‘Killuifuplay’, ovvero quando un nickname è leggenda. Il numero 1 negli HU Hyper Turbo, quello di cui c’era davvero da aver paura: non è facile descrivere accuratamente ciò che gli altri giocatori provavano quando si trovavano ad avere il fondatore della scuola Smart Spin al tavolo…

Rispetto agli Spin & Go, dove il bacino di giocatori è molto vasto, la situazione degli Heads Up Hyper Turbo era molto differente. Solo l’elite, un piccolo gruppo di giocatori, era in grado di giocare gli HU da 1000 $.

Otto giocatori, i migliori al mondo. Killuifuplay era uno di loro. Non solo. Lui era il top reg di quel gruppo d’elite. Lui diceva “salta”. E loro saltavano.

Oggi il leggendario reg degli heads-up, il giocatore più temuto nella storia delle partite high stakes, ha ‘appeso le carte al chiodo’ per fare da Head Coach dello Smart Spin Team.

D: Ogni storia pokeristica inizia prima del poker, qualcosa che molte persone potrebbero trovare sorprendente. Prima che tu raggiungessi il vertice agli HU HT, la tua era una vita da giocatore/studente di scacchi. Tuttavia, hai lasciato questa vita e hai iniziato la tua avventura con il poker. Quali sono state le ragioni alla base di questa decisione? Non eri abbastanza bravo a scacchi?

Killuifuplay: Questa è una bella domanda, e allo stesso tempo molto intrigante 🙂 Ho imparato le regole degli scacchi un po’ troppo tardi per poter dire la mia in maniera significativa nel mondo degli scacchi. Riuscii a progredire molto velocemente all’inizio e fui bravo quasi quanto i top player. “Quasi” è la parola perfetta. Sono riuscito a conquistare molte medaglie di bronzo e di argento nei campionati nazionali, ma non ero il migliore. C’erano 2-3 ragazzi migliori di me. Loro avevano iniziato prima, probabilmente avevano maggior talento, ma io non ho avuto mai un appropriato supporto finanziario, non ho mai avuto un coach che potesse aiutarmi a migliorare le mie abilità negli scacchi e sfortunatamente, come nella maggior parte dei casi, senza soldi e senza il giusto aiuto è difficile fare progressi una volta raggiunto un certo livello. Al liceo dovetti pensare molto al mio futuro. Avevo ottimi voti, sarei diventato giornalista o avvocato. Questi erano i sogni di mia madre e di mia nonna, ma non i miei a dire il vero.

D: E’ per questo che hai deciso di dedicarti al poker?

Killuifuplay: All’inizio il poker era una passione. Una sfida intellettuale, qualcosa che semplicemente amavo fare. Non avrei mai immaginato che potessi guadagnare soldi giocando a poker. Penso che questo sia molto importante. Giocare a poker per guadagnare soldi non è la motivazione migliore che si possa avere. Tutto ruota attorno alla passione, e questo vale per qualsiasi cosa nella vita. Naturalmente si può avere successo in qualcosa anche senza amarla, ma è molto più difficile. All’inizio non fu facile. I miei voti a scuola pian piano peggiorarono. Avevo un’ottima reputazione, ero sempre stato il “primo della classe”, e questo mi aiutò a finire la mia carriera scolastica, ma subito dopo iniziai a giocare a poker più seriamente. A questo proposito vorrei aggiungere qualche parola a vantaggio delle nuove generazioni che potrebbero trarre una motivazione sbagliata dalla mia storia. Lasciare la scuola non è affatto una buona idea. Nella vita è fondamentale avere dei piani di riserva. Il diploma è il minimo che si dovrebbe avere. Quello fu un patto non scritto tra me e mia madre. Dopo un po’ non aveva più la forza di urlarmi sempre contro, quindi disse qualcosa del tipo “Fai quello che ti pare, ma devi prendere il diploma.” Mi è sembrato un ottimo deal 🙂

D: Concentriamoci sui SnG Heads Up che ti hanno reso una leggenda nel poker. Ci sono così tanti formati, perchè hai scelto proprio questo?

