Gus Hansen parla dei 21 milioni persi online: “Comportamenti non etici verso di me”

Gus Hansen ha avuto una carriera nel poker straordinaria, costellata di successi nei tornei live, giocate di grande effetto ai tavoli televisivi di cash game e un libro di strategia (“Ogni mano rivelata“) che è subito diventato un punto di riferimento per ogni appassionato di Texas Hold’em. Da qualche anno, però, il suo nome è associato soprattutto a un record estremamente negativo: il suo nickname su Full Tilt Poker “Gus Hansen” è il più perdente nella storia del poker online.

Il danese non ne aveva mai parlato pubblicamente, perché si tratta di un primato difficile da accettare, specialmente quando non appartiene a un giocatore amatoriale ma a un rinomato professionista.

Da un lato Gus ha vinto 10.2 milioni di dollari nei tornei live quando non c’erano high roller e si vendevano poche quote (motivo per cui le vincite nette non sono così lontane da quelle lorde come avviene invece per i pro di oggi), ma l’altra faccia della medaglia è una sentenza definitiva: tra il 2007 e il 2015 ha perso 20.7 milioni di dollari netti su Full Tilt Poker.

Una cifra enorme, pari agli stipendi annuali di superstar del calcio o dell’NBA. Una somma di denaro che ha automaticamente reso “The Great Daneuno dei più grandi fish nel cash game high stakes online. Proprio lui che nel contesto live, invece, era noto per un’aggressività che lo rendeva “ingiocabile”.

Come detto, Gus ha sempre evitato di parlare dei 20.7 milioni di dollari persi online (considerando anche il nickname “broksi” siamo ben oltre i 21 milioni), ma quando ha deciso di partecipare al Poker Life Podcast di Joe Ingram era consapevole che l’argomento sarebbe stato toccato. Così è stato e per la prima volta Hansen ha parlato di questo terribile primato.

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Gus Hansen: “I miei risultati online tremendi”

“Come penso quando guardo ai miei risultati online? Due parole: sparatemi subito“, ha esordito il professionista danese. Poi si è fatto più serio e ha affrontato il discorso con una lucidità che non ha però celato una inevitabile amarezza.

Ovviamente sono risultati davvero tremendi e posso solo accettare che l’online non è proprio la mia dimensione. Mi sembra che quando sono di fronte a un computer non gioco davvero a poker ma semplicemente clicco i pulsanti sullo schermo. E con questa impostazione diventa difficile sfidare i migliori giocatori che io abbia mai incontrato a un tavolo da poker”.

I sospetti di Gus Hansen

Come detto, non è facile accettare di essere l’uomo dietro al nickname più perdente nella storia del poker online. È una premessa necessaria prima di leggere le successive dichiarazioni di Gus Hansen, forse basate su effettive sensazioni o forse dettate semplicemente dall’orgoglio.

Scommetterei un sacco di soldi sul fatto che qualcuno abbia fatto qualcosa di non etico nei miei confronti quando giocavo online“, ha detto l’ex team pro di Full Tilt. “Ma posso solo dare la colpa a me stesso per la mia stupidità e la mia ingenuità. Ho continuato a giocare in tante situazione in cui ero chiaramente destinato a perdere”.

“Non ho perso due milioni di dollari, ho perso un sacco di soldi”

Ingram ha chiesto ad Hansen di approfondire il discorso sui comportamenti “non etici” nei suoi confronti. Gus non si è tirato indietro.

“Aa essere onesto non ho prove, ho solo un’idea. Se guardi ai miei risultati capisci che non ho perso $200.000 online. Non ho perso due milioni di dollari. Ho perso un sacco di soldi. Cosa sono capaci di fare le persone per mettere le mani su una parte di quei soldi… non lo so, ma sarei ingenuo se ora pensassi che non sia successo nulla in questo senso“.

Con grande onestà, Gus ammette però di poter dare la colpa solo a se stesso.

“Non so chi abbia fatto cosa, ora fa parte del passato e non me ne preoccupo più. Posso solo dare la colpa a me stesso per essermi spinto così lontano. Avrei dovuto chiudere il mio portatile tanti anni fa e ovviamente non lo feci. Però alla fine sono ancora vivo e sono ancora in giro. Credo che la mia sarà una grande estate e sono sicuro che mi vedrete a lungo ai tavoli”.

Il problema di molti poker players: la disciplina

Guardandosi indietro, il danese non nasconde che il suo più grande leak sia sempre stato l’autocontrollo.

La disciplina non è mai stato il mio punto forte. Sto cercando di migliorare come gambler ma penso proprio che lo sarò per il resto della mia vita. Non sono uno di quelli che deve giocare ogni singolo giorno, posso stare due settimane senza giocare. Il mio problema è quando sono nel bel mezzo della sessione. In quel caso spesso non riesco a smettere e questo è stato un grande problema, specialmente online”.

Gus Hansen: “Live e online due mondi diversi”

Infine, Hansen ha parlato di come live e online siano due mondi totalmente differenti, nonostante le carte siano sempre le stesse e le regole non mutino.

“Mi sembra normale che le persone mi giudichino negativamente come poker player. Potrei essere stato sfortunato ma di fronte ai miei risultati online risulta chiaro che la mia sia stata una strategia perdente. In quel senso mi sembra giusto essere giudicato male, ma anche se il poker si gioca nello stesso modo live e online, sono due mondi completamente diversi“.

“Ad esempio ricordo quando Justin Bonomo si sedette per la prima volta al tavolo live: regalava i più grandi tell che abbia mai visto. Era il torneo da $10.000 del Bellagio e si eliminò da solo. Non fu un bello spettacolo. Oggi non è più così, lui è un top player live, ma all’epoca veniva dall’online e non era pronto”.

Gus dice di essersi messo alle spalle l’online, anche se pochi giorni dopo il podcast si è seduto ai tavoli high stakes di PartyPoker.com… Con queste dichiarazioni metteva in chiaro che per lui, ora, esiste solo il live.

Il live è una situazione migliore per me, so sempre cosa succede intorno a me e mi piace poter osservare l’espressione del mio avversario. Mi sembra che in quella dimensione abbia fatto molto meglio, quindi è meglio giocare solo live. Non giocherò più online oltre al $5-$10 e lo farò solo per provare nuove idee e allenarmi in occasione di grandi partite live. Non giocherò più con la costanza di prima”.

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