Guardia di Finanza: previsti controlli per utilizzo Bitcoin anche nel gioco online ma sulla tassazione…

Sono giorni di passione per molti poker players: non per ragioni legate all’ action ma per i corposi investimenti fatti in Bitcoin ed in altre crypto monete. La discesa proprio della regina delle monete virtuali e di Etherum in questi giorni (ma è in corso un rimbalzo forte nelle ultime ore) ha gettato nel panico parecchi pro.

Bitcoin down: le reazioni

Il più social di tutti, Doug Polk, non si è nascosto ed ha tweetato di essere vicino al tilt per “il crash delle crypto ma anche dello stock market“. Il mercato azionario di Wall Street sta subendo feroci down.

Un ironico (forse troppo) Fedor Holz ha cinguettato: “I think we just hit “sell your kids”-zone”. Si leggono parecchi post nei quali emergono panico e preoccupazione su Twitter, Facebook e Instagram di noti giocatori (anche italiani), a testimonianza di quanto sia “coinvolto” il mondo del poker con le crypto.

Scott Vener: “i field delle WSOP stanno diminuendo di minuto in minuto” e condivide il tweet dell’amico Jason che ha pubblicato il grafico su andamento del Bitcoin.

 

?<img src=” class=”wp-smiley” style=”height: 1em; max-height: 1em;” />?<img src=” class=”wp-smiley” style=”height: 1em; max-height: 1em;” />#bitcoin pic.twitter.com/xY2I09uUaN

— jason (@Jason) 6 febbraio 2018

Sangue freddo

In molti però ignorano che non è la prima volta che Bitcoin e le sue sorelle hanno registrato fortissimi cali per poi rimbalzare e superare le quotazioni storiche record. Calma! Nei mercati finanziari ci vuole sangue freddo.

In un mondo così complicato (e forse che si presta a manipolazioni essendo mercati non regolamentati), tanti si sono anche improvvisati in esperti trader, compresi parecchi giocatori di poker, da sempre propensi al rischio. Ed è facile capire che le conseguenze possono essere anche molto negative per i meno esperti. Non ci si improvvisa, come è vero anche il contrario. Alcuni players hanno comprato Bitcoin a pochi centesimi qualche anno fa ed ora hanno comunque una fortuna in mano. Un’intuizione felice e ben ripagata.

Controlli Guardia di Finanza

Ma c’è un altro aspetto da valutare. In queste ore si sono diffuse notizie allarmanti di una serie di controlli programmati da parte della Guardia di Finanza, prevalentemente sui conti correnti bancari, per verificare il corretto utilizzo di cryptovalute anche nei giochi online ma non solo.

E’ bene chiarire che questi controlli sono finalizzati però al contrasto e alla lotta del riciclaggio di denaro. Quindi chi ha utilizzato denaro (la cui provenienza è lecita e certa) per transazioni in crypto non deve temere nulla.

Posizione Agenzia delle Entrate

Dal punto di vista fiscale, l’Agenzia delle Entrate in un parere del 2017, ha sottolineato che i privati (privi di partita IVA) che hanno registrato plusvalenze nella compra-vendita di Bitcoin e crypto, non ha alcun obbligo dichiarativo. Le operazioni effettuate quindi da comuni cittadini sono esenti in materia di capital gain, a meno che non siano la copertura di altre operazioni commerciali (come si può intuire leggendo il manuale della GDF).

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In questi giorni sono stati annunciati serrati controlli (anche per il gioco online) sull’utilizzo di crypo da parte delle Fiamme Gialle nella lotta per il riciclaggio. Questo dato emerge dal “Manuale Operativo in materia di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali” della Guardia di Finanza, entrato in vigore a gennaio.

Il Manuale delle Fiamme Gialle

Secondo il Sole 24 Ore i controlli saranno effettuati soprattutto con attente verifiche sui conti bancari.

E’ tenuto a verificare le transazioni finanziarie anche chi presta “servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale, limitatamente allo svolgimento dell’attività di conversione di queste ultime da/o in valute aventi corso forzoso” .

Nel manuale si legge che attenzione particolare “va riposta a tali operazioni di accredito, tenuto anche conto che i passaggi/gli scambi di criptovalute (es. bitcoin) tra soggetti non sono censiti, investendo un mercato totalmente non ufficiale: in astratto, infatti, un contribuente potrebbe cedere merce in evasione di imposta ad un terzo, ricevendone il pagamento tramite valuta virtuale, che egli potrà aver cura di convertire in moneta legale solo successivamente, per poi dichiarare ai verificatori – in sede di eventuale, successiva attività ispettiva – che tali somme rinvengano da vincite da gioco su piattaforme on line. Per questo andranno controllati con attenzione gli addebiti ricondotti all’acquisto di valuta virtuale presso piattaforme informatiche” si legge nel manuale.

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