Main Event WSOP, parlano i protagonisti: Blumstein “lo sapeva”, per Ott è “irreale”, Pollack whina

Un’altra giornata ricca di emozioni si è conclusa nelle sale del Rio di Las Vegas. Il Main Event WSOP 2017 è infatti giunto al suo atto conclusivo, l’ultimo Day che incoronerà il nuovo campione del mondo. Nella giornata di oggi, la seconda del final table, il field è sceso da 7 left a 3 left. Ci sono state quindi quattro eliminazioni: l’argentino Damian Salas, lo statunitense Bryan Piccioli, il francese Antoine Saout e l’eccentrico player amatoriale inglese John Hesp.

Ecco le dichiarazioni a caldo dei protagonisti del final table, soprattutto quelle dei tre giocatori che stanotte si contenderanno il braccialetto e il primo premio di 8 milioni di dollari: Scott Blumstein, Dan Ott e Benjamin Pollak.

Main Event WSOP 2017: parlano gli eliminati

Damian Salas | 7° classificato per $1.425.000

“È stato un vero onore rappresentare l’Argentina e il Sud America”, ha dichiarato Salas, che poi è tornato sulla mano dell’eliminazione: “Purtroppo il poker è così, avevo pianificato di fare uno stop&go per fargli foldare un range migliore sul flop. Ma quando ho pescato un Asso l’ho voluto far bluffare e a quel punto non avevo più il controllo sul piatto”.

L’argentino è uscito dopo aver chiamato l’all-in di Ott con A-10 sul flop A-3-2. La sua trappola ha funzionato perché l’americano aveva 4-4 per una semplice scala incastro. Al river è sceso proprio un 5 che ha condannato Salas.

Damian Salas

Bryan Piccoli | 6° classificato per $1.675.000

È davvero finita“. Così ha commentato Bryan Piccioli nella conferenza stampa nelle sale del Rio poco dopo la sua eliminazione in sesta posizione. “È stata lunghissima, io ho giocato il Day 1A che si è tenuto due sabati fa. Sono 13 giorni? Finalmente è finita, ho bisogno di un po’ di tempo per capire davvero cosa è successo. Ora sono felice di stare con i miei amici e famigliari”.

Un giornalista ha chiesto a Piccioli quanto era riuscito a prepararsi tecnicamente nei tre giorni di pausa prima del final table. La sua risposta ha messo in luce la grande differenza rispetto alle scorse edizioni del Main Event, che prevedevano una pausa di tre mesi e il format dei November Nine:

“Una volta che ce la fai, quando raggiungi il final table, sei semplicemente esausto. Avrei voluto studiare di più, ma semplicemente non c’erano abbastanza ore nella giornata! Comunque sono molto felice di aver giocato il final table già a luglio, senza coaching, né circostanze strane”.

Per quanto riguarda il premio da 1.6 milioni di dollari, Piccioli ha le idee chiare:

Non mi cambierà molto la vita, non sono un tizio che si compra automobili o beni di lusso. Sono un ragazzo a cui piace divertirsi e viaggiare. Penso che visiterò qualche bel posto e continuerò a vivere la mia vita”.

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Antoine Saout | 5° classificato per $2.000.000

È stato divertente avere un connazionale al final table“, ha detto un rilassato Antoine Saout. “Ci siamo supportati per tutto il tempo, a dir la verità. Non avevamo mai giocato una mano insieme, quindi era anche meglio. Ora farò il tifo per lui, spero che Benjamin vinca”.

Saout aveva già giocato il final table del Main Event WSOP, ma nel Penn & Teller Theatre di Las Vegas, il palcoscenico dei November Nine. Giocare nelle sale del Rio non è la stessa cosa:

Era molto meglio la location precedente. Era rumorosa, dopo ogni rilancio partivano applausi e cori. Qui è tutto troppo calmo. Non c’era la giusta atmosfera”.

John Hesp | 4° classificato per $2.600.000

John Hesp è stato uno dei giocatori più amati e seguiti al final table, per il suo modo di approcciare questo momento ad alta tensione con un costante sorriso sulle labbra.

Non riesco neanche a spiegare cosa significhi per me tutto questo“, ha dichiarato visibilmente emozionato. “Ripagherei $10.000 per giocare questo tavolo finale, anche senza premi in palio. Ho adorato tutto questo, spero davvero di aver portato un po’ di felicità e positività nel gioco“.

Hesp era l’unico giocatore puramente amatoriale al final table e ha messo in chiaro che non punterà a diventare professionista dopo aver vinto 2.6 milioni di dollari:

Continuerò a giocare solo per divertirmi. Come ho detto ieri, non posso dire cosa farò dopo questo final table ma posso dire quello che non farò: non diventerò un giocatore professionista. Continuerò a godermi il poker, forse giocherò qualche torneo in più”.

