Lisandro Kaunitz ed altri due ricercatori universitari sviluppano sistema per battere i bookmakers: profit dell’ 8,5%

Il ricercatore Lisandro Kaunitz dell’Università di Tokyo ed altri suoi amici scienziati hanno studiato un sistema per battere i bookmakers. Tale approccio scientifico è stato applicato al calcio e gli ha garantito un ritorno dell’8,5% prima del ban degli allibratori. Il sistema matematico si è rivelato efficace, pure troppo per i bookmakers…

Quando i bookies calcolano le odds su una partita, utilizzano dati storici appropriati ed analisi statistiche molto accurate e sofisticate. In questo modo prevedono i prezzi più aderenti alle reali probabilità dell’uscita dell’esito. Almeno in teoria, ma non è sempre così.

Certi match e certe squadre sono naturalmente più popolari di altre ed attirano maggiore liquidità: si vengono quindi a creare delle situazioni, con le quote d’apertura che vengono modificate dagli oddsmaker. In poche parole le linee delle quote differiscono dalle probabilità reali calcolate. In tal caso si vengono a creare possibili value bets come vi abbiamo più volte spiegato.

Kaunitz ha elaborato un sistema che ha identificato tali opportunità, con l’individuazione delle odds favorevoli allo scommettitore (in un secondo articolo entreremo nel dettaglio della strategia seguita) e non al banco.

Sono riusciti a calcolare le quote eque di mercato ed individuare, in poche parole, il potenziale outlier (in statistica con questo termine si indicano, in un insieme di osservazioni, un valore anomalo e aberrante; un valore quindi chiaramente distante dalle altre osservazioni disponibili).

 

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In poche parole sono stati capaci di individuare delle value bets attraverso un criterio statistico che vi spiegheremo e lo compareremo con altri sistemi molto noti nel betting.

Per testare il loro sistema, hanno analizzato 479.440 partite di calcio giocate dal 2005 al 2015. Questa simulazione ha fornito un ritorno, alle loro value bets, pari al 3,5%. Utilizzando una posta immaginaria di $50 per bet, l’utile equivalente simulato è stato di $98.865 per 56.435 scommesse. Il ROI è stato del 3,5%.

Una simulazione casuale, senza tener conto delle scommesse per valore ha reso -3,2% di ritorno.

“A questo punto – spiega il ricercatore universitario – abbiamo deciso di scommettere con denaro reale”.

In teoria sembravano tutte rose e fiori: “nel corso di 5 mesi, abbiamo piazzato 256 scommesse da $50 con un 47,2% di win rate e un profitto di $957,50, con un ritorno importante dell’8,5%”.

Peccato che il mercato abbia immediatamente reagito: “l’industria delle scommesse sportive ha la libertà di pubblicizzare e offrire quote ai propri clienti – ha spiegato lo scienziato – , ma questi clienti devono per forza perdere. Se hanno successo vengono bannati o limitati e tutto questo è scorretto”.

Con le loro vincite cosa hanno fatto? Kaunitz ha detto: “ho offerto a mia moglie una bella cena a Tokyo”. Almeno una piccola soddisfazione dopo tutto questo lavoro…

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