianvito Rubino per PokerStars.it

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