Quando ho iniziato a giocare era il mio sogno, ora finalmente è diventato realtà“, così Raffaele Sorrentino ha commentato la sua vittoria nel Main Event del PokerStars Championship presented by Monte-Carlo Casino®, un titolo da €466.714 raggiunto dopo un deal che, però, ha lasciato un po’ di amaro in bocca al campione azzurro: “Non ero convinto prima di farlo, non ero convinto mentre lo stavo facendo e non sono convinto ora, dopo averlo fatto“.

NEIL9432_Raffaele_Sorrentino_Michael_Kolkowicz_PCMON2017_Neil Stoddart.jpg

Sorrentino e Kolkowicz, chipleader all’inizio del tavolo finale

La vittoria avrebbe avuto un sapore ancora più dolce se fosse arrivata senza alcun accordo, dopo un dominio incontrastato dell’azzurro capace di fare bello e cattivo tempo al tavolo finale. “Tornando indietro, nonostante il rischio di perdere, avrei rifiutato il deal“. Parole pesanti che lasciano intravedere la voglia di vincere e la sicurezza di un giocatore che ha maturato la sua esperienza nei più importanti tornei online prima di affondare il colpo nell’evento live più importante del momento. La mano decisiva del torneo è stata un dejavu: quella stessa dealer aveva dato a Sorrentino le due donne che gli costarono l’eliminazione a un passo dal tavolo finale dell’EPT11 di Londra, proprio contro un tedesco. Questa volta, però, l’epilogo è stato diverso.

Sei il primo giocatore italiano nella storia a conquistare un PokerStars Championship Main Event: come ti senti?

Vincere un torneo del genere era il mio sogno da quando ho iniziato a giocare e adesso è diventato realtà. Sono molto, molto contento. Me l’avevano mezzo rubato a Londra ma ora mi sono riscattato.

C’è stato un momento in cui hai capito di poter vincere?

Non vorrei esagerare ma sentivo dall’inizio di poter vincere: il Day 1 è andato bene, il Day 2 pure, ma anche nel Day 3, quando avevo solo 20 bui, ho aspettato le carte giuste e non ho mai pensato di poter uscire. Soltanto in un’occasione sono andato all-in rischiando l’eliminazione.

Non è stata comunque una passeggiata, alcuni giocatori hanno mostrato giocate fuori dagli schermi. Kolkowicz, per esempio, era chipleader ma lo hai spinto a un tilt che ti ha regalato il trono dal quale non sei più sceso: che informazioni avevi su di lui?

Avevo giocato anche il Day 2 con Kolkowicz, non è un professionista ma una persona che gioca per divertirsi. Ha avuto molta fortuna ma alla fine sono riuscito a farlo tiltare portandolo dove volevo: sapevo che non reagiva molto bene ai colpi persi così, quando ne ha persi 2-3 di fila, ne ho approfittato.

Kolkowicz vs Sorrentino

Chi era il giocatore che temevi di più al tavolo finale?

L’unico che mi impensieriva davvero era Klatt ma in realtà poi non mi ha mai bluffato: quando ha giocato, ha avuto sempre top range. In pratica non si inventava niente, giocava solo quando aveva una mano.

Dalla vittoria del Sunday Special al trionfo in un evento del genere c’è una bella differenza: chi sono stati i giocatori che ti hanno permesso di evolverti fino a competere nei tornei più difficili del mondo? Ti abbiamo sentito ringraziare Mustapha Kanit…

Sono state diverse le persone che mi hanno aiutato perché mi confronto spesso con altri player. Musta è stato il primo ma dovrei menzionare anche Thomas Muehloecker, Bryn Kenney, Benny Spindler, Ole Schemion e Ami Barer, sono tutte persone che mi hanno parlato molto di poker e di mani. In un modo o nell’altro, il confronto ti permette di compiere passi da gigante. Ho cercato di sfruttare al meglio l’opportunità di potermi confrontare con questi giocatori, assorbendo come una spugna tutto ciò che dicevano.

Deal: sembravi poco convinto nel chiudere l’accordo, a un certo punto hai detto che avresti raggiunto il deal soltanto se il tuo avversario ti avesse lasciato il trofeo, come a dire che i soldi non erano poi così importanti rispetto alla picca. Poi però, confrontandoti anche con i tuoi amici, hai deciso di chiudere l’accordo, rinunciando a uno schiacciante vantaggio in chip che avrebbe pesato ancora di più.

Non ero convinto prima, non ero convinto mentre lo facevo e non lo sono neanche adesso, a giochi conclusi. In quel momento ero sicuro di poter vincere, del resto avevo quasi il triplo delle chip.

