Ban pubblicità. Lottomatica: “valutiamo azione legale ma…”. Stanleybet: “faremo ricorso”. LOGiCO: “pronti al confronto”. Pericolo sanzioni UE

Ban pubblicità: quali saranno le conseguenze sul mercato? Dopo l’annunciata azione legale che presenterà Leo Vegas, con possibile ricorso alla Corte di Giustizia Europea per impugnare il Decreto Dignità, diversi concessionari stanno valutando se dare mandato ai propri legali, in particolare alcune multinazionali straniere sembrano molto decise nel richiedere i danni dopo anni di ingenti investimenti nel mercato italiano.

Fabio Cairoli amministratore delegato di Lottomatica

Ban pubblicità: concessioni “svalutate”

Ci risulta che diversi operatori che hanno partecipato al bando di gara nel 2018 sono intenzionati a rinunciare alla concessione (in particolare quelli appena arrivati sul mercato) e presentare, se vi sono gli estremi, richieste di risarcimento danni, considerando che hanno partecipato alla gara a determinate condizioni legali poi stravolte e resettate dal Decreto Dignità.

I margini legali ci sono come ha evidenziato l’Avvocato Giulio Coraggio.

Fabio Cairoli, l’amministratore delegato di Lottomatica, non ha dubbi che le concessioni varranno in futuro meno: “Se tutto sarà confermato, noi non potremo più raccontare le novità su un prodotto, non potremmo informare il pubblico. Per fare un esempio, negli ultimi anni abbiamo investito molto sul 10eLotto, anche per compensare il calo del Lotto. L’assenza di informazione pubblicitaria si tradurrà in un doppio problema per lo Stato: innanzi tutto caleranno le entrate erariali, in secondo luogo, quando le relative concessioni saranno rimesse a bando, varranno molto meno“. Altro che 700 milioni in meno nei prossimi 3 anni, il buco potrebbe essere molto più esteso.

Probabile procedura d’infrazione dell’UE: ignorata procedura Stand Still

I promotori del Decreto Dignità hanno dichiarato che il ban della pubblicità entrerà subito in vigore, omettendo di rispettare l’obbligo di comunicazione e trasmissione del testo della norma alla Commissione Europea per quanto riguarda la notifica di Stand Still necessaria per ogni intervento che riguarda il gioco online. La procedura permette, entro 3 mesi, agli altri paesi e alla Commissione UE stessa di poter pubblicare delle osservazioni. Per quale motivo non è stata fatta? Non si conoscevano le procedure oppure si teme l’intervento ed il giudizio di altri paesi?

In ogni caso le conseguenze paiono essere gravi con la probabile (come è avvenuto in passato) apertura di una procedura di infrazione e la messa in mora del Governo italiano come avvenne diversi anni fa quando non fu comunicata la normativa sull’oscuramento dei siti non autorizzati. Il Governo dovette, dopo mesi di confronto con le autorità comunitarie, iniziare la procedura da zero e perse più di un anno pur di evitare una salatissima sanzione.

In ogni caso a preoccupare è la tenuta del mercato .it. Cosa faranno i concessionari?

In settimana sono intervenute due società molto influenti nel panorama politico del settore dei giochi: Lottomatica e Stanleybet. Nel dibattito è intervenuta anche l’associazione LOGiCO.

Cairoli (Lottomatica): “valutiamo azione legale ma siamo più propensi al confronto. Mancanza di rispetto del Ministro verso il settore”

Fabio Cairoli, amministratore delegato Lottomatica, ha fatto sapere ad Agipronews che “Prima vogliamo vedere il decreto nella sua forma definitiva poi faremo una valutazione su una possibile impugnazione. La nostra azienda, in generale, non ha una particolare attitudine al contenzioso, quindi analizzeremo prima altre strade, proveremo ad aprire un confronto, ad esempio, nel corso dell’iter parlamentare“.

Una soluzione potrebbe essere quella di vincolare la tassazione sui giochi ad alcuni scopi: “Certo la tassazione di scopo si potrebbe proporre, ma è una partita che deve giocare lo Stato al suo interno, perché per lo Stato è a somma zero. Sarebbe molto bello se ci fosse, ma dovremmo avere possibilità discutere, confrontarci, sederci a un tavolo con persone che al momento nemmeno hanno rispetto per queste aziende. Al momento dal Ministro del lavoro c’è mancanza di rispetto per questo settore”.

