Cooler brutale per Sammartino: eliminato alle WSOP in 10° posizione con il 3rd nuts!

Negli ultimi anni Dario Sammartino non ha soltanto vinto svariati milioni di dollari nei tornei di No-Limit Hold’em, ma si è anche imposto come uno dei migliori italiani in circolazione nelle altre varianti del poker. Un’evoluzione recente, visto che fino al 2015 tutti i suoi ITM nei tornei live erano in tornei di No-Limit Hold’em. Poi è arrivato un sesto posto da $60.545 nel Championship di PLO delle WSOP e da allora “MadGenius” ha iniziato a competere anche nelle discipline meno popolari.

La variante dove lo abbiamo visto più attivo è stato il Deuce-to-Seven, gioco molto popolare nel cash game high stakes online. Dario ha centrato una nona posizione nel Championship del 2017 e quest’anno ha fatto ancora meglio: pochi giorni fa, nello stesso torneo, ha chiuso in terza posizione per $114.023.

Fino a pochi minuti fa, il professionista napoletano era anche impegnato nelle fasi finali di un altro torneo di varianti, il Mixed Big Bet da $2.500 di buy-in. A 10 left Dario aveva uno stack interessante, ma un tremendo cooler lo ha condannato a una cocente eliminazione. Proprio nel Deuce-to-Seven.

Dario Sammartino

Come si gioca a Deuce-to-Seven

Come abbiamo detto, agli High Stakes Online il Deuce-to-Seven è una delle varianti di poker più giocate. Top player come Alex “AlexOnMoon” Luneau hanno vinto milioni di dollari sfruttando le loro abilità in questo gioco facile da apprendere ma difficile da padroneggiare.

Le regole del 2-7 sono piuttosto semplici: è simile al poker all’italiana, ma vince chi fa il punto più basso. Come nel poker all’italiana, infatti, ogni giocatore riceve cinque carte coperte e può scegliere di sostituirne quante ne vuole. Anche in questo caso non ci sono carte comuni, quindi niente flop, turn e river.

A vincere non è chi compone il punto più alto ma chi ha quello più basso. Partendo dal presupposto che l’Asso vale come carta alta e non come “uno”, il nuts è quindi 2-3-4-5-7 (da qui il nome “deuce to seven”, dal due al sette). Non è 2-3-4-5-6 perché questo punto rappresenta una scala e allo stesso modo, non può essere ad esempio **f2* **f3* **f4* **f5* **f7* perché sarebbe colore.

Un tavolo high stakes di Deuce-to-Seven su Full Tilt Poker

Visto che lo scopo del Deuce-to-Seven è chiudere il punto più debole rispetto alle regole del No-Limit Hold’em, è necessario scartare le carte alte e “rompere” le coppie. Si tratta di una variante con informazioni molto limitate (non essendoci un board), nel quale è fondamentale ricordare quante carte hanno cambiato gli avversari e avere grandi capacità di lettura: in questo gioco cogliere un tell può fare tutta la differenza del mondo (proprio come nel poker all’italiana).

Il Deuce-to-Seven si può giocare in diverse modalità di puntata e struttura. Solitamente si gioca Limit e Triple Draw, ovvero con puntate fisse e la possibilità di cambiare tre volte le proprie carte. Ma è popolare anche la versione No-Limit o Pot-Limit, che solitamente si gioca con un solo draw a disposizione.

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La mano dell’eliminazione di Dario Sammartino nel Big Bet Mixed

Nel caso del torneo di Dario Sammartino, si trattava di una versione meno nota: il Pot-Limit Deuce-to-Seven Triple Draw. Concretamente significa che ogni giocatore può puntare al massimo quello che c’è nel piatto (come nel PLO) e ognuno ha la possibilità di cambiare le sue carte in tre differenti round.

