Arteezy, il fenomeno da $1 milione che ha rivoluzionato Dota 2 ispirandosi a Michael Jordan

Di Arteezy avevamo accennato qualcosa parlando dei team favoriti a The International 2017, ma la storia di questo ragazzo è talmente particolare che merita di essere scoperta, in un periodo storico in cui gli esport in Italia hanno proprio bisogno di personaggi.

Perché Arteezy questo è: un personaggio. Larger than life, direbbero gli americani. Uno di quei fenomeni che in ogni disciplina nascono una volta ogni mezzo secolo, insomma. Perché da quanto è arrivato lui, Dota 2 non è stato più lo stesso gioco.

Arteezy

Artour ‘Arteezy’ Babaev

Le origini di Arteezy

Arteezy, vero nome Artour Babaev, è nato in Uzbekistan, dove è vissuto per i primi due anni della sua vita. Poi, i genitori decisero di trasferirsi in Canada, dove sono rimasti da allora. A Vancouver, per essere precisi.

“Lo hanno fatto perché io potessi andare a scuola e diventare qualcuno”, racconta Arteezy. “Ovviamente le cose non sono andate proprio come pianificato, ma alla fine mi è andata bene lo stesso. In fondo, faccio ciò che mi piace”.

E lo fa decisamente bene. Babaev ha cominciato a giocare a Dota 2 quattro anni fa e in breve è riuscito a vincere qualcosa come 1 milione di dollari in premi. Senza contare gli accordi di sponsorizzazione e gli stipendi come membro di prestigiose squadre di esport.

Dagli Evil Geniuses al Team Secret e ritorno… due volte

Da quando Arteezy ha deciso di giocare a Dota 2 da professionista, il gioco è radicalmente cambiato. Le sue play, le sua intuizioni, hanno fatto scuola. Il canadese ha la capacità di studiare e leggere ogni minimo dettaglio, scoprendo giocate e dinamiche che in realtà erano già lì, sotto gli occhi di tutti. O meglio, sotto gli occhi di qualcuno dalle capacità cognitive fuori dalla norma.

Non è un caso che i suoi servigi siano contesi dai più forti team al mondo. In quattro anni, Arteezy ha fatto parte per due volte del team Evil Geniuses e altrettante del Team Secret, facendo avanti e indietro.

Il tutto con un solo obiettivo: vincere il The International, che è come il Main Event WSOP per i giocatori di Dota 2. Missione, finora, fallita – nonostante abbia avuto tre occasioni.

Dota 2

Dota 2

Come Michael Jordan

Per Artour, il The International è una vera e propria ossessione. “Non mi interessa tutto il resto, voglio semplicemente vincere il The International”, è il suo mantra. Lui, che quando gioca ascolta per ore sempre la stessa canzone: se vince, la ripropone al torneo successivo. Altrimenti, smette per sempre di ascoltarla.

“How to be Like Mike: Life Lessons about Basketball’s Best” è il suo Vangelo. Il libro di Pat Williams sulla storia di His Airness lo ha aiutato molto, sin dall’inizio della sua carriera, e probabilmente quando vincerà il The International – e prima o poi succederà, ne siamo sicuri – nelle interviste di rito questo volume farà parte dei ringraziamenti.

Perché, come (pare) abbia detto Michael Jordan, “i talenti vincono le partite, ma l’intelligenza e il gioco di squadra vincono i campionati”.

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La sindrome dell’1vs5

Ma come può il giocatore che ha rivoluzionato Dota 2, venendo imitato da giocatori amatoriali e professionisti, non essere ancora riuscito a conquistare il The International? È come se MJ avesse appeso le scarpe al chiodo senza vincere neppure un anello coi suoi Chicago Bulls.

“Ho sempre avuto il problema di pensare di essere da solo contro il mondo”, racconta Arteezy. “Io la chiamo la mentalità dell’1vs5. Si badi bene, il canadese non è che ritenga inutili i suoi compagni di squadra.

Semplicemente, per lui vittoria o sconfitta dipendono esclusivamente dalla sua prestazione. “Negli ultimi tempi ho lavorato molto su questo concetto, e sono migliorato tanto. Al termine di una partita penso se non avrei potuto fare meglio, ma anche se insieme avremmo potuto fare una mossa diversa”.

Destinazione The International 2017

Con la sua abilità strategica, la sua skill mnemonica e la capacità di vedere giocate che nessun altro è in grado di vedere, Arteezy è sicuramente ancora oggi, dopo quattro anni, uno dei migliori giocatori di Dota 2 al mondo.

Ma si sa, per essere definiti i migliori, bisogna vincere il torneo più importante nella propria disciplina, altrimenti – almeno per gli almanacchi – ci sarà sempre qualcuno che è stato più bravo di te.

Il The International 2017 è già cominciato: la prima fase a gironi terminerà il 6 agosto, e agli Evil Geniuses di Arteezy basterà arrivare tra i primi 8 nel proprio raggruppamento (su 9 team) per accedere al Main Event vero e proprio.

Dal 7 agosto in poi, Artour avrà il suo ennesimo appuntamento con la storia.

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