Volete gustarvi una mano analizzata da un coach d’eccezione come Daniel Negreanu?
Vi abbiamo già proposto recentemente vari video didattici che il pro di PokerStars ha pubblicato sul suo canale YouTube.
Stavolta però abbiamo per voi una dettagliata analisi di uno spot (banale solo all’apparenza) che si è giocato al PokerStars Championship delle Bahamas.
Negreanu di dilunga molto spiegando le varie giocate dei protagonisti e divaga, rivelando alcuni aspetti interessanti della sua filosofia.
Entriamo prima di tutto nella descrizione del pot in questione. I bui sono saliti a 30-60k. Glaesel ha uno stack di 1.800.000 gettoni contro i 4.400.000 pezzi di Opalikhin.
Opalikhin da UTG apre a 135k con A10. Negreanu ricorda ai principianti: “Se non volete vedere troppi flop, rilanciate con una size più importante. Io ho già i soldi, quindi vi spiego volentieri come battere i pro“.
Harder da SB ha A4 e folda. Negreanu approva: “È fuori posizione e chiamando indurrebbe forse all’azione anche il big blind“.
Glaesel da BB ha A6 e chiama. Negreanu approva pure in questo caso spiegando: “A-6 è una mano peggiore di A-4 ma Glaesel fa bene a chiamare perché ha già pagato il grande buio e non ci sono altri giocatori dietro preflop“.
Il flop è 6K8. Glaesel checka. Negreanu chiarisce anche questo: “È un check automatico, difficile trovare un flop dove è meglio uscire puntando“. Opalikhin cbetta 160k e Glaesel chiama con la sua coppia di 6.
Il turn è un 8. Glaesel checka ancora. Opalikhin punta 290k. Negreanu spiega: “Sta trasformando il suo draw in un bluff“.
Sarebbe più corretto dire semibluff: “Anche se il grande buio avesse un kappa, Opalikhin potrebbe batterlo con un asso o un colore.
Quando punta al turn però Opalikhin deve già sapere cosa farebbe in caso di push avversario. Mi fa impazzire quando questi ragazzi puntano e poi non sanno che fare di fronte ad un all-in. Bisogna pensarci prima!”
Mettiamoci ora nei panni del grande buio: “Con un kappa non farebbe check/raise. L’8 però è una carta pericolosa per l’original raiser.
Davanti a un push Opalikhin dovrebbe foldare. Questa è la cosa brutta quando si punta con un draw. Tuttavia mi piace la giocata aggressiva di Opalikhin perché su quel flop spesso chiamano con incastri di scala o 6 o altre mani deboli“.
Nella mano in questione alla fine Glaesel passa al turn. Negreanu si sofferma ad analizzare cosa avrebbe potuto fare altrimenti…
“Glaesel poteva puntare al turn per rappresentare magari un 8. L’original raiser si sarebbe trovato in un una situazione molto difficile.
In una mano del genere l’original raiser con una mano forte (almeno un kappa) al turn può fare al massimo call contro un check/raise.
Il bb in tal caso scoprirebbe di essere indietro e al river si metterebbe in check/fold. Original raiser chiamando potrebbe avere anche full house“.
Qual è la morale? “Non bisogna giocare sempre standard. Nel cash game si fanno giocate atipiche bilanciando i range. Nei tornei io cerco di creare confusione nei miei avversari, mettendoli di fronte a scelte difficili.
In questo spot per esempio puntando al turn si può benissimo rappresentare un 8 oppure no. Ogni volta che racconti una storia sei credibile.
Quando affronti un giocatore aggressivo che sa sparare due o tre pallottole nelle varie strade, devi usare qualche trucchetto come la donk bet o il check/raise.
Può andare male, certo. Capita. Nello spot l’original raiser può avere un kappa ma tu puoi sempre prendere una asso o un terzo 6“.
Negreanu chiude così il suo intervento: “Non abbiate paura di fare giocate strane anche davanti alle telecamere. Io l’ho fatto per vent’anni“.
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