Russia, a rischio secondo mercato mondiale: “UIGEA” in arrivo. Il piano di PokerStars

La notizia è ancora ufficiosa ma certa: da maggio il Governo russo metterà definitivamente i bastoni tra le ruote ai siti di gioco online. Entro due mesi non saranno più tollerate alcune operazioni  dei processori di pagamento che gestiscono i flussi di denaro per le poker rooms non autorizzate, ovvero tutte, considerando che il mercato non è stato legalizzato.

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Un bel problema per l’intero mercato, a tal punto che The Stars Group, la casa madre di PokerStars, ha avvisato i propri investitori nella relazione di bilancio. La multinazionale canadese non sottovaluta l’impatto che avrà questo ban sulla propria attività, anche se i manager hanno rassicurato che hanno già studiato “il piano A, B, C etc” a seconda degli scenari.

“Stiamo rivedendo e studiando le recenti novità legislative in Russia che, probabilmente, limiteranno il numero di processori di pagamenti che agevolano gli operatori di gioco online offshore” ha ammesso Brian Kyle, CFO di The Stars Group. “Stiamo monitorando attivamente questa situazione e sviluppando, in modo proattivo, una strategia per affrontare qualsiasi potenziale risultato negativo”.

Un problema per il mercato

Un bel problema senza dubbio per le principali rooms mondiali: si conta che la Russia sia tra i primi tre mercati per PokerStars insieme a Germania per il network dot com/eu. Ma Stars Group non è sola, considerando anche gli investimenti, al di là degli Urali, da parte di PartyPoker. La consorella Bwin ha ottenuto da poco una licenza per il betting, mercato che è stato regolamentato.

Nulla da fare per il poker online. Il Cremlino aveva ipotizzato una nuova legge che consentisse di rilasciare licenze (e con i proventi finanziare l’attività della nazionale di scacchi) ma il progetto si è arrestato nei meandri della burocrazia moscovita.

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Si al poker live a Sochi: segnale di apertura?

Timidi segnali di apertura sono comunque arrivati nell’ultimo anno: il Governo ha concesso la possibilità a Sochi di poter organizzare tornei di poker live sia a PartyPoker che PokerStars. E proprio tra pochi giorni è in calendario l’European Poker Tour di Sochi.

Nel 2017 vi è stato il grosso problema del ban totale in Australia ma The Stars Group è riuscita ad assorbire il colpo con un fatturato pari a 1,3 miliardi di dollari, in crescita del 14%.

Nonostante la crisi russa, gli analisi prevedono – nella relazione di bilancio – un incremento delle entrate per il 2018 variabile dal 6% al 12%, Russia o non Russia.

“Non sappiamo davvero quale sarà effettivamente l’impatto e il ban potrebbe essere ritardato. In questa fase non lo sappiamo e stiamo monitorando” ha chiosato Brian Kyle.

Rai Ashkenazi, CEO del gruppo, affermato che “il livello d’impatto del blocco della Russia è al momento sconosciuto ma abbiamo un piano A, B e C per ogni tipo di scenario che può accadere sul mercato. Quindi stiamo monitorando, valutando e siamo pronti con i nostri piani di mitigazione che non possiamo ancora rivelare (sono state mantenuti riservati per ragioni concorrenziali)”.

L’ “UIGEA” russa è comunque una bella incognita per tutto il poker mondiale.

La crisi diplomatica con l’Occidente e il peso del mercato russo

La comunità pokeristica russa è una delle più importanti al mondo e la grave crisi diplomatica tra il Cremlino ed i paesi occidentali, di sicuro, non avegola l’industria del poker a trovare un dialogo costruttivo con le autorità moscovite.

Ma quanto pesa realmente il mercato russo nel bilancio di The Stars Group? PokerIndustryPro ha provato ad elaborare  delle stime: “in una fotografia nella presentazione del bilancio è stato pubblicato che il 52% dei ricavi del gruppo deriva dai primi 6 mercati. Ogni mercato rappresenta dal 5% al 12% delle entrate. E’ stato inoltre affermato che la Russia era in questo gruppo dei top 6”.

Italia e Russia nel G6 di The Stars Group

Italia, Regno Unito, Francia e Spagna fanno parte ufficialmente di questo sestetto: sommando questi paesi si tocca il 28% circa delle quote. Il restante 24% dovrebbe essere spartito tra la Russia ed un altro mercato (che non è stato specificato ma dovrebbe essere la Germania). Di fatto quindi è probabile che il peso della Russia, stando a questo ragionamento, sia tra il 10% e il 12%.

Il lungo braccio di ferro

Quello con la Russia è un bel braccio di ferro iniziato nel 2016 quando l’autorità Roskomnadzor ha bloccato il server di gioco di PokerStars ed ha bannato gli ewallets Skrill e Qiwi, ha oscurato le pagine social dei bookmakers offshore ed ha anche bloccato per un brevissimo periodo l’hosting cloud di Amazon perché vi era un annuncio di 888Poker.

The Stars Group sta tutt’ora valutando se chiedere una licenza per il betting per BetStars appoggiandosi (come prevedono le leggi locali) ad una struttura russa. L’operazione potrebbe agevolare anche un dialogo costruttivo sulla regolamentazione del poker online.

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