Liquidità internazionale: la Spagna strizza l’occhio alla Danimarca e al .com, per UK chiusura totale

Deve ancora partite il progetto della liquidità condivisa tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo (sul timing di partenza abbiamo pubblicato le ultime indiscrezioni) che la Direccion General de Ordenaccion del Juego, l’authority di regolamentazione del gioco iberico, ha pubblicato una relazione destinata a far discutere e che potrebbe aprire nuovi scenari sul futuro del poker europeo.

 

Spagna da 4 anni favorevole al dot com

C’è però da fare una premessa: i vari direttori che si sono succeduti al comando del DGOJ non hanno mai nascosto l’ambizione di accedere ad un mercato europeo senza frontiere (se non mondiale del poker) addirittura consultando anche diversi paesi sudamericani. Per il DGOJ, l’opinione come è che il pool dot com sia comunque preferibile nel lungo periodo. Già nel 2013 l’ente regolatore spagnolo guardava con interesse al .com.

Una posizione saggia e realista, considerando che la breve ma intensa storia del poker online ci ha insegnato che più il field è esteso e maggiori sono le possibilità di successo.

Ma interessi politici comuni dei Governi coinvolti hanno spinto ad una liquidità più regionale.

Il messaggio iberico: il documento che esalta il modello danese

Il DGOJ però torna alla carica e sembra lanciare un messaggio anche ai partner europei, avvisandoli.

In un recente documento ufficiale (segnalato da GiocoNews), l’ente regolatore premia ed esalta il modello danese.

“… Si ravvede che i Paesi in cui la liquidità internazionale è consentita, gli effetti sui valori di mercato sono migliori rispetto a quei paesi in cui non lo è”.

Abbiamo confrontato il Ggr (gross gaming revenues) tra due mercati con la liquidità internazionale consentita e la Spagna che ha scelto per ora la pooling liquidity regionale con Francia e Italia”.

Il mercato danese del poker online genera più reddito netto pro capite rispetto a quello spagnolo o italiano nonostante le ridotte dimensioni statali e demografiche“.

Errore di valutazione

Senza dubbio gli spagnoli hanno ragione quando esaltano il modello, nel poker online, del field condiviso a livello internazionale, ma sui termini di paragone con la Danimarca c’è un errore di fondo. Non è che la spesa pro capite danese sia più alta perché fa parte di un pool internazionale. In realtà storicamente, questo mercato (e questo discorso vale per tutti i paesi scandinavi  più l’Olanda) ha sempre mostrato una spesa pro capite per giocatore parecchio più deep rispetto alla media mondiale, sia per una questione di capacità di reddito notevolmente migliore sia perché vi è una tendenza più spiccata al gambling (high roller). I dati storici  delle varie poker rooms dot com sia  delle piattaforme di affiliazione lo testimoniano.
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La Spagna vuole allargamento alla Danimarca per aprire la porta del com?

Nonostante ciò, il messaggio spagnolo non va assolutamente sottovalutato ed apre scenari impensabili.

E’ molto probabile che la Spagna voglia aprire alla liquidità regionale europea verso il dot com, usando la porta della Danimarca (è un mercato regolamentato ma con field condiviso e aperto alla rete internazionale), con un accordo con le piattaforme dot dk. Un progetto molto simile stava per realizzarsi (grazie all’interesse di diversi operatori) con la Gran Bretagna, ma sul più bello Brexit ha fatto saltare il banco.

L’accordo fallito per colpa di Brexit

I Governi di Francia e Italia hanno oramai posto il veto sul Regno Unito ma la Danimarca potrebbe essere la chiave di volta, in futuro, per allargare la liquidità da regionale ad internazionale (tradotto: da Italia, Francia, Spagna e  Portogallo al dot com).

Una cosa è certa: tra i partner europei c’è la volontà di passare presto ad uno step 2. L’inizio vedrà coinvolti solo 4 stati ma sarà una sorta di aperitivo… Le uniche incognite sono i tempi di realizzazione. Si parla di processi molto lunghi.

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