Killuifuplay: Per me rappresentavano la forma più pura di competizione. Tu hai un avversario, stesse chips, e devi provare di essere migliore di lui. Penso che il fattore psicologico è stato sempre molto importante per me. Gli Heads Up sono una forma di poker molto emozionale. Io ero famoso per il mio brutto carattere, ma allo stesso tempo ho sempre controllato le mie emozioni molto bene mentre stavo giocando. Il tilt non ha mai influenzato il mio gioco. Il tilt nella mia situazione mi ha “aiutato” (forse “costretto” è il termine più giusto) a giocare a livelli sempre più alti e a dilapidare il mio roll troppo spesso all’inizio della mia avventura col poker. Il tilt non mi faceva giocare peggio, semplicemente mi faceva iniziare a giocare contro gente a dei livelli che ancora non ero pronto ad affrontare.

D: Quindi, e mi dispiace chiedertelo, perchè eri considerato un psicopatico?

Killuifuplay: Hehehe. Che domanda 🙂 Ti amo lo stesso. Mentre scalavo i livelli creai una sorta di alter ego, di seconda personalità che io controllavo perfettamente. Beh, perlomeno la maggior parte delle volte. Il poker può essere molto pericoloso per le persone, specialmente quando hai successo. Potresti pensare, e sfortunatamente molte persone lo pensano, “sono un giocatore di poker eccezionale, un individuo brillante, un tipo speciale”. Molto presto potresti pensare le stesse cose in molte altre aree della tua vita perchè “sei un grande giocatore, tu sai tutto e sei il più intelligente”. Tutto ciò è davvero sbagliato e pericoloso. Io ho dovuto creare una specie di seconda personalità per sfuggire a questa trappola. Il mio alter ego non era carino, non era amichevole e tutti lo temevano ai tavoli da gioco. Posso farti capire come funzionasse bene con un aneddoto. A quei tempi, c’era un software che aiutava i reg a registrarsi agli hyper turbo. Era un metodo più veloce, e anche più conveniente. Tu potevi rilassarti, aspettare e dopo un po’ di tempo il software avrebbe automaticamente aperto un nuovo tavolo per te. Io ero una delle due persone al mondo che non ha mai usato quel software. Per alcuni ciò era terrificante. All’inizio della mia sessione, io semplicemente scrivevo “spegnete quella merda” e 20 persone saltavano come se gli avessi detto “saltate!”. Top players al mondo. Tra di loro icone come Daniel Colman. Tenete presente che era il mio alter ego a comportarsi così… Io ero in grado di tenere qualcuno (reg dei 300-500$) agli HU da 60$ per un mese come punizione (quando per esempio provavano a grindare di nuovo dopo qualche battaglia agli high stakes) perchè non mi avevano dato ascolto. Non avevano spento il software quando gliel’avevo chiesto. Tutti imparavano la lezione. Li punivo tutti giocandoci contro così che non potessero guadagnare un penny.

D: Aspetta, mi stai dicendo che non hai mai usato Sharkystrator? Ma tu hai parlato sempre di come aumentare il proprio guadagno orario. Non era uno di quei modi?

K: No. Non ho mai usato questo software e ne vado fiero. Ciò dimostra quello che significava per me essere il migliore in questo mondo. Tutti lo accettarono, poiché sapevano che io sono, come hai detto tu, “uno psicopatico” e io posso giocare tutto il tempo contro di te solo per punirti. Era un comportamento ben studiato. Sembra infatti una cosa da psicopatici, ma il guadagno orario era la cosa più importante per me, quindi gli altri dovevano credere che io fossi uno psicopatico, mentre in realtà stavo semplicemente “investendo in un futuro migliore”. Tutto ruota attorno all’apparenza in questo mondo, e io mi prendevo cura della mia immagine molto, molto bene. C’è un film, “Stardust”, dove Robert De Niro ha un piccolo ruolo. E’ un terribile capitano di una nave. Il suo intero equipaggio è spaventato da lui. Viene visto come un tipo brutale, ma quando la giornata lavorativa volge al termine, lui cambia personalità e non è più quella persona. A lui nemmeno piace essere quella persona. Questo è uno dei motivi per cui ho smesso di giocare gli hypers. Non mi piaceva più questa persona.

D: Noi tutti sappiamo che oggi la gente tende a non giocare una grande quantità di ore. Tu quanto hai sacrificato per raggiungere la vetta? Quanto tempo dedicavi al poker?

K: Ho sacrificato la mia intera vita. Se vuoi davvero raggiungere qualcosa, devi fare qualche sacrificio nella vita. Molte persone vogliono la botte piena e la moglie ubriaca, ma purtroppo è impossibile. Per darti un’immagine più accurata, in quei tempi c’erano 8 o 9 persone ai 1000$. Per ottenere il tuo posto nella “lobby”, dovevi giocare migliaia di HU contro gli altri giocatori. Eri costretto a fare del tuo meglio, a far sì che loro ti accettassero come membro di questo gruppo esclusivo. Quindi, prima di diventare un reg dei 1000$, ho giocato migliaia di partite davvero estenuanti contro i top players mondiali.

