DavideTheRed (Pokermagia): “il field dei 100 Spin & Go è battibile a certe condizioni. La condivisa è LA soluzione per rilanciare il cash”

DavideTheRed è un coach di lungo corso di Pokermagia: ha giocato a cash game per una vita e negli ultimi anni si è dedicato alla mission di Pokermagia Spin con ottimi risultati. Il grinder campano ama il basso profilo, sono rarissime le sue interviste: l’ultima è stata nel 2012 (!), per questo motivo, quando decide di aprirsi e di parlare c’è da prenderlo sul serio.

Ciao Davide, l’ultima volta che ti abbiamo intervistato è stato nel 2012 quando facevi il coach per Pokermagia heads-up. Ci siamo persi qualche capitolo della tua vita e della tua carriera pokeristica, cosa puoi svelarci al riguardo?

Buongiorno a te, effettivamente è passato molto tempo dall’ultima volta che ci siamo sentiti e sono cambiate davvero tante cose! All’epoca grindavo cash game già da un po’ di tempo.

DavideTheRed, coach di lungo corso di Pokermagia

Da quanto tempo ti ritieni un poker pro?

Ormai “vivo di poker” da oltre 7 anni, che nel nostro mondo sono almeno 3 intere epoche. Intanto la vita mi ha regalato altri due bambini, per cui siamo a tre in totale e, se da un lato sono una gioia continua, dall’altro sotto l’aspetto lavorativo devo fare i conti con gli impegni di un marito e padre presente il più possibile.

Pokeristicamente, per diverso tempo ho continuato a giocare cash game, principalmente heads up ma con qualche shot anche al 6max, togliendomi parecchie soddisfazioni nel complesso.

La tua esperienza negli heads-up cash game ti ha aiutato? Come si adatta un cash gamer ad un gioco completamente diverso come i Sit Lottery?

Prima di entrare a far parte del progetto Spin, non avevo praticamente mai giocato un sit&go in vita mia se non quelli da 1 euro per puro divertimento, ancora prima di darmi al professionismo. L’esperienza pregressa nel cash game heads-up mi ha indubbiamente favorito in quanto, se è vero che una fase degli Spin si gioca in 3-way, la restante parte è nient’altro che un sit HU hyper turbo: il gioco è molto diverso dal cash game, che mi vedeva impegnato quasi sempre con uno stack pari o superiore ai 100 big blinds, ma alcuni principi sono comuni, in particolare l’abitudine a giocare con range molto larghi.

Tu che sei stato cash gamer per tanto tempo puoi forse indicare la strada meglio di altri (politici, burocrati, pseudo esperti e manager), visto l’esperienza maturata sul campo. Qual è secondo te la strada migliore, la soluzione, per rilanciare questo gioco in Italia ed a livello globale? La liquidità condivisa per il nostro mercato può essere una soluzione?

La liquidità condivisa è LA soluzione, i giocatori italiani hanno voglia di confrontarsi con altri giocatori provenienti dal resto d’Europa e, perchè no, un giorno anche del mondo, in particolare adesso che in determinate specialità si è raggiunta la maturità adatta a poterlo fare. Tra l’altro, l’arrivo della liquidità condivisa darebbe nuova linfa al poker online italiano che, per gli appassionati del gioco, è certamente il modo più sano per divertirsi senza rischiare di rovinarsi, cosa che accade con preoccupante puntualità, invece, con i giochi da casinò e le scommesse.

 

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C’è da valutare anche il gap con i pro stranieri. Partiamo dai nostri: dal 2011/2012 ad oggi quanto è cambiato il gioco in Italia? Che tipo di evoluzioni ci sono state?

Il 2011 è stato un anno molto particolare a causa dell’introduzione del cash game sulle poker rooms .it, con un field davvero facilissimo per chiunque avesse una chart per il preflop e conoscesse un paio di nozioni davvero semplicissime quali il c-bettare qualsiasi flop, con qualsiasi paio di carte, contro i fish e valutare come mossa super-forte un raise fronteggiato tra turn e river; da allora c’è stata una progressiva evoluzione del gioco in Italia in generale, quantomeno nel cash game, con dinamiche via via sempre più complesse ed un indurimento del field sempre maggiore, diminuendo via via anche lo storico gap rispetto alle poker rooms .com.

Stai grindando con Pokermagia Spin i €100: vuoi condividere con noi i tuoi results?

Grafico 1: risultati overall Spin 25+ (chips vinte)

Questi sono i miei grafici: il primo è il mio grafico overall agli Spin 25+. Il secondo riguarda gli ultimi Spin giocati solo ai 100.

