Si alla liquidità condivisa! 5 motivi per partire con i tournaments in Italia

Vi abbiamo anticipato, la scorsa settimana, che è al vaglio del Governo anche la possibilità di partire solo con i tournaments, Mtt e Spin in fase sperimentale, un modo per iniziare le grandi manovre ed unirsi alla liquidità di Francia, Spagna e Portogallo (prossimo ad entrare nel mercato europeo). E’ una delle soluzioni in questo momento sul tavolo su chi deve decidere come rispettare l’accordo sottoscritto il 6 luglio 2017 a Roma.

In settimana sono emersi anche rumors su una possibile partenza nei mesi di marzo-aprile. Non abbiamo riscontri o conferme al riguardo a queste indiscrezioni. La logica imporrebbe una partenza immediata prima delle elezioni politiche in programma nei primi giorni di marzo (come è successo a sorpresa per il bando delle concessioni online). Nel caso contrario, bisognerà attendere l’insediamento del nuovo Governo e, in quel caso, è probabile che lo start italiano avvenga nell’ultimo trimestre del 2018 come indicano alcune fonti. In realtà, per prevedere lo start, ci vuole una sfera di cristallo (visto che abbiamo a che fare con la burocrazia italiana…).

Vediamo i motivi che giocano a favore di una liquidità europea con i tournaments.

Liquidità condivisa: recupero volumi nel circuito legale

L’unica cosa certa è che con la partenza della liquidità condivisa, la spesa dei players italiani si concentrerebbe nel circuito legale ed i nostri giocatori comunque sarebbero protagonisti su piattaforme più controllate. Come abbiamo visto, in questo momento, almeno un giocatore professionista su 3, spende anche su piattaforme estere. Con il nuovo mercato, molti players sarebbero stimolati a tornare sui loro passi o comunque a destinare una fetta più importante del loro bankroll nel nuovo mercato europeo legale.

Maggiore sicurezza

Gli operatori internazionali sostengono che proprio la liquidità condivisa offra nel lungo periodo condizioni di maggiore sicurezza per i players, perché i network possono investire molto di più in tecnologia e risorse, con la formazione di team per l’integrità del gioco che saranno centralizzati per tutti e quattro i mercati. E l’esperienza delle piattaforme internazionali va in questa direzione.

Contenimento spesa per giocatori amatori

In una prima fase sperimentale, solo con mtt e spin, in teoria, la spesa per gli amatori sarebbe comunque limitata rispetto ad una offerta più completa. Vi sarebbe un rischio minore per loro ma anche con vantaggi in prospettiva: ovvero molti tornei schedulati low e mid-stakes e garantiti più interessanti ed attrattivi (pensiamo ad esempio al El Classico, evento da €10 ma con un garantito da €100.000).

Nel cash game, in una prima fase, il rischio di farsi male sarebbe maggiore con squali ovunque nel pool condiviso. Meglio, in tutti i casi, definire prima le regole di ingaggio.

Tassazione francese un problema nel cash: aumento rake in Italia?

Inoltre, c’è un grosso problema: la tassazione sproporzionata francese, calcolata con un’aliquota del 2% sul pot lordo nel cash. Un prelievo che equivale a circa 35%-40% (a seconda delle situazioni) della rake lorda più l’applicazione dell’Iva. Per la cronaca, in Italia è la metà, il 20%, mentre in Spagna è il 25%.

Questo costringerebbe le rooms a dover alzare la rake italiana nel cash game. In Spagna, sui forum, i players si stanno già lamentando perché il prelievo è cresciuto (per uniformarsi alla Francia).

Anche per questo motivo, si potrebbe aspettare nel cash game, che il Governo francese abbassi la tassazione e soprattutto la calcoli sul rake e non sul pot. L’Arjel sta già lavorando su questo fronte.

Rischio chip dumping ridotto al minimo negli MTT

Alcuni oppositori che hanno sollevato obiezioni sul mercato condiviso ma forse non è ben chiara la differenza tra tournaments e cash game. Bene, negli MTT, non sono i giocatori a scegliere i tavoli quindi la possibilità di fare chip dumping (passare le chips ad un avversario compiacente) sono ridotte al minimo.

Nel cash game il rischio potenziale di riciclaggio è differente visto che, in teoria, i players possono fare table selection. Ma in alcuni network non è possibile: ad esempio su PokerStars.fr e PokerStars.es è stata introdotta la nuova funzione Seat Me che non dà più questa possibilità di scelta ai cash gamer, i quali sono spediti ai tavoli in maniera randomica. Il rischio è quindi ridotto.

 

Naturalmente il giocatore deve essere al centro di tutto (visto che nel poker le gaming company vendono un servizio che deve essere soddisfacente per l’utente che paga la rake), ma un passaggio graduale forse sarebbe meno traumatico per il mercato e per i players stessi.

L’obiettivo finale deve essere senza dubbio, nel lungo termine, anche il rilancio del cash game, ma procedere per gradi sarebbe maggiormente tutelante per i giocatori e gli operatori.

Partire con la liquidità almeno nei tournaments sarebbe un bel segnale che ridarebbe entusiasmo e nuove energie ai players ma anche agli investitori, con un mercato sempre più attrattivo e concorrenziale. Un bene per il settore del poker e per gli operatori sia nazionali che internazionali.

Speciale liquidità condivisa – seconda parte – fine

Speciale liquidità condivisa – prima parte

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