“Garantiti”, favoritismi e sconti: un torneo finisce nel mirino dei poker pro

Una volta può passare come un errore (forse), due no. Un altro evento dell’Heartland Poker Tour (HPT) finisce nel mirino delle polemiche con parecchi players infuriati dopo l’ultima data al Westgate Las Vegas.

Il precedente antipatico del Meadows con un altro garantito “fake”

Riavvolgiamo prima il nastro per ricostruire la vicenda nella sua interezza: 15 giorni fa vi avevamo raccontato della vicenda della tappa del noto circuito al Meadows Racetrack Casinò, nel quale era stato promosso il Main Event in modo del tutto ingannevole, con un presunto garantito da $250.000, in realtà nelle note (impossibili da leggere) era posta una condizione: si richiedeva l’iscrizione di almeno 200 players che avrebbero dovuto pagare $1.100 di buy-in.

Per fortuna al torneo hanno preso parte 422 players e le forti polemiche su Twitter dei giocatori sono passate in secondo piano.

Ritorno a Las Vegas dopo 4 anni

Questa volta l’Heartland Poker Tour è sbarcato a Las Vegas, al Casinò Westgate. A SinCity non metteva piede dal 2014 ed è ora al centro di un vero e proprio giallo. Anche in questo caso, il Main Event è stato promosso con lo stesso escamotage marketing molto ambiguo.

Per la cronaca al torneo hanno partecipato 329 players e a vincere è stato Cary Katz, high roller regular dell’Aria.

Tuttavia il fiasco organizzativo è stato evidente. Come detto il Main event da $1.650 di buy-in era stato promosso con un “garantito” da $500.000 ma anche in quel caso si è scoperto che, in realtà, non era effettivamente un garantito, considerando che le note riportavano la seguente clausola: “il garantito non sarà offerto per l’evento 7 con meno di 300 entries”. Rispetto alla volta precedente però le note erano riportate in maniera più chiara e nella stessa pagina.

Il programma dell’Heartland Poker Tour

 

Le note a margine del programma: si può intuire che l’evento 7 non è effettivamente un garantito. Sotto le 300 entries il casinò non copre il montepremi promesso.

Le 309 entries ad un’ora dalla chiusura della late registration

Anche la soglia delle 300 entries era comunque molto rischiosa per gli organizzatori perché avrebbero dovuto aggiungere cash al prize pool più rinunciare a più di $60.000 di rake, quindi senza nessuna copertura per le spese vive per il personale e le tasse. La parte del buy-in destinato al montepremi era di $1.440.

Per raggiungere un punto di pareggio il casinò avrebbe dovuto raggiungere almeno le 347 entries.

Al termine dei tre flight, prima della pausa cena del day 1C, le entries totali erano 309. Con un’ora ancora a disposizione per la late registration sembra siano scattati mega sconti per diversi players.

Gli sconti a metà prezzo ai Matusow’s boys

Secondo alcuni dei presenti, il bookmaker del casinò ha iniziato ad invitare i players ad iscriversi a metà prezzo.

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Ben Yu sui social ha raccontato la sua esperienza: ha detto che stava pensando di iscriversi in late registration, quando un giocatore l’ha avvisato dello sconto del 50%. Ha chiesto informazioni sul buy-in dimezzato e gli è stato riferito che si trattava di una promozione speciale, a cui lui non aveva diritto. Ha chiesto anche al direttore del torneo Jeremy Smith che lo ha rassicurato che nessuno era entrato a metà prezzo. Yu a quel punto ha lasciato il casinò.

L’account Twitter però del Westgate ha reso noto che il casinò “ha scelto di pagare parte della quota di iscrizione per selezionare clienti VIP”. Inoltre il giocatore Darren Attebery ha registrato un video di otto minuti in cui viene accompagnato da un cassiere che gli chiede $825 e i suoi documenti.

HPT, interpellato da PokerNews, non ha voluto commentare queste voci mentre il direttore del torneo ha scaricato tutto sul casinò: “Non avevo voce in capitolo su questo aspetto. E’ stata una decisione del Westgate”.

Su Twitter le polemiche sono state feroci con alcuni testimoni che hanno riferito che gli sconti sono stati garantiti ad un gruppo di giocatori legati a Mike Matusow (così affermavano alcuni membri dello staff). Insomma un bel pasticcio.

Le conseguenze legali

Molti players che avevano pagato il buy-in al 100% si sono sentiti naturalmente presi in giro. L’avvocato Mac VerStandig, specializzato nella legge sui giochi, ha commentato: “le accuse, se corrispondono al vero, sono certamente allarmanti. Spero che il Nevada Gaming Control Board esercitasse in modo appropriato i suoi poteri di supervisione”.

Todd Witteles di Poker Fraud Alert ha affermato che i casinò hanno diritto di pagare i buy-in per i giocatori nei tornei, a condizione che le quote di iscrizione entrino realmente nei montepremi. In quel caso i casinò possono pagare tutto per i giocatori selezionati nel torneo”.

Tutto quindi sembra regolare dal punto di vista legale: è stato però un bel danno d’immagine per il casinò e il noto circuito, soprattutto nei confronti dei players che avevano pagato l’intero buy-in.

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