D: Mi piacerebbe andare un po’ più a fondo di questa questione, c’è un motivo. Mi piacerebbe sapere com’era la tua vita quando attaccavi i livelli più alti degli HU HT.

K: Il poker è stato la cosa più importante della mia vita per più di 3 anni. Niente era più importante. Ho sacrificato molte amicizie. La mia salute. Il comfort oggi per un futuro migliore. La mia sicurezza. Presi un bel rischio allora, questo è sicuro. Misi in discussione il “sistema” creato dai giocatori high stakes. Non ero d’accordo con loro. Abbandonai uno stile di vita spensierato. Sapevo che se volevo ottenere qualcosa di veramente importante, quello era il momento migliore della mia vita per farlo. Ero una macchina ben programmata che voleva diventare il miglior giocatore al mondo. Niente scuse. Solo duro lavoro, quasi ogni giorno. Alla fine tutto ruota attorno alle tue abitudini. Ti aiutano, specialmente nei momenti più duri. Io creai un sacco di utili abitudini e credo che rimarranno con me per tutto il resto della mia vita. Ti racconto un divertente aneddoto di come “fregavo” la mia mente in quei giorni per guadagnare un po’ di motivazione extra. Ero molto bravo nel darmi delle piccole ricompense dopo che avevo svolto il compito stabilito. Niente di grande, niente di speciale. Per esempio un episodio della mia serie TV preferita dopo un duro giorno di lavoro, andare al cinema con i miei amici dopo 5 giorni passati a grindare, etc. Niente era gratis. Dovevo prima guadagnarmelo. Nel 2014, verso luglio, iniziai ad avere grosse difficoltà di motivazione. Avevo già dimostrato a me stesso di essere il migliore, sentivo che non dovevo più dimostrare niente a nessuno, ma al tempo stesso sapevo che stavo per affrontare la prova più dura, l’ultima. Iniziai a usare qualche fantastico trucco che avevo sviluppato in passato. Ogni sessione mi costava un sacco di forza di volontà. Più spesso che no, dovevo forzarmi a sedere di fronte al computer. Così feci quello che probabilmente è l’accordo più buffo che tu possa aver sentito.

A quei tempi, potevi comprare le figurine dei giocatori del Mondiale di calcio in Brasile 2014. C’erano 5 o 6 figurine in ogni pacchetto e costavano meno di un dollaro. Quando ero più piccolo adoravo fare gli album di figurine. Io amo davvero tutti i tipi di sport. Iniziai a fare quest’album, ma potevo aprire un pacchetto solo dopo un ora di gioco. L’accordo era semplice, 1 pacchetto = 1 ora di gioco. Mi ero venduto a me stesso per meno di un dollaro all’ora. Comprai circa 150-200 pacchetti e giocai senza sosta. Dopo ogni ora di orologio aprivo un nuovo pacchetto di figurine. Così è come funziona la mia mente contorta. Ho fatto qualcosa di simile per tutta la mia vita. Le gratificazioni sono molto, molto importanti, ma bisogna imparare a limitarle, ad avere un buon equilibrio con esse. I piaceri nella vita non sono gratis, bisogna guadagnarseli. Questo approccio mi aiutò davvero molto a motivare me stesso allora, e sinceramente è diventata poi la mia filosofia di vita. Quei 3 anni hanno praticamente formato la persona che sono oggi. Mi hanno insegnato che cosa significa veramente la dedizione.

D: Torniamo al periodo in cui attaccavi il gruppo dei 1000$…

k: La mia reg-war più memorabile fu contro “Serkules”. Lui gioca ancora gli hyper-turbo ed è considerato una leggenda, uno dei migliori giocatori nella storia di questo formato. A causa del mio cattivo temperamento resi la cosa ancor più difficile per me stesso. Non ero molto carino con lui, e decise di darmi una lezione, una lezione ben meritata aggiungerei. Decise di giocare più di 3000 partite contro di me, a quei tempi fu la più lunga reg-war della storia. Ad un certo punto della sfida, ero a 100000$ sotto il mio valore atteso contro di lui. 100 buy in contro un giocatore, puoi immaginare l’effetto psicologico che questa cosa aveva su di me ogni volta che dovevo affrontarlo. A quei tempi era considerato il miglior giocatore hyper-turbo del mondo. Dopo più di 3000 partite contro di lui avevo un EV ROI di circa il 2%. Questo cambiò la mia vita. Avevo dimostrato a me stesso che potevo competere contro i migliori e, soprattutto, che potevo batterli. A quel tempo lui era chiaramente più talentuoso di me. Lui era e lo è ancora davvero dotato, ma a quel tempo sembrava come se sapesse tutto.

