Chicken Ranch (Las Vegas), è rivoluzione: le prostitute saranno co-proprietarie del bordello

Si chiama Chicken Ranch, è situato a un centinaio di chilometri da Las Vegas, e nel suo piccolo potrebbe dare il via a una vera e propria rivoluzione nel mondo della prostituzione legale: diventerà il primo bordello negli USA in cui le dipendenti saranno anche co-proprietarie.

Merito dell’intuizione di Dennis Hof, proprietario e gestore di parecchi bordelli del Nevada, più precisamente nella contea di Nye: “Voglio dare alle ragazze la possibilità non solo di investire ed essere proprietarie delle quote, ma anche di dire la loro nella gestione”.

 

Chicken Ranch

A Las Vegas non esistono bordelli… per ora

 

A Las Veags la prostituzione è illegale, ma…

In molti pensano erroneamente che la prostituzione sia legale a Las Vegas, ma in realtà non è così. I bordelli sono legali nel Nevada, ma soltanto nelle contee con una popolazione inferiore ai 450.000 abitanti. La contea di Clark, dov’è situata Las Vegas, supera agilmente i 2 milioni.

Ma non occorre fare troppa strada per trovare il milionario giro d’affari del sesso a pagamento. Chiedere per conferma a Dennis Hof, che nella succitata contea di Nye è proprietario di ben sette bordelli, tra i quali il noto Bunny Ranch.

Alcuni dei bordelli, Hof li ha soltanto in gestione. Chicken Ranch compreso, che però i proprietari hanno messo in vendita qualche giorno fa, alla cifra di 4,5 milioni di dollari. Se vi sembrano tanti, sappiate che parliamo di 40 acri di struttura.

Che tra l’altro comprendono un ampio salotto, una cucina, le camere da letto delle ragazze, un bar, dei bungalow per gli ospiti, alcuni uffici, una piscina, una spa, una palestra e un magazzino. Compresi nel prezzo anche mobili e ammennicoli vari.

Chicken Ranch: per investire servono almeno $25.000

A dirla tutta, Hof inizialmente non era interessato ad acquistare il Chicken Ranch, fino a quando una delle sue ragazze non ha palesato la volontà di trovare in qualche modo il denaro per comprare la struttura, se non l’avesse fatto lui.

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“Così ho pensato di coinvolgerle tutte” – parliamo di 540 dipendenti – “proponendole di entrare in affari con me. In questo modo avrei trovato il denaro necessario per comprare il Chicken Ranch, rinnovarlo e dare alle ragazze la possibilità di avere potere decisionale. Diamine, loro ‘sono’ questo business: se non lo conoscono loro, chi altro?”

I termini dell’offerta di Hof sono chiari: un investimento minimo di almeno 25.000 dollari. Le ragazze otterranno una quota dei profitti del bordello in base alla loro percentuale.

Una mossa dal potenziale non indifferente, non solo dal punto di vista sociale – si tratta di un evento senza precedenti negli USA – ma anche economico, ovviamente: “Spero che avendoci investito, le ragazze tratteranno il Chicken Ranch come se fosse loro… e che le vendite salgano al calare delle spese”.

Parola alla sociologa

Intervistata da knpr.org sulla questione Chicken Ranch, la sociologa Barb Brents ha sottolineato come nel mondo esistano già altri bordelli di cui le lavoratrici possiedono alcune quote, ma farlo nel Nevada sarebbe un cambiamento radicale.

“C’è questa immagine – giusta o sbagliata – che i proprietari dei bordelli siano dei papponi. Perciò fare in modo che le donne che ci lavorano siano co-proprietarie sicuramente farà cambiare il modo di pensare a tanta gente”.

Addirittura, secondo la Brents, l’idea di Hof potrebbe addirittura portare la contea di Clark – e quindi Las Vegas – a legalizzare la prostituzione.

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