Lottomatica è tra i primi contribuenti italiani. “Slot non colpite dal ban della pubblicità”

Lottomatica è una delle multinazionali italiane che versa allo Stato quasi 4 miliardi di euro l’anno. Per il Sole 24 Ore è una delle principali fonti per l’erario: “Lottomatica è tra i primi contribuenti italiani se non forse il primo. L’utile erariale generato dalle attività di gioco gestite da uno dei top leader dei concessionari italiani del gaming nel 2017 ha toccato i 3,8 miliardi di euro su un totale di 10,3 miliardi incassati dall’Erario, pari a circa il 37% del totale delle entrate generate dal gioco legale in Italia”. I dipendenti di Lottomatica sono 1.753.

Cairoli ha dichiarato che “il proibizionismo nel gioco, così come in altri settori, ha come unico effetto diretto il rifiorire del settore in terreni occulti e spesso illegali. Siamo pronti a ridurre l’offerta e a incentivare nuove tecnologie di gioco più gestibile e controllabile”.

L’amministratore delegato non è ottimista: “fare stime sul danno economico provocato dal blocco della pubblicità è difficile, al momento. Posso dire però che nel medio-lungo periodo saranno le lotterie a soffrire inesorabilmente, e l’impatto di questa sofferenza ricadrà anche sull’utile erariale”. Come saranno compensate queste entrate? Sono state messe a copertura? Il rischio grosso per gli italiani è quello di ritrovarsi tra qualche anno, altre tasse extra da pagare.

Il manager italiano fa un’analisi sui danni del ban della pubblicità: “Le slot, peraltro colpite di recente da un processo di riduzione, non subiranno ripercussioni dallo stop pubblicitario. E questo crea una situazione un po’ strana, perché lo stop pubblicitario non incide proprio su quella che è stata indicata come la parte più “critica” del comparto. Un certo impatto lo subirà il settore online, sul quale si dirige circa il 30% degli investimenti, ma in questo caso il danno per lo Stato è relativo, perché le aliquote erariali dei giochi in rete sono più modeste. Ripeto, i problemi maggiori riguardano le lotterie“.

Cairoli: “azionisti potrebbero valutare strada dall’estero”

Molto duro Cairoli anche nelle dichiarazioni riportate da Agimeg: ” “La grande preoccupazione è che con proibizionismo in realtà si riporta il settore indietro di anni. Bisognerà vedere quante iniziative verranno prese per il settore. C’è sempre il rischio che qualcuno perda il controllo nel gioco, ma se l’intenzione è solo quella di vietare il gioco in assoluto non si raggiungerà mai l’obiettivo! Serve un dialogo costruttivo senza basarsi solo sugli slogan. Tra l’altro non credo che queste misure creino consenso politico”.

“La nostra azienda ha continuato a investire sia all’estero che nel nostro Paese con la gara dei Gratta e Vinci. Ci auguriamo che alla fine possa prevalere il buonsenso anche se i nostri azionisti potrebbero decidere di investire nel gioco altrove. Negli Usa hanno capito che non aveva senso vietare le scommesse e le hanno legalizzate. Noi siamo disponibili a ragionare su diminuzione offerta di gioco anche a scapito di minori introiti ma nell’ottica di un equilibrio complessivo. Poi nel 2022 faremo le nostre valutazioni su gara scommesse o videolotteries”.

Garrisi (Stanleybet): “decreto incostituzionale, pronti al ricorso”

Giovanni Garrisi

Stanleybet è abituata a vincere le battaglie legali con lo Stato italiano: opera sul terrestre con licenze non italiane ed in forza di diverse sentenze della Corte di Giustizia Europea che ne ha riconosciuto lo status di soggetto discriminato. Il team legale del bookmaker anglo-maltese è uno dei più preparati nel settore e Giovanni Garrisi, Chief Executive Stanleybet Group, è sempre stato molto deciso nel far valere i propri diritti:

Ci siamo fidati dello Stato italiano – dichiara all’agenzia Agimeg – ma a quanto pare la nostra fiducia è stata mal riposta. Abbiamo da poco acquistato una concessione per l’online con il bando proposto da Adm, ma non ci sarà modo di esercitarla visto il divieto della pubblicità inserito nel Decreto Dignità. Per il retail il discorso è diverso visto che la mancanza di pubblicità impatterebbe di meno, ma per l’online di tratta di un provvedimento devastante. Mi auguro quindi che il documento venga modificato in sede di conversione e sarebbe anche facile trovare una soluzione che accontenti tutti, come ad esempio limitare il divieto al puro gioco d’azzardo e non ai giochi di abilità come le scommesse. Se non verrà modificato si tratterà di una violazione del diritto interno e quindi suscettibile di ricorsi di vario tipo“.