8G2A9413_Deal_Raffaele_Sorrentino_Andreas_Klatt_PCMON2017_Neil Stoddart.jpgLa discussione del deal

Per quanto possa essere forte, Klatt non mi sembrava un fenomeno in heads up da farci un deal ma qualcuno mi ha consigliato di farlo e alla fine ho ceduto. Con 140k di differenza avrei potuto mettere più pressione in heads up. Certo, qualche giorno prima aveva già vinto il PokerStars National Championship per 150k, ma i soldi in ballo erano comunque tanti e, secondo me, avrebbe fatto fatica a giocarlo. In quel momento non mi importava dei soldi, pensavo solo al trofeo. Sarei stato molto più contento di vincere senza deal ma mi hanno pressato per farlo, mi sono lasciato convincere dall’esperienza degli altri ma sono ancora dell’idea che non avrei dovuto farlo.

Alla fine hai vinto trofeo e prima moneta: potendo tornare indietro, col senno di poi, rifiuteresti il deal col rischio che l’heads up sarebbe potuto finire in maniera diversa?

Tornando indietro, il deal non lo farei, nonostante il rischio di perdere. A me piaceva un casino la cifra: €500.800, bella tonda. E poi volevo il trofeo. Avrei fatto deal se mi avesse dato trofeo e titolo senza proseguire la partita ma siccome si trattava del Main Event non era possibile.

8G2A9491_Raffaele_Sorrentino_PCMON2017_Neil Stoddart.jpg

Cosa cambia questa vittoria nella tua vita?

Continuerò a giocare al mio livello, faccio tutto con calma. Ora ho vinto il Main Event più importante della mia vita e quest’anno andrò per la prima volta a Las Vegas perché è il primo anno in cui mi sento preparato ad affrontare una competizione del genere.

C’è una mano che ti è rimasta particolarmente impressa?

La mano finale quando ho gli assi contro le donne di Klatt. Stiamo parlando di un tedesco con due donne, e al tavolo c’era la stessa dealer che mi fece perdere a Londra quando avevo io due donne e sono stato eliminato da un tedesco. Sembrava un segno del destino. Ma quando siamo andati allo showdown, sentivo che avrei vinto.

La mano finale

Quando tornerai in campo nel PokerStars Championship?

Dopo le World Series Of Poker farò un mese di vacanza e poi giocherò a Barcellona.

Qual è il tuo prossimo obiettivo come giocatore di poker?

Ovviamente il Main Event delle WSOP. Anche vincere il PokerStars Championship era un giorno, se uno ci crede… perché no? Potrei essere il primo italiano a vincerlo.

Abbiamo visto foto di te in spiaggia con la stessa camicia che hai indossato al tavolo finale…

Quella camicia l’avevo portata solo per il tavolo finale: è la mia camicia preferita, la metto in qualche evenienza, non la metto sempre.

8G2A9699_Raffaele_Sorrentino_PCMON2017_Neil Stoddart.jpg

Adesso che hai vinto, molti giocatori italiani sogneranno di diventare il prossimo Raffaele Sorrentino: cosa puoi consigliare a tutti gli amanti del poker che cercano la marcia in più per diventare player di successo?

Come detto prima, una cosa fondamentale è consultarsi con i migliori giocatori del mondo per imparare e apprendere. La seconda cosa è giocare contro i migliori al mondo partecipando ai tornei più grandi e importanti, sia live che online. Credevo di arrivare nervoso al tavolo finale ma sotto le telecamere ho dato il 100% anche se ero stanchissimo. Qualche errore l’ho commesso, come il rilancio di 2 milioni nell’ultima mano (menomale che aveva due donne altrimenti avrei buttato due assi) ma credo che giocare anche online tornei importanti ti faccia capire le mosse che fanno gli altri. In Messico ci sono persone molto forti con le quali posso confrontarmi. Chi vuole fare il salto deve avere il coraggio di spostarsi, anche partendo dai limiti bassi, per andare a grindare i tornei più importanti del mondo.

Durante la diretta abbiamo sentito la storia di tua madre che non voleva farti giocare, finché non ti ha visto al tavolo finale del Sunday Special. Ora che hai vinto quasi mezzo milione, cosa ti ha detto?

In Calabria, 9 anni fa, per una mamma di 60 anni, vedere il proprio figlio che gioca a poker non era facile da accettare. Era difficile spiegarlo: mi toccava giocare di nascosto per non farla arrabbiare e, fra l’altro, non avevo molti soldi, senza contare che c’è stato anche un periodo durante il quale ho perso. Per fortuna poi ho vinto il Sunday Special. “Ah ma stai giocando ancora”, mi disse quando arrivai a quel tavolo finale, io le risposi “Fammi giocare che il primo vince €50.000”, e lei “Ma veramente? Ti danno sti soldi?”, poi aggiunse: “Se arrivi secondo e vinci €20.000 non ti rompo più le scatole”. Quando ha sentito l’intervista si è messa a ridere, mi ha detto “Ti ricordi quando ti dicevo di non giocare?”.

Saluto la mia famiglia e tutti quelli che hanno fatto il tifo per me.

Gianvito Rubino per PokerStars.it

Gioca anche tu sulla poker room più grande d’Italia!