Vi capita di fare un po’ confusione con i termini del poker?

Sapete per esempio qual è la differenza tra equity ed EV? Non temete, oggi vi proponiamo un articolo tecnico di Roy Cooke che ci chiarirà le idee.

Vi dice nulla il nome di Roy Cooke? Dovrebbe. Cooke è un interessante autore e pro classe ’57 che gioca a poker fin dagli anni ’70 negli USA e che ha scritto diversi testi sul gioco insieme a John Bond.

Nel 1999 Cooke è diventato anche il primo cardroom manager di una poker room online a soldi veri: il sito era Planet Poker, fondato nel 1998.

Ora fa il broker e il venditore a Las Vegas, ma i suoi articoli tecnici sono sempre online sul suo sito roycookepokerlv.com o sulle pagine di CardPlayer.

Vediamo dunque cosa scrive su equity ed EV. Il suo discorso inizia così: “Molte persone non conoscono l’esatta differenza tra equity ed EV. Infatti alcuni usano questi due termini come se volessero dire la stessa cosa.

L’equity è la percentuale di possibilità che ha una mano di vincere dopo il river. La probabilità include gli split ed è utilizzata per confrontare la tua mano contro il range avversario.

Il termine è usato in modi differenti, con o senza alcune carte da girare. Senza carte da girare e con una mano ignota dell’avversario, la tua equity è calcolata contro il suo range probabile.

Con carte a scendere e con le starting hands rivelate la tua qua equity è calcolata in base alle probabilità di vittoria date dalle ultime streets.

Ma con carte a scendere e mano sconosciuta dell’avversario, la tua equity è una probabilità contro il suo range possibile“.

Ecco un primo esempio: “AK ha il 45,76% di equity contro 1010, che ha 54,24% di equity. Detto questo, l’equity non include le implied odds o il valore economico della mano.

A-6 off ha più equity pre-flop di KQ, perché A-6 off ha circa il 54% di equity pre-flop. Ma KQ dovrebbe vincere più denaro nel tempo se gli stack sono deep, perché ha migliori implied odds rispetto ad A-6 off.

Uno dei motivi è che KQ gioca meglio contro il range avversario di call a una big bet o di raise, situazioni dove ti troveresti nei guai con A-6 off.

Il vero valore di una mano è la propensione a vincere soldi, non la qua equity (a meno che non si vada all-in pre-flop).

Questo perché l’EV o l’aspettativa di alcune mani è migliore rispetto a quella di certe mani che hanno equity maggiore, grazie alle implied odds“.

Scopriamo allora cos’è l’EV: “L’EV è la tua aspettativa. È differente dall’equity perché l’EV è la media di quello che ti aspetti di vincere grazie ad una certa giocata.

Foldare ha un EV pari a zero. Se prosegui nel colpo, il valore delle chips nel pot è calcolato in base al ritorno conseguente a una tua scelta di gioco.

Per esempio… Sei in heads-up e pui sperare solo in un gut shot dopo il turn per vincere un pot dove ci sono già $100 in mezzo. Il tuo oppo pusha $30.

Se foldi il tuo EV è zero. Se chiami ammonta a circa $18. Hai il 9% di possibilità di chiudere scala in un pot complessivo di $130. Il call da $30 restituisce una vincita media di $11,81. Il call ti costa $18,19 di EV“.

Chiarito il concetto? Cooke avverte: “Non scordarti di includere le implied odds. Nella realtà le cose diventano molto più complicate perché non riesci a delineare bene gli scenari futuri.

Comunque stimare l’EV è importante per prendere decisioni corrette. Più ti avvicini alla realtà, più sarai difficile da affrontare“.

Conclude con queste parole: “Nelle equazioni del gambling bisogna quantificare tutto in base all’EV. Quando scommettiamo, se puntiamo $10 con un ritorno atteso di $15, dobbiamo pensare di aver fatto $5 indipendentemente dall’esito della mano.

Poi non va sempre così, ma se continuiamo a fare scelte con EV positivo quelle chips prima o poi finiranno nel nostro stack“.

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