Garrisi: “rivogliamo la restituzione dei soldi della concessione più risarcimento danni”

“Se il decreto rimarrà come è attualmente chiederemo prima la restituzione dei soldi della concessione online appena acquistata e poi provvederemo alla richiesta di risarcimento danni con tutti gli strumenti legislativi che ci sono a disposizione. Saremmo tentati anche di una “dimostrazione per assurdo”, cioè che quando si vuole dimostrare qualcosa si fa l’esatto contrario per vedere gli effetti. Potremmo quindi valutare la possibilità di continuare a fare pubblicità e vedere le conseguenze di fronte ai tribunali ed ai diversi gradi di giudizio. Comunque – ha concluso Garrisi a Fabio Felici – stiamo verificando se il Decreto sulla pubblicità violi la Costituzione ed in questo caso siamo pronti a chiedere l’intervento del Presidente della Repubblica Mattarella”.

Marasco (LOGiCO): “la domanda di gioco esiste da sempre a prescindere dalla pubblicità”

Moreno Marasco

Moreno Marasco, presidente di LOGiCO, l’associaizone dei concessionari online, è intervenuto nel dibattito:

“La nostra posizione rispetto al Decreto Dignità, come configurato ora, è chiara: non lo condividiamo nel metodo e nel merito. Riteniamo infatti che con un iter legislativo efficiente e definito, che non abbia carattere d’urgenza, si possa costruire una normativa più efficace, grazie al dialogo fra tutte le parti a totale vantaggio e tutela degli italiani. La “domanda” di gioco esiste da sempre, a prescindere dall’offerta, dai Monopoli e dalla pubblicità.

Nel nostro settore la comunicazione commerciale, regolamentata e riservata esclusivamente a operatori titolari di concessione, ha un ruolo forse non consueto poiché è fondamentale per distinguere gli operatori legali dai player illegali. Non vi è garanzia che questi ultimi abbiano vincoli alla registrazione (col rischio di aprire le porte al gioco minorile), traccino i fondi (con seri rischi a livello di antiriciclaggio), e che non operino con software truccati, con seri rischi per la tutela dei giocatori.

Siamo certamente consapevoli che sia necessario rendere la pubblicità meno invasiva sterilizzandola da toni a volte aggressivi a livello commerciale, ma a tal fine avevamo già avviato un percorso virtuoso. Invito inoltre tutti i Concessionari a rimuovere offerte promozionali aggressive – i bonus -, prestando massima cura soprattutto alla comunicazione televisiva e ad avvalersi in ogni occasione del parere preventivo dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria.

Tutti gli Associati di LOGiCO non solo condividono la preoccupazione per il gioco minorile e per i fenomeni di gioco problematico – derive che le nostre aziende ostacolano da sempre con il supporto delle tecnologie più avanzate – ma vogliono combatterli insieme alle Istituzioni e al Regolatore. Non solo. A nostro avviso serve lavorare congiuntamente e unire gli sforzi sia degli operatori online sia di tutti gli operatori del gioco, includendo anche i rappresentanti di settori che ne sono fortemente toccati come il mondo dello sport e quello dell’editoria. Il nostro intento è quello di promuovere il gioco sicuro e responsabile, senza divieti dalle conseguenze forse non totalmente percepite o sottovalutate, ma migliorando ulteriormente un sistema che è già preso a modello da molti Paesi nel mondo”.

Nuovi concessionari pronti a rinunciare a concessione: si va verso battaglia legale

Il problema del ban della pubblicità riguarda soprattutto i nuovi concesionari che hanno appena partecipato al bando dell’online. In tal caso verrebbe impedito loro di fare impresa e sarebbero discriminati.

Ci risulta che molti siano pronti a rinunciare alla concessione e stiano pianificando una battaglia legale per farsi riconoscere come soggetti discriminati dinanzi alla Corte di Giustizia Europea. In tal caso è facile comprendere quali sarebbero gli effetti sul mercato italiano. Come ha detto Cairoli: “rischiamo di tornare indietro negli anni”.

A Giorgetti delega sulle scommesse

La situazione è parecchio grave e mai come in questo momento sembra essersi rotto il patto di fiducia tra concessionari e Governo. Cosa mai successa in questi anni nei quali il mercato legale italiano è stato preso da modello normativo dagli altri paesi dell’Unione Europea. In ogni caso lo scontro potrebbe avere effetti importanti sia sulla tenuta del mercato che sui conti pubblici.

Se il Ministro Luigi Di Maio anche nella giornata di ieri ha ribadito che il ban della pubblicità non verrà rivisto, il Governo Conte ha dato delega a Giancarlo Giorgetti alla “promozione delle misure per il riordino e il rafforzamento della disciplina delle scommesse sportive”, nonche “per la prevenzione della manipolazione delle relative competizioni”. Un aspetto curioso, considerando che non era mai successo che una delega sui giochi venisse attribuita al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, un ruolo molto delicato. Effetto delle durissime prese di posizione della Lega di Serie A e della Lega Basket?

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