Imparai davvero tanto da lui. Di quelle 3000 partite che giocammo feci review mano dopo mano di più di 1000 partite. Ad un certo punto, sapevo come pensava meglio di quanto non sapesse lui stesso. Conoscevo la sua routine quotidiana, quando dormiva e altre cose del genere. Avevo raccolto tutte le informazioni necessarie per batterlo. Tutto questo mi aiutò a capire che il duro lavoro vincerà sempre contro il talento. Certamente anche io avevo talento, ma credetemi, Serkules era di un altro pianeta. Faceva delle cose a cui io non avrei nemmeno pensato. Alla fine mi diede lo “share”, ovvero venni accettato nella lobby degli high stakes, ma è lì che tutto il divertimento iniziò. Un conto è ottenere il tuo posto tra i migliori, un altro è proteggere il tuo posto quando ogni giorno devi scontrarti con giocatori molto motivati che ti pugnalerebbero alle spalle senza esitazioni per prendere il tuo posto senza rimorsi. Devi essere ancor più motivato e lavorare ancora più duro di prima. Molti bravi giocatori si sono dimenticati di questo. Hanno creduto troppo nel loro talento.

D: Ti è mai capitato di vedere giocatori che nel tempo venivano distrutti dagli altri perchè non erano in grado di tenere il passo?

K: Naturalmente. Ne ho visti tanti. Anche nel mio gruppo da 1000$ ad un certo punto le differenze tra di noi erano molto marcate. Come ho detto, eravamo in 8-9 giocatori, ma di questo gruppo ce n’era una metà più forte e una metà più debole. La parte più debole doveva giocare reg-wars tutto il tempo. Erano costantemente attaccati dai giocatori dei 500$ che volevano prendere il loro posto nella lobby e qualche volta solo per fare un po di EV$, visto che è sempre meglio e più facile attaccare che difendere. Semplicemente la motivazione è più alta. Io ero sempre nella “metà migliore” del gruppo e non osavano toccarmi. Alcuni dei miei “amici di lobby” smisero di giocare regolarmente, provarono ad ingannare gli altri cambiando per esempio gli orari in cui dormivano, ma come ho detto era una giungla. Se mostravi un minimo di debolezza, eri finito. Non c’era posto per te nel nostro esclusivo gruppo se non potevi resistere all’attacco di un giocatore dei 500$ che avresti dovuto distruggere. Molti giocatori del mio gruppo iniziarono gradualmente a giocare meno o addirittura smisero perchè non riuscivano a sopportare i costanti attacchi degli altri giocatori. In questi casi la mia reputazione di psicopatico che avevo attentamente costruito faceva molto comodo, e grazie ad essa ero sempre molto privilegiato e avevo una sorta di scudo che separava me dagli altri regular. Ovviamente, non si trattava solo di reputazione. Senza falsa modestia posso dire che ero davvero bravo 🙂

D: Eri un “pugnalatore” tu stesso?

K: No non direi. Dopo il lungo conflitto con Serkules ho imparato ad essere più carino. Ero un professionista. La mia professionalità era qualcosa di nuovo in questo mondo. Non potevo credere ai miei occhi quando qualcuno mi scriveva “ho i postumi dopo la serata di ieri, mi dispiace non riesco a giocare ora contro di te”. Era una cosa molto comune, specialmente mentre scalavo i livelli. Il mio approccio era qualcosa di nuovo e di sorprendente per loro. Loro provavano ad evitare le battaglie. Erano intimoriti da ciò che non conoscevano. Io ero semplicemente attonito. “Giochi quei livelli e hai i postumi, come puoi pensare di giocare a poker per lavoro e avere i postumi, che dilettante”. Uno dopo l’altro, ho eliminato le persone che non dimostravano di avere i miei standard di qualità e professionalità. Ho combattuto contro di loro e li ho costretti a giocare a livelli più bassi. Mi odiavano davvero. Qualcuno potrebbe definirlo essere un “pugnalatore”, ma io lo chiamo essere un professionista.

 

[fine prima parte]

 

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