A 10 left, Dario era tra i big stack del torneo. Poi ha trovato sulla sua strada Scott Bohlman, player che prima gli ha tolto il 40% delle chips nel PLO e poi lo ha mandato a casa nel PL 2-7 Triple Draw. La mano dell’eliminazione del nostro connazionale è un vero e proprio cooler, di quelli che fanno male perché a un passo dal final table di un prestigioso evento delle WSOP.

Non conosciamo l’action fin dall’inizio, ma sappiamo che dopo i primi due draw (il cambio delle carte), il pot era di oltre 150.000 chips. Dopo aver cambiato le sue carte, Dario ha fatto check; Bohlman ha puntato 125.000 e “MadGenius” ha pushato per circa 265.000 complessivi.

Bohlman non ha chiamato subito: prima ha chiesto al dealer se il suo avversario fosse ufficialmente all-in, poi si è preso qualche secondo e alla fine ha chiamato. I due giocatori aveva la possibilità di cambiare le carte un’ultima volta ma entrambi hanno fatto “pat“, ovvero hanno scelto di conservare quelle che già avevano.

Allo showdown, Dario ha mostrato un ottimo 2-3-5-6-7 mentre Bohlman ha girato… il nuts. Ovvero 2-3-4-5-7.

WSOP 2018 Dario Sammartino

Dario Sammartino nel Championship di Deuce-to-Seven di pochi giorni fa, con Doyle e Todd Brunson

Slowroll o no?

Subito dopo la mano, un giocatore presente al tavolo ha chiesto a Bohlman perché non avesse snap-callato, insinuando il dubbio che avesse slowrollato Sammartino. Il giocatore americano ha invece risposto prontamente: “Non volevo che cambiasse le carte“.

Cerchiamo di far chiarezza, partendo dal presupposto che lo slowroll è molto improbabile. Ci sono infatti due motivi ben precisi per cui Bohlman non ha chiamato subito. Il primo è un fatto di “metagame“: come riporta il sito delle WSOP, non era certo che Dario avesse dichiarato l’all-in. Considerando la tensione del momento, voleva essere certo di non commettere errori.

C’è poi una questione tecnica: se nel No-Limit Hold’em non chiamare con il nuts significa sempre slowrollare, nel Deuce-to-Seven la questione è ben diversa. C’è infatti la possibilità che entrambi i giocatori abbiano il nuts, perché Dario poteva anche cambiare le carte e ottenere 2-3-4-5-7, ovviamente di semi differenti rispetto alla mano dell’avversario.

Bohlman si è rivelato molto attento e scrupoloso non chiamando subito: se avesse snapcallato, avrebbe fatto capire a Sammartino di avere il punto migliore in assoluto. In quel caso, Sammartino avrebbe potuto basarsi su quella lettura per cambiare il 6 nella speranza di trovare un 4 e chiudere a sua volta il nuts per lo split pot.

Si tratta di una possibilità estremamente remota, perché la mano di Sammartino è così forte da rendere assurdo un cambio del genere. Forse solo se avesse visto personalmente il nuts in mano all’avversario avrebbe rinunciato a un 6 nel disperato tentativo di pescare un 4. Tuttavia era una possibilità e Bohlman ha deciso di prendere tutte le precauzioni del caso. D’altronde, parliamo di un piatto importante a 10 left di un evento delle WSOP…

Uscire con il 3rd nuts a 10 left

Slowroll o no, di certo c’è che quello subito da Dario Sammartino è stato un cooler tremendo. Il pro napoletano ha infatti dovuto rinunciare al sogno di un braccialetto WSOP uscendo dal torneo con la terza mano migliore in assoluto: nel Deuce-to-Seven la mano migliore è 2-3-4-5-7, poi c’è 2-3-4-6-7 e poi il 2-3-5-6-7 che ha condannato il nostro connazionale.

Per Dario è quindi arrivata una decima posizione difficile da digerire, nonostante gli $8.915 incassati… ma visti i progressi fatti nelle varianti di poker, aspettiamoci altri grandi prestazioni da “MadGenius”, ormai a tutti gli effetti un giocatore a 360°.

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