Dominik Nitsche: “Vi spiego come funziona il sistema di staking dei tedeschi negli high roller”

Da quando hanno iniziato a stravincere gli high roller live, molti si sono chiesti quali sia il segreto del Team Germany, ovvero del gruppetto di top player tedeschi che sembrano non avere rivali nei tornei più costosi del mondo. I più attenti avranno notato che la risposta l’hanno data i diretti interessati, in più occasioni: il network.

Lo ha detto Fedor Holz, lo ha detto Steffen Sontheimer e lo ha detto Dominik Nitsche: se la Germania degli high roller non ha rivali è perché c’è una fortissima connessione tra i suoi componenti. I tedeschi giocano quasi quotidianamente contro gli stessi avversari e tra di loro, si scambiano informazioni, fanno hand review e studiano le strategie vincenti insieme. In questo modo si assicurano che il livello medio all’interno del gruppo resti altissimo.

Questa è la teoria, ma la pratica ha a che fare con un altro aspetto altrettanto cruciale: ciò che rende il Team Germany così competitivo è il sistema di staking che permette a giovani semi-sconosciuti di entrare nel giro degli high roller. Giovani che un domani diventeranno i nuovi Sontheimer o Kempe.

Fedor Holz, Rainer Kempe e altri giocatori tedeschi

I misteriosi finanziatori dei top player tedeschi

I tedeschi hanno costruito una macchina apparentemente infallibile da questo punto di vista, nata dall’idea di qualche misterioso finanziatore oggi multimilionario. Come avevamo trattato in un articolo di qualche anno fa, pare che ci sia un gruppetto di persone dietro ai successi dei vari Fedor Holz, uno o più individui estremamente lungimiranti, che hanno investito cifre pazzesche per consentire ai giovani connazionali di dare l’assalto ai tornei high roller. Una scommessa che gli ha restituito un profitto straordinario.

Ma come funziona il sistema di staking dei tedeschi? A svelarlo, per la prima volta, è stato Dominik Nitsche in un’intervista per Pokernews.com.

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Come funziona lo staking dei tedeschi negli high roller

“Non è un segreto che ci sia un grosso gruppo finanziario dietro alla maggior parte dei reg degli high roller“, ha dichiarato Nitsche. “Si tratta di una cordata che compra le quote di chiunque le voglia vendere, ovviamente se si tratta di giocatori molto competitivi”.

Il tedesco spiega che il sistema è più semplice di quanto si possa pensare: “Non c’è molto da dire: il giocatore va dal finanziatore, il finanziatore decide se merita e poi eventualmente gli paga un markup. La quota è stata venduta e il giocatore può andare a sedersi al tavolo“.

Questo sistema implica un costante scambio di denaro. Il numero di transazioni tra giocatori e finanziatori è molto elevato ed è lecito pensare che non tutto fili sempre liscio. Secondo Nitsche, invece, lo staking high stakes funziona molto bene.

“In linea di massima è tutto sorprendentemente facile. Per esempio al Triton di Montenegro io avevo molti soldi a disposizione sul momento, quindi ho pagato il buy-in per tutti gli altri tedeschi e poi loro mi hanno restituito quanto mi dovevano attraverso dei pagamenti online. Alcuni, invece, me li hanno portati a Monaco dove io non avevo alcuna liquidità. Devi essere flessibile, ma alla fine non è così complicato“.

Dominik Nitsche: “C’è chi freerolla gli high roller live”

Nitsche ha poi toccato un argomento di cui si discute da tempo: le percentuali di vendita del buy-in. Se un tempo era la norma tenere per sé almeno il 50% dell’action, al giorno d’oggi, con tornei da $300.000 di buy-in, questa percentuale è scesa drasticamente. Come ha detto Bryn Kenney, molti reg degli high roller live giocano a meno del 10%.

In questo senso, Dominik rivela che c’è chi addirittura non paga nemmeno un centesimo del buy-in. Una pratica diffusa che ha ragione di esistere grazie al markup, ovvero al sovrapprezzo sulla quota venduta. Il markup è determinato dall’abilità del giocatore: più è forte e più è alto. Un top player, ad esempio, potrebbe vendere il 10% di un torneo da $10.000 di buy-in a $1.800 invece di $1.000.

Millions Barcellona Main Event Dominik Nitsche

Dominik Nitsche

In alcuni casi, il gruppo di finanziatori dei tedeschi decide di pagare tutto il buy-in a giovani giocatori promettenti, consentendogli quindi di partecipare a un freeroll high stakes.

Ci sono giocatori che non investono niente nel torneo, sostanzialmente lo freerollano. Grazie al markup, hanno però la possibilità di tenere per sé una piccola percentuale del buy-in. Ad esempio, in un high roller da $100.000, non spendono un dollaro ma giocano come se avessero pagato $3.000 o $5.000 del buy-in. È un ottimo deal se sei un buon giocatore dei limiti inferiori”.

Dichiarazioni che rivelano un mondo finora sconosciuto, di fronte alle quali si evince ulteriormente quanto il microcosmo degli high roller live sia ben diverso dalla concezione di poker sportivo a cui eravamo abituati: pur non essendo mai stati accusati di collusion o soft play (anzi, noti pro americani hanno spesso sottolineato la loro correttezza) quello dei tedeschi è a tutti gli effetti un gioco di squadra. Ecco perché sia Dominik Nitsche sia Fedor Holz continuano a ribadire che il segreto dei loro successi è tutto nel network…

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