Brian Rast e un bluff da $10k al minuto: con 8-high va fuori dal SHRB da $300k di buy-in
La vedete l’espressione felice di Brian Rast nella foto qui sotto? È tratta dal Super High Roller Bowl, ma non dall’edizione di quest’anno: si tratta di quella del 2015, che il noto pro vinse per una prima moneta superiore ai 7,4 milioni.
Bene, dimenticate quel volto: nel Super High Roller Bowl, Brian Rast è stato eliminato durante il primo livello di gioco. Insomma, facendo due conti Rast ha sperperato un buy-in di $300.000 in circa mezz’ora.
Brian Rast ai tempi della vittoria nel 2015
Primo livello, subito fuochi d’artificio
Siamo durante il primo livello di gioco di uno degli eventi più attesi dell’anno, con i bui a 500/1.000 (ante 1.000). Da bottone, Kathy Lehne rilancia trovando il call soltanto di Brian Rast, seduto in posizione di big blind.
Il flop è **q7* **q3* **c6*.
Brian lascia la parola alla Lehne, che va in continuation bet. Il suo avversario risponde con un check-raise a circa 22.500 chip, e l’imprenditrice – unica donna in un field dominato da uomini – si appoggia.
That bloody river!
Al turn, una **cQ*, Rast esce puntando 30.000 pezzi, ma la Lehne non molla la presa. Il river dice **f0*, e qui Brian annuncia l’all-in per circa 220.500 chip.
Kathy non perde neppure un secondo per chiamare, visto che con **p9* **c8* volta la scala nut. Il pro americano, invece, gira soltanto **q8* **q4*, per un progetto di colore e di scala a incastro mancati: tradotto, un bluff con 8 carta alta.
Dal momento che la Lehne copriva lo stack del suo avversario, Brian Rast si è dovuto alzare dal tavolo, primo eliminato del torneo.
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Kathy Lehne: chi è il giustiziere di Brian Rast?
Non sarà una top player come molti dei suoi avversari, ma siamo sicuri che a Kathy Lehne non stiano tremando le mani. D’altra parte, stiamo parlando di una donna che a poco più di cinquant’anni ha un patrimonio stimato di 340 milioni di dollari.
La Lehne, infatti, è CEO e fondatrice di un’azienda, la Sun Coast Resources, che opera nel settore della distribuzione di carburante. E non una ‘fabrichetta’ da poco, intendiamoci: 1.800 dipendenti e 500 camion, mica pizza e fichi.