John Hesp

Alla domanda se ci sia dell’amarezza per il monster pot da 151 milioni che ha segnato il suo final table, Hesp risponde con fermezza: “Non ho nessun rimpianto. Ho adorato tutta questa esperienza dall’inizio alla fine”.

Infine, il ricordo di Dave “Devilfish” Ulliot, leggenda del poker scomparsa l’anno scorso che ha appena fatto il suo ingresso nella Poker Hall of Fame: “L’ho incontrato tante volte nei casinò inglesi, era un uomo tutto d’un pezzo. Ha dato tantissimo al gioco, ero veramente triste quando ho scoperto che se n’era andato”.

Main Event WSOP 2017: le dichiarazioni dei tre finalisti

Scott Blumstein | chipleader con 226.450.000 chips

Scott Blumstein si presenterà alla giornata conclusiva del Main Event WSOP con una chiplead enorme: 226 milioni di chips contro gli 88 milioni di Dan Ott e i 45 milioni di Benjamin Pollack.

Blumstein ha dichiarato che prima dell’inizio del torneo aveva confessato ad alcuni amici di essere convinto di poter vincere. Ora si trova a un passo dal successo.

“Le carte sono state favorevoli, speravo che succedesse qualcosa di positivo ed è successo“, ha dichiarato. “Nel poker tutto ciò di cui hai bisogno è una svolta. Tutti inseguono lo stesso obiettivo quando giocano questo torneo. Non posso credere che stia succedendo davvero, ma fin dall’inizio ero convinto di poter fare una buona prestazione“.

Blumstein, che è stato coachato brevemente da Fedor Holz, ha svelato qual è la sua arma: “Il bello di questo torneo è che ha una ottima struttura, ogni volta che ho commesso un errore sono riuscito a recuperare. Questo gioco è soprattutto mentale, e io mi sento in un ottimo stato mentale“.

Scott Blumstein, Benjamin Pollak e Dan Ott

Blumstein deve per forza puntare alla prima moneta considerando il big stack, ma ammette di pensare anche al premio di 3.5 milioni di dollari che si è già assicurato.

“Ci sono tanti soldi in palio. Sono emozionato per la cifra che ho già vinto, come potrei non esserlo… Ecco perché domani sarà facile: giocherò per vincere. Non lascerò che i soldi mi condizionino, perché quando sei già soddisfatto del risultato acquisito, non hai motivo di preoccuparti per altro”.

Infine, Blumstein ha detto di stimare molto i suoi ultimi due avversari, che sono decisamente diversi tra di loro ma al tempo stesso temibili.

Ben (Pollack, ndr) è un grande giocatore, che partecipa a tornei importanti in Europa. Per poter giocare l’EPT, devi essere per forza molto bravo. Lo rispetto. Dan gioca alla grande. Io e lui abbiamo storie simili, essendo grinder online che giocano piccoli tornei dal vivo. Per noi due, essere in questa posizione è davvero straordinario“.

Dan Ott | Secondo con 88.375.000 chips

“Ho iniziato la giornata con 14 big blinds e volevo solo centrare un paio di double-up”, ha dichiarato il secondo giocatore nel chipcount. “Ho vinto alcuni all-in e non posso dire di essere stato sfortunato. Sono riuscito a farmi pagare in alcuni spot e ho chiuso la giornata con quasi 90 milioni”.

Come ci si prepara per una giornata ad altissima tensione come quella di domani? Dan Ott ha le idee chiare: “Per prima cosa andrò a dormire e poi domani mattina lavorerò un po’ sui miei avversari, guarderò come hanno giocato finora. Mi preparerò soprattutto studiandoli“.

Contrariamente a Blumenstein, Ott non si aspettava minimamente di spingersi così avanti nel torneo:

È irreale, non mi aspettavo di arrivare così lontano. Non mi aspettavo di centrare il final table a inizio Day 7 e non mi aspettavo di arrivare a 3 left a inizio final table. Non riesco a descrivere cosa provo. Il calore di chi è venuto qui a supportarmi significa tutto per me”.

 

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Benjamin Pollack | Terzo con 45.850.000 chips

Ultimo player europeo in gioco, ma forse il più esperto e forte dei tre. Il professionista francese ripartirà però con uno shortstack di 45.8 milioni e ha già qualche rimpianto prima ancora di essere stato eliminato.

Oggi tutte le mani sono andate male, è stato davvero difficile gestire questa situazione. Soprattutto per i grandi salti nel payout, ovviamente”.

Pollack ha parlato dei suoi tre connazionali (Reard, Messina e Saout) presenti al Day 7, che lo hanno supportato al final table: “Con Saout non avevo mai giocato prima del tavolo finale. È bello avere il loro supporto, perché esultavano ogni volta che vincevo una mano. E considerando che oggi ne ho vinta una ogni quattro ore, era importante…”

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