E’ stato un lunedì particolare quello di Giuseppe Ruocco, nonostante infatti gli oltre 9.000 euro incassati al ‘Sunday King’ porta con sé un minimo di rammarico.
“Ero stra-chipleader al Sunday Special di PokerStars con oltre 600.000 chips – ha raccontato ‘peppruocc’ – e ci tenevo tantissimo ad arrivare in fondo a questo torneo, che rimane il sogno di ogni grinder italiano. La prima ora invece è stata un incubo, ho perso tanto stack e alla fine sono stato eliminato al 30° posto. Sono comunque contento abbia vinto Andrea Degli Angioli, è un ragazzo che non ha alcuna paura a metterle in mezzo”.
Nel major targato People’s Poker, per contro, le cose sono andate molto diversamente.
“Ho addirittura rischiato di uscire in bolla, poi dopo qualche colpo vinto sono riuscito pian piano a sistemare la situazione. Il field è davvero fantastico, qualcuno dà proprio l’impressione di non sapere le regole. E’ un bene, chiaramente, ma allo stesso tempo non è semplice adattarsi a questa gente che fa mosse senza senso, come l’avversario che ho affrontato in heads-up. Il testa a testa lo abbiamo giocato da deep, ma è stato capace alcune volte di pushare preflop 80x, forse perché si stava rendendo conto che l’unico modo per battermi era attraverso uno showdown. Speravo di trovarmi con una monster in mano da big blind e alla fine, dopo oltre un’ora di lotta, così è andata: ho avuto coppia di Re, una volta ai resti nel preflop lui ha girato A-10 e ho vinto il colpo decisivo”.
Adesso sta giocando l’abi massimo per quanto concerne il punto it, ma Ruocco ha idea di spingersi sempre più verso il live, in versione mtt e cash game.
“L’intenzione è quella di andare a Campione, dove grindare live ha un senso. A mio avviso il poker dal vivo è molto più semplice rispetto all’online e la varianza è battibile in quanto è decisamente più facile vincere. Si riesce a essere focused al massimo e a cogliere ogni tipo di tell, facendo leva anche sul trash-talking. Ho fatto diverse deeprun all’IPO e live basterebbe davvero concretizzarne anche solo una per conquistare gloria e tanti tanti soldi, come è successo recentemente a Simone Speranza, collega di cui non posso che parlare bene. Dunque, concordo appieno col post scritto su Facebook qualche giorno fa da Carlo Savinelli, credo che abbia fatto centro al 100%”.
Queste sono le parole di un grinder che non fa della massa il proprio punto di forza, anche perché in questi anni si è dedicato pure alla carriera universitaria.
“Mi sono laureato in giurisprudenza e adesso sono avvocato. Non ho mai avuto, quindi, la possibilità di focalizzarmi completamente sul poker. Un po’ me ne rammarico, perché ho perso gli anni migliori per quanto concerne l’online in Italia, allora infatti era possibile fare tanti soldi grindando e con una concorrenza sicuramente meno dura di quella odierna. Personalmente mi ritengo un player particolare: sono autodidatta, non ho mai fatto coaching e nemmeno troppa review. Credo, tra l’altro, di avere dei range già validi per il dot com, dunque non nascondo che il confronto con avversari stranieri sarebbe per me un grande stimolo. Non ho assolutamente paura della liquidità condivisa. Qualora però questa non arrivasse forse punterei su Malta, poiché risiedono sull’isola alcuni amici”.
Come accennato il poker non è tutto per Ruocco, che si distrae dalla professione per rendere al meglio quando è impegnato a cliccare.
“Sono fidanzato da sette anni, quindi il venerdì e il sabato sono sacri, li dedico alla famiglia. Grindo tre/quattro volte alla settimana, sempre la domenica e il lunedì. E’ importante staccare perché il nostro lavoro è stressante, seppur abbiamo la fortuna di poterci gestire e non dipendere da nessuno. Rimane un impegno comunque alienante, che molti ventenni dotati di talento, a mio avviso, non riescono a gestire nel migliore dei modi. Hanno soldi, fama, spiccate doti pokeristiche, ma fuori da questo mondo è come se non avessero una propria vita…”.
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