Che fine ha fatto Ludovic Lacay? Dai successi nel poker… allo stage in una startup

Ottobre 2012: Ludovic Lacay batte Jason Lavallee in heads-up, e conquistando l’EPT Sanremo (con annessi €744.910) centra il primo e più importante successo della sua carriera. Due anni e mezzo dopo, però, il francese dice addio al poker professionistico.

“Ho altri progetti”, raccontava ai tempi. Pur continuando a giochicchiare di tanto in tanto – lo abbiamo visto anche alle WSOP 2017 – effettivamente il transalpino ha deviato il proprio cammino su una strada completamente diversa: quella delle startup.

 

Ludovic Lacay

Ludovic Lacay ai tempi di Winamax

 

Ludovic Lacay: gli inizi

Ma arriviamoci per gradi. A 19 anni, Ludovic Lacay comincia a giocare a poker perché “pensavo che sarei potuto diventare bravo”, come ha raccontato in un’intervista rilasciata a Business Insider. Come molti della sua generazione (è un classe 1985), il francese inizia dal poker online prima di approdare ai tornei live.

Qui, il suo approccio analitico – tipico della generazione dei player virtuali – dà immediatamente i suoi frutti: Ludovic vince, guadagna, gioca bene e naturalmente attira sponsor. Uno su tutti Winamax, con il quale condividerà gran parte della sua carriera.

Comincia così il suo continuo vorticare in giro per il mondo: “Venivo sballottato di qua e di là a giocare tornei: alloggiavo in un hotel, salivo sull’aereo e via al prossimo evento”. Una vita che lo consuma parecchio, nonostante il suo spirito competitivo.

“Sono sempre stato molto concentrato”, ha aggiunto. “Quando mi metto in testa che voglio migliorare, non mi fermo mai. Do il 150%. Voglio davvero arrivare tra il miglior 1% in tutto ciò che faccio.

“Non è questione di soldi”

Per molti, giocare a poker significa semplicemente guadagnare quanto più denaro possibile. Ma Ludovic Lacay ha un approccio diverso: Quando giochi a poker, non puoi avere un rapporto coi soldi. Non giochi i soldi: giochi un torneo”.

Il francese mette insieme in pochi anni oltre 3,2 milioni di dollari di vincite. Ma a 28 anni si rende conto di essere probabilmente arrivato a quel punto della carriera dove non può che cominciare una fase discendente.

Così, decide di fermarsi, guardarsi intorno e cambiare vita. “Avevo abbastanza soldi per fare una pausa e capire cosa volevo fare, uscire dalla mia comfort zone, fare altro”, racconta a Business Insider.

 

Lacay coi colleghi di TicTrac (photo courtesy of Business Insider)

 

L’incontro con TicTrac

Così decide di provare a entrare a Stanford per conseguire un master, ma mentre aspetta una risposta dall’istituto conosce TicTrac, una piattaforma sviluppata per curare la salute e il benessere degli utenti, sfruttando i loro dati per aiutarli a prendere decisioni migliori in questi aspetti della vita.

L’aggancio è un amico che lavora a TicTrac, dove il francese inizia come stagista non retribuito. Il suo approccio analitico, retaggio di una brillante – seppur breve – carriera pokeristica, lo aiuta a scalare rapidamente le gerarchie, fino a diventare product manager.

Qui, Ludovic si rende conto che l’azienda “non stava andando nella direzione in cui pensavano di andare. Così cominciai a far notare alcune cose”. Lacay si rende conto che “a TicTrac fanno esperimenti su questa enorme mole di dati che arriva dai mercati, dalla gente, dagli utenti e via dicendo… ma i risultati non sono ciò che vogliono”.

Parola d’ordine: ottimizzare

L’apporto di Ludovic Lacay stravolge TicTrac in meglio: Ricordo che ci volevano 26 settimane per passare dall’ideazione al test: siamo riusciti a ridurle a un paio. Un lavoro che, come detto, permette al transalpino di fare rapidamente carriera all’interno dell’azienda.

“Imparavo e lavoravo molto, 15 ore al giorno, come quando giocavo a poker, e la curva d’apprendimento era ripidissima. Ci vedevo ciò che vedevo nel poker agli albori: un milione di cose da imparare, il più velocemente possibile. E l’unico modo per imparare e tentare”.

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E il poker?

Il lavoro a TicTrac lo assorbe ormai quasi completamente, ma Ludovic non dimentica il suo primo amore: il poker. L’anno scorso, per esempio, ha fatto capolino alle World Series (ottenendo una bandierina in un evento di PLO).

“In realtà mi godo il gioco oggi più di prima. Perché ora è meno stressante e più divertente. Io ormai vengo da fuori. Ma quando giochi soltanto per divertirti, pensando ‘vada come vada’, ti senti libero”.

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