Molly Bloom torna a parlare e rivela: “Ho visto un tizio perdere 100 milioni di dollari in una sera”

A tre settimane dall’uscita nelle sale di Molly’s Game (qui il trailer ufficiale), Molly Bloom ha partecipato al Most Powerful Women Next Gen Summit organizzato dal Fortune, dove naturalmente ha parlato di quando gestiva uno dei business di poker illegale più grossi d’America.

Ricordiamo che il film sulla sua vita, che segna il debutto cinematografico di Aaron Sorkin in qualità di regista, ha ottenuto recensioni più che positive tra chi ha potuto visionarne l’anteprima: su Rotten Tomatoes, ad esempio, Molly’s Game ha un rating addirittura del 90%.

 

Molly Bloom

Molly Bloom

 

“Nel 2009 ho dichiarato 4 milioni di dollari”

Intervistata da un giornalista del Fortune, Molly Bloom ha ripercorso i primi passi di una rapida scalata che l’ha portata ad essere definita la principessa del poker underground: “Avevo questa partita a New York, che si giocava una o due volte a settimana. Il buy-in era di 250.000 dolllari e ci giocavano principalmente broker di Wall Street”.

Una vita vissuta in maniera frenetica, sotto costante pressione: “Quando dovevo riscuotere i debiti non è che potessi usare la violenza, non faccio certo paura. Io facevo da ‘banca’, controllavo i giocatori”.

Ma quanto guadagnava dal suo ruolo? Nel 2009 ho dichiarato oltre 4 milioni di dollari. Sì, pagavo le tasse sul mio business illegale”.

Molly Bloom: “Le mance? Perché permettevo loro di giocare a credito”

Come abbiamo più volte raccontato, Molly Bloom ha fondato il suo impero sulle mance, almeno inizialmente. “In principio mi davano la mancia perché portavo i drink ai giocatori, ma poi il discorso cambiò radicalmente.

Dato che non potevano presentarsi con valigette piene di banconote, io permettevo loro di giocare a credito. Così, quando vincevano, mi davano la mancia proprio perché era grazie a me se avevano potuto sedersi al tavolo, giocare e vincere.

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Una volta ho visto un tizio perdere 100 milioni di dollari in una serata: giocava a poker, a backgammon, scommetteva. Fu qualcosa di davvero folle”.

La mafia russa, le droghe, il baratro

La parabola di Molly Bloom ha cominciato la sua discesa in un momento ben preciso: “Spesso venivo derubata, così ad un certo punto cominciai a intascarmi una percentuale dei piatti. Fu in quel momento che attraversai la linea e finii nei guai in cui poi sono finita”.

Anche perché qualcuno dei suoi clienti si scoprì far parte della mafia russa: “Io controllavo i giocatori, è vero… probabilmente non avrò un futuro lavorativo nel campo dei controlli”, ha scherzato la Bloom.

“Fu un mix di ambizione, ingenuità e avidità. E poi arrivò la droga. A volte le partite duravano anche tre giorni di fila e io non potevo permettermi di andare via, né di interromperle (non sarebbe stata una mossa intelligente). Cercai in tutti i modi di aggrapparmi a questo business che mi aveva legittimato come persona.

Com’è andata a finire la sua storia, ormai lo sappiamo tutti.

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