Giovanni Carboni (EGLA): “Liquidità condivisa rafforza mercato legale. Direttiva anti-riciclaggio recepita nei 4 paesi”

E’ un momento storico per il poker online italiano ed abbiamo contattato Giovanni Carboni di Carboni&Partners – EGLA, autorevole consulente sempre coinvolto nel lungo processo che sta portando alla introduzione della liquidità condivisa tra Italia, Francia, Spagna e Portogallo.

Giovanni Carboni di Carboni & Partners – EGLA

Cogliamo l’occasione con lui per fare il punto sul progetto che permetterà ai nostri giocatori di poter sfidare i “colleghi” europei e chiarire le potenziali problematiche che potrebbero riscontrarsi nella fase di avvio del prossimo mercato “europeo”. C’è da dire che Carboni smentisce a chiare lettere le falsità e la disinformazione circolata in rete nelle settimane precedenti, alimentate dalla campagna mediatica contro questo progetto.

AP: Ritiene che da un punto di vista tecnico siano state definite tute le regole di “ingaggio” per la partenza della liquidità condivisa? Manca qualcosa, ancora da definire?

GC: Dal punto di vista dei sistemi non ci sono regole da definire tra i 4 partner. Il gioco è ovviamente lo stesso, salvo le limitazioni italiane sui buyin, ed è totalmente gestito dalle piattaforme degli operatori. l reporting analitico delle attività di gioco all’Authority è chiesto in tutti e 4 i Paesi, ma con metodi diversi e ciascuno conserverà il suo, pur integrandolo con informazioni riguardanti i giocatori “esteri”.

AP: A che punto è l’Italia?

GC: Gli adeguamenti sono in Italia ad uno stadio più arretrato rispetto agli altri Paesi e non sono stati ancora pubblicati. La loro definizione però è avanzata e non sono complicati. Uscendo dall’ambito tecnologico, le regole di ingaggio tra le Authorithy, con le quali trova attuazione la cooperazione e lo scambio di informazioni, sono definite nell’accordo e troveranno secondo me una operativa definizione sul campo, una volta partiti. Le analisi condotte hanno portato a concludere che non è necessario rendere identiche tra i Paesi regole e misure per la sicurezza e la supervisione.

AP: In merito all’antiriciclaggio vede particolari problemi?

GC: I 4 Paesi applicano tutti la IV Direttiva UE, pur se può esser stata implementata in modi in parte diversi. Possono aver adottato perciò procedure di verifica dell’identità del cliente e di registrazione delle operazioni tra loro in parte diverse, ma l’assunto è che esse sono sostanzialmente equivalenti.

AP: Per quanto riguarda la tassazione ci conferma che rimarrà invariata per tutti e quattro i mercati coinvolti? Come si regoleranno gli operatori?

GC: Il cambiamento della tassazione comporta in ciascuno Stato un intervento sulla legislazione primaria, che non è previsto al momento. Perciò dobbiamo dare per scontato che si partirà con le tassazioni attuali. Peraltro solo nel caso del poker cash della Francia siamo di fronte ad un disallineamento forte, che sarà non facile assorbire, calibrando i rake.

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AP: Questo disallineamento forte con la Francia nella tassazione nel cash come può essere gestito?

GC: Era stato proposto da alcuni operatori di cominciare con il solo poker a torneo, opzione che tra l’altro è stata recuperata dall’associazione Logico in una dichiarazione di pochi giorni fa. Altri, in particolare i francesi, sostengono l’adozione contemporanea delle due modalità di gioco. Qualora si volesse procedere con particolare prudenza sarebbe logico prevedere, in una prima fase, da parte dell’Italia, l’ingresso nella liquidità condivisa del solo poker a torneo, un gioco di abilità a totalizzatore, oggettivamente tranquillo.

AP: Le comunicazioni come saranno gestite? Quale sarà il ruolo di Sogei e come si relazionerà con gli altri enti regolatori?

GC: Ciascun Paese conserva le proprie modalità di reporting, cioè di trasmissione o messa a disposizione dell’Authority delle informazioni riguardanti l’attività di gioco. Tali informazioni anche dopo l’adozione della liquidità condivisa saranno fornite direttamente dal titolare di licenza alla sua Authority e quindi al suo partner tecnologico, distintamente per ciascun Paese. Lo scambio informativo tra le Authority a mio avviso è di due tipi. Da un lato su richiesta per la gestione dei casi che richiedono indagine, cioè le eccezioni, dall’altro per la fornitura di statistiche, cioè di dati aggregati. In tal senso Sogei è un consulente tecnico dell’ADM e non vedo la necessità di una particolare integrazione operativa con gli equivalenti partner tecnologici degli altri regolatori.

AP: Che tipo di passaggi formali devono essere ancora compiuti?

GC: In ciascun Paese l’operatore deve ottenere la formale autorizzazione ad effettuare il gioco in circuito con altri operatori con licenza degli altri Paesi ovvero con “se stesso” in quanto autorizzato in altri Paesi aderenti all’accordo. Dovrà pertanto essere definita e data attuazione a tale procedura. Il processo è a mio avviso indipendente in ciascuno dei 4 Paesi.

AP: Può essere la liquidità condivisa secondo lei un modo per rafforzare il gioco legale?

GC: Ritengo che la liquidità possa contribuire a ostacolare il gioco illegale in due modi. Da un lato rende l’offerta legale più appealing e pertanto richiamerà una quota di giocatori che si sono allontanati dai circuiti legali per tale motivo. Dall’altro lato sono convinto che questa cooperazione accelererà il confronto e la selezione tra le practice dei diversi Paesi nel campo della sicurezza, legalità e correttezza del gioco, portando all’adozione delle migliorie, anche a vantaggio della qualità del modello italiano che è eccellente su molti aspetti ma migliorabile su alcuni. Ad esempio la policy italiana di forte protezione del consumatore finisce talvolta col rendere difficile la sanzione del giocatore fraudolento e/o collusore. Su questo fronte credo che gli altri Paesi possono aiutarci a rendere più efficace il nostro sistema.

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