Libratus, scansati: arriva il bot capace non solo di battere, ma anche di aiutare gli umani

Lo straordinario successo di Libratus, il poker bot capace l’anno scorso di distruggere un team di professionisti in carne ed ossa in modalità heads-up, ha fatto il giro del mondo, occupando a lungo le rubriche tecnologiche anche dei media più tradizionali e non specificatamente legati al Texas Hold’em.

L’eco dell’impresa di Libratus non poteva certo lasciare indifferente anche la comunità scientifica. Il professor Jacob Crandall e il suo team di ricerca stanno cercando di decodificare i meccanismi del gameplay cooperativo. In buona sostanza, vogliono creare un Libratus ‘amico’ dei player.

 

Libratus

 

Tutto parte da un nuovo algoritmo

Il professor Crandall ha spiegato il progetto a New Atlas, facendo notare come secondo lui una vera intelligenza artificiale debba imparare come collaborare con altre entità quando viene presentato un compito, e non semplicemente battere un ipotetico avversario – la mission di Libratus.

Utilizzando un nuovo algoritmo, noto come S#, il team di Crandall sta eseguendo dei test per valutare la capacità di cooperazione e di trovare un compromesso in alcuni giochi, come ad esempio il noto Dilemma del Prigioniero.

Durante i test, i computer hanno lavorato fianco a fianco con altri computer, così come hanno fatto persone in carne ed ossa con altre persone, e infine computer e persone insieme, in modo che i ricercatori studiassero i rapporti che venivano a crearsi.

Studiare la ‘matematica della cooperazione’

Il punto chiave del Dilemma del Prigioniero, dal punto di vista dei partecipanti, è quello di capire quale mossa intraprendere: cercare di pensare a se stessi, infatti, non necessariamente porta a buoni risultati generali.

 “L’obiettivo finale è capire la matematica alla base della cooperazione tra le persone, oltre a renderci conto di ciò di cui ha bisogno l’intelligenza artificiale per sviluppare delle abilità sociali, ha dichiarato Crandall.

Libratus batte #S… nel bluff

Dai primi test, i ricercatori hanno scoperto che S#, a differenza di Libratus, non è stato capace di mentire – e quindi di bluffare, per traslato. Quando il computer percepiva un comportamento cooperativo da parte del suo partner, offriva un responso positivo. Per contro, se S# si rendeva conto che il suo partner stava agendo in maniera disonesta, restituiva un comportamento di stizza.

In questo modo, spiega Crandall, le macchine imparano il valore della moralità nel lavoro di gruppo, oltre al beneficio ottenuto nell’incoraggiare la cooperazione. Quando gli umani lavoravano insieme con S# (pur senza saperlo), i loro comportamenti cooperativi miglioravano in base ai messaggi positivi ricevuti dall’algoritmo stesso.

Un’intelligenza artificiale… sociale

Il fine ultimo dell’esperimento di Crandall e del suo team è capire meglio i rapporti umani in un ambiente competitivo, di modo da applicare i risultati per lavorare su un’intelligenza artificiale in qualche modo più sociale.

Se Libratus ci ha dimostrato che le macchine sono ormai in grado di superarci, quantomeno nei giochi a somma zero come la modalità heads-up del poker, S# cercherà di spingere l’intelligenza artificiale al punto in cui sarà in grado di lavorare con, e non contro, gli esseri umani.

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