Risultati in parte condizionati, mi dicono, dal fatto che affronti uno dei field più duri o sbaglio? Non scegli la via più facile…

I risultati non sembrano così strabilianti, però è vero: gioco solo di giorno proprio per mantenere il più possibile la vita di un essere umano. Non interagisco minimamente con il field molto più facile della notte.

Abbiamo intervistato diversi tuoi colleghi e coachati ma è da un pò che non sentiamo players che grindano ai 100. Questo livello è davvero così duro? Che tipo di field devi affrontare ogni giorno?

Il field ai 100s è duro ma non imbattibile con gli strumenti giusti, e sono questi ultimi che in Pokermagia, come coach, cerco di fornire ai ragazzi che seguono le mie lezioni: spesso si parte dalla review di una partita, oppure di una serie di mani specificamente selezionate per spaziare fino all’analisi dei singoli spot, tramite i più comuni software di supporto e facendo un uso piuttosto massiccio anche dei risolutori GTO, così da rendere il più possibile chiaro a tutti il perchè determinate linee siano migliori rispetto ad altre.

In parte l’hai già svelato. Entriamo in un argomento caldo: puoi, almeno in parte, raccontarci quale sia il vostro metodo? Avete delle abitudini differenti rispetto ad altre realtà? La speranza è che Simone Ruggeri e Carlo Mandrake non si arrabbino se oggi entri un pò nel merito del vostro lavoro. Immagino che ogni scuola abbia le sue metodologie ed approccio al lavoro. Quello di Magia?

Grafico 2: risultati Spin giocati ai 100 (chips vinte)

Ci tengo a dire, per quanto riguarda il coaching, che investiamo molto sulla fase di apprendimento e ci basiamo su coaching e lavoro dal vivo e non su meri video come fanno altri. Siamo gli unici a fare un lavoro del genere. E sottolineo quanto sia importante questo aspetto, dato che dai video ognuno può trarre conclusioni errate ed eseguire le strategie secondo la sua interpretazione. Noi, una volta spiegate le strategie e i thinking process, abbiamo continuamente modo di controllare quanto fatto dai coachati, sia tramite il lavoro dei di backoffice con gli strumenti software, sia per l’appunto con il coaching che sono quasi esclusivamente dal vivo. E siamo i soli, per quanto riguarda gli Spin, ad avere materiale didattico e lezioni completamente in lingua italiana.

Torniamo a parlare dei 100. Quali sono, secondo te, gli avversari più temibili a questo livello?

Sento di poter dire con risolutezza che gli avversari più temibili che si possano incontrare e nella scalata dei livelli ed ai 100s, sono provenienti dalla nostra scuderia; è anche fisiologico, siamo stati i primi ad affrontare il field italiano degli Spin & go e sono due anni e mezzo che lavoriamo per affinare le nostre strategie, non solo contro gli altri regulars, ma anche contro i giocatori occasionali, contro cui, in fin dei conti, giochiamo gran parte delle mani.

Mi sembra di capire che le sfide non vi fanno paura, neanche con players stranieri.

Ti racconto un aneddoto. Nel periodo più recente si era creato un leggero allarmismo per l’arrivo di “top players” provenienti dagli Spin da 100 dollari di Pokerstars.com, tuttavia, fortunatamente, ci siamo tranquillizzati alla svelta quando abbiamo capito che i veri top players siamo noi: non essendoci mai confrontati col field internazionale, non eravamo esattamente consapevoli delle nostre reali capacità, adesso direi proprio di si…

Quindi, cadono tutte le teorie di coloro che sostengono che i regulars italiani non siano preparati per il confronto con l’estero… Non auto-esaltiamo però il nostro field e riportiamo i piedi per terra: quali sono gli errori più comuni che riscontri negli Spin?

Gli errori più comuni dei grinders italiani sono sempre legati alla scarsa conoscenza della matematica dietro il gioco, però preferirei non aprirmi troppo sull’argomento in questa sede…

Quale consiglio ti senti di dare a chi gioca da poco negli Spin o comunque sta riscontrando diverse difficoltà e non riesce ad andare avanti?

Il mio suggerimento per i newbyes degli Spin è quello di affidarsi a persone preparate per la loro formazione, senza lasciarsi ingannare da campagne marketing più adatte ad aziende come la Coca-cola che alle scuole di poker; come ho detto in passato ai miei coachati, c’è chi perde il tempo a gettare fango sugli altri poichè dedicare tempo ad altre attività è per lui poco redditizio e chi, invece, come noi lavora da anni a basso profilo, senza parlare degli altri ma con il focus sul proprio lavoro, continuando a trarre vantaggio dalla poca competenza dei primi.

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