PokerStars.es: si agli stranieri ma solo a tempo. No residenti in mercati con licenza (anche .eu/com). Portogallo pronto a maggio

Cerchiamo di fare chiarezza su uno degli aspetti più discussi e controversi del nuovo mercato condiviso europeo: la presenza di players stranieri su PokerStars.es.

Dopo opportune verifiche, al momento si ha certezza delle iscrizioni effettuate solo dai residenti in Irlanda e Ucraina su PokerStars.es.

Una settimana fa, Bruno S,  di PokerStars Support, aveva scritto in una mail ai giocatori portoghesi che “solo i players che vivono in paesi con licenza .com e .eu possono usare .es account”.

Dopo un ulteriore opportuno chiarimento e conseguenti verifiche, è emerso che è necessario fare una netta distinzione all’interno del field .com/.eu: non è possibile giocare ai residenti dei paesi dove PokerStars ha licenza e che aderiscono alla liquidità aperta e chiusa.

Quindi oltre all’Italia e il Portogallo, non è possibile iscriversi dal Belgio, Bulgaria, Danimarca, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Romania, Gran Bretagna e Stati Uniti (New Jersey).

Questi Stati (ad eccezione del New Jersey che è un mercato chiuso) hanno una liquidità aperta al .com/.eu.

In Germania c’è da fare un discorso a parte: non è possibile accedere a PokerStars.es dalla regione federale del Schleswig-Holstein (l’unica dove PS ha una licenza).

Per quanto riguarda Malta, sede del .eu (la licenze è dell’MGA), è possibile accedere al sito PokerStars.es senza reindirizzamento al .eu ma non è possibile iscriversi e quando si prova a fare download, il client scaricabile è solo per PokerStars.eu.

Secondo Pokerfuse il quadro dei paesi autorizzati all’accesso alla liquidità regionale franco-spagnola potrebbe cambiare. In tutti i casi, la sensazione è che per Pokerstars questo aspetto sia secondario.

Al momento l’apertura ai non residenti francesi e spagnoli è più da leggersi in chiave politica ma con il possibile ingresso italiano tutto può essere stravolto nel giro di poche settimane.

Dalle dichiarazioni di Severin Rasset e gli altri manager vi è quasi la certezza che sia una soluzione temporanea per tamponare l’emergenza creata dai ritardi italiani. Perché i manager di PokerStars.fr hanno registrato quasi 10 anni di dati e sanno  che gli stranieri, dal 2009 al 2016, hanno drenato la liquidità. Non a caso nel febbraio del 2017 ha chiuso definitivamente le frontiere. PokerStars.es le ha tenute chiuse fino a 10 giorni fa.

Rasset ha promesso: “all’inizio è importante un boost per la liquidità ma seguiremo la situazione con regolarità e possiamo invertire la decisione se è un problema in qualsiasi momento”.

I dati francesi sono sotto gli occhi di tutti. L’unico dubbio riguarda se il drenaggio della liquidità da parte dei pro stranieri sarà così efficace anche con un field più ampio. Ma facciamo attenzione perché nel 2009 il pool francese era notevole ed è stato eroso con il passare del tempo proprio dagli stranieri.

PokerStars infatti non promuoverà il nuovo mercato nei paesi dove è possibile iscriversi, di conseguenza, è immaginabile l’ingresso solo di professionisti e squali di ogni tipo mettendo a rischio non solo gli amatori ma anche gli attuali reg.

Anche diversi noti pro italiani ci hanno fatto sapere di essere comprensibilmente preoccupati per l’ingresso di pro stranieri nel nuovo mercato condiviso.

Nel frattempo Stars Group prevede un avvio della condivisa in Portogallo nel secondo trimestre del 2018 (così ha dichiarato Rasset): da maggio a luglio, è questo il range temporale.

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