La Corte Suprema USA “liberalizza” le scommesse: un assist per il poker americano, 32 stati pronti a legalizzare

Svolta storica nel mercato delle scommesse e non solo. Dal 2006 l’industria del gioco, in particolare dell’e-gaming, è rimasta strozzata dall’UIGEA negli Stati Uniti e molti bookmakers e casinò online hanno dovuto dire addio al primo mercato occidentale. C’è stato poi lo tsunami Black Friday e, pochi mesi dopo, una nuova interpretazione permissiva del Wire Act (il cui divieto poteva essere applicato solo al betting online) che ha sdoganato nel 2012 il poker online: in questo modo 4 stati, in tempi diversi, hanno regolamentato il mercato.

Scommesse terrestri tabù

Le scommesse terrestri sono sempre state viste come un tabù, con le leghe americane (NFL e NBA in testa) che hanno (con la complicità del partito Repubblicano) sempre sabotato la legalizzazione in nome della tutela dell’integrità degli eventi sportivi. Peccato che negli USA, milioni di gamblers hanno sempre scommesso in circuiti illegali, molto spesso controllati dalle mafie. Gli unici network autorizzati erano i casinò del Nevada ed alcuni ippodromi e lotterie in Delaware, Montana e Oregon (ma erano permesse solo giocate multiple).

E’ dal 1992 che è vigente la legge federale Professional and Amateur Sports Protection Act (PASPA), firmata nel 1992 dal presidente George Bush Senior, scardinata due giorni fa dalla Corte Suprema Federale USA che, di fatto, riconosce l’autonomia dei singoli stati.

Di fatto quindi il New Jersey, promotore del ricorso, potrà offrire scommesse sportive nei propri casinò e ippodromi.

Rimane ancora il dubbio se lo potrà fare anche online, visto che è ancora in vigore il Wire Act che pone il divieto per le puntate telematiche. Ma anche in questo caso bisogna capire se la stessa vecchia legge rientri o meno nei limiti individuati dalla Corte Suprema: “Il Congresso ha la competenza per disciplinare con legge le scommesse sportive, ma se quest’ultimo non lo fa, allora gli Stati possono farlo in autonomia. Il PASPA non è in linea con la Costituzione”.

Le posizioni della Corte Suprema sono in linea anche con la filosofia politica dell’amministrazione Trump, da sempre, disposta a riconoscere un certo grado di autonomia ai singoli Stati. Questo contesto politico può avere favorito la sentenza.

Scommesse per $120 miliardi l’anno

La legge del 1992 di Bush Senior è stata ritenuta incostituzionale, così si dà il via libera ad un mercato con un giro d’affari annuo valutato circa 120 miliardi di dollari, considerando la raccolta nella rete parallela illegale.

 

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Ben 18 su 50 Stati hanno già iniziato l’iter legislativo per poter arrivare all’approvazione di una legge ma, secondo una recente ricerca American Gaming Association potrebbero essere 32 gli stati che legalizzeranno il settore del betting nei prossimi 5 anni.

Nella giornata di ieri, le borse mondiali hanno accolto con favore la storica sentenza della Corte Suprema, segno evidente che una nuova era del business è alle porte con il principale mercato occidentale di nuovo aperto, dopo il primo divieto del 1992 voluto da Bush e ripreso nel 2006 dal figlio George Junior con l’UIGEA, rompendo le uova nel paniere a molti bookmakers inglesi che raccoglievano scommesse su internet.

Un assist al poker online

Ma c’è da scommettere che sarà una spinta anche per il parallelo processo di legalizzazione del poker online in molti stati. “Grandi notizie – afferma Jason Sommerville su Twitter – all’orizzonte. Da verificare quanto questo aiuti il poker online negli Stati Uniti, ma gli incentivi finanziari per gli Stati a legalizzare i giochi saranno più interessanti“. Un enorme flusso di denaro ed investimenti sono previsti dalle gaming company occidentali, soprattutto europee.

In poche parole, nella terra del lobbysmo (con costi importanti), gireranno più soldi, vi saranno maggiori budget per i processi di legalizzazione di tutti i giochi. Pensiamo solo che al New Jersey (stato promotore) il ricorso in Corte Suprema è costato ben 7 milioni di dollari.

L’industria dell’online ne è convinta. David Rebuck, direttore della divisione internet del New Jersey Gaming Enforcement: “non appena le le scommesse sportive saranno legalizzate, il gaming online sarà regolamentato a ruota”.

West Virginia, Connecticut e Mississippi sono i prossimi 3 stati pronti a dare il via al mercato del betting e, non è da escludersi, una svolta anche per il poker che ha fatto passi in avanti nell’ultimo mese in Illinois ed ha ora un unico mercato condiviso con le liquidità unite di Nevada, Delaware e New Jersey.

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