Un altro fold anomalo di Jungleman12: bet/folda K-K contro Matt Berkey in un pot da $262.400

Da quando ha iniziato a dedicare gran parte della sua attività pokeristica alle partite private di Macao e Manila, Dan Cates ha cambiato notevolmente il suo modo di giocare. Una circostanza che hanno notato in tanti, che potrebbe essere determinata dal livello molto basso delle partite asiatiche, dove il suo avversario medio è un ricco businessman che vuole solo divertirsi.

Avevamo già riportato una mano anomala di “Jungleman12” giocata durante l’heads-up contro Phil Hellmuth nella finale del King of the Hill. In quell’occasione, Cates foldò di fronte a un push di pochi big blind in più rispetto alla sua puntata.

Nel corso di una puntata di Poker After Dark di qualche mese fa, il professionista americano ha effettuato un altro fold che ha lasciato molti sbigottiti. Non siamo sui livelli della mano contro Phil Hellmuth, ma anche questo laydown è difficile da comprendere considerando il contesto.

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Dan Cates vs Matt Berkey

Siamo a Poker After Dark, a uno dei tavoli più duri mai visti nella trasmissione. I partecipanti sono infatti Doug Polk, Jason Koon, Isaac Haxton, Brian Rast, Dan Cates e Matt Berkey.

La mano inizia con il rilancio a $3.000 di Berkey dallo small blind dopo il fold generale. Matt ha **fa* **cj* e attacca in questo modo il big blind di “Jungleman12”. Quest’ultimo spilla però **ck* **fk*, premium hand con la quale 3-betta a $10.000. Berkey chiama.

Il mio dubbio era se chiamare o 4-bettare“, commenta Berkey. “Ma in una partita contro i fenomeni dell’online cerco di evitare il più possibile le 4-bet perché sono semplicemente più forti di me preflop”.

Matt Berkey

Il flop è **q4* **f0* **q5* e ci sono $20.600 in mezzo. Berkey fa check e Cates punta molto piccolo, circa $7.000. C’è il call e sul turn scende un **fj* che consegna la top pair-top kicker a Berkey.

Su questa carta, Jungleman12 mette in atto una mossa che abbiamo visto di frequente negli high roller: dopo la bet piccola sul flop, potta sul turn ($34.000).

“Non mi ha sorpreso, è una mossa che sta diventando standard: puntare piccolo sul flop e sparare sul turn. A questo punto devo decidere se chiamare o pushare. Ho scelto di pushare perché in quel momento credevo che avesse dietro altri $70.000, al massimo $100.000. Le uniche mani che davvero mi preoccupavano erano K-K, Q-Q e 10-10. Non vedevo motivo di limitarmi al call su un board del genere con quegli stack”.

L’errore di Berkey e il fold di Cates

In realtà, Cates aveva altri $160.000 dietro, una circostanza di cui Berkey si è reso conto solo dopo aver pushato.

“Mi sono sentito molto tranquillo a pushare, avrei accettato senza problemi di perdere il piatto contro una di quelle tre mani. Nello stesso momento in cui ho pushato, però, lui ha preso una pila di chips che non avevo visto. Il mio push era quindi più grande di quanto credessi”. Per la precisione, Berkey è andato all-in per $193.000.

Nonostante questo “errore”, Matt Berkey è stato graziato dalla decisione di Dan Cates: dopo 18 minuti di ragionamento e la chiamata del clock, “Jungleman12” ha deciso di foldare i suoi Kings, nonostante un board molto connesso, sul quale Berkey poteva andare all-in anche in semibluff con diverse combo di flushdraw e straightdraw.

Penso che sia folle foldare K-K in quello spot“, dice Matt Berkey. Prima di chiudere, il pro americano ha commentato con orgoglio: “Penso di avere una possibilità contro questa lineup a un tavolo online 6-max con 100 big blind? No. Nemmeno una. Penso di avere un edge in una partita live deep con 300 big blind? Assolutamente sì. Sono felice di giocare a questo tavolo“.

Ecco la mano in questione, con il commento di Matt Berkey (inizia al minuto 06:58):

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