Angle-shooting, polemiche e penalità: Men “The Master” Nguyen fa impazzire tutti al WPT

Tra il 2003 e il 2009, in pieno boom del poker, Men “The Master” Nguyen era senza dubbio uno dei giocatori più attivi e vincenti in circolazione. Il player di origini asiatiche vinse una serie di tornei molto prestigiosi e ricchi ma soprattutto si distinse dalla schiera di poker pro dell’epoca per un modo di stare al tavolo decisamente sopra le righe. Celebre, ad esempio, l’episodio della birra al final table di un torneo WSOP di Stud: di fronte agli ultimi due avversari (Ted Forrest e il compianto Chad Brown), a “The Master” andò di traverso un sorso di birra che sputò quindi sul tavolo, sugli avversari e sul dealer. Tutti la presero molto positivamente ma in altre circostanze Nguyen avrebbe rischiato quanto meno una penalità.

Non si sarebbe trattato certamente della prima volta, né dell’ultima. Men Nguyen è infatti noto anche per svariati tentativi di angle-shooting, la pratica di provare ad ingannare gli avversari sfruttando falle nel regolamento o facendo leva sulla loro scarsa esperienza. L’ultimo spiacevole episodio di questo tipo è avvenuto al WPT Gardens Poker Festival, anche se in realtà dovremmo parlare al plurale visto che in quest’occasione “The Master” ne ha combinate così tante da rischiare persino la squalifica dal torneo.

Un “dispettoso” Men Nguyen al WPT

Come riporta il sito ufficiale del World Poker Tour, “numerose volte durante la giornata, Men Nguyen è stato allontanato dal tavolo dallo staff del torneo per un serie di situazioni controverse“. Prima di scoprire cosa ha fatto, è giusto contestualizzare: siamo in piena bolla del final table del WPT Gardens Poker Festival, un evento da $5.000 di buy-in che ha fatto registrare un’affluenza di 584 iscritti per un montepremi finale di quasi 3 milioni di dollari.

Un torneo molto importante, quindi, con ben $565.055 in palio per il vincitore. Raggiungere il final table in questo caso significa assicurarsi almeno $55.010 e nelle fasi finali erano presenti diversi nomi noti a livello internazionale, top player come Marvin Rettenmaier ad esempio (poi uscito in 18° posizione).

Men Nguyen è riuscito a raggiungere il tavolo finale con il secondo stack più grande del torneo. Un obiettivo che “The Master” ha raggiunto complicando la vita a tutti, avversari e membri dello staffi.

Men Nguyen

Le continue perdite di tempo

Già nella giornata precedente un suo specifico comportamento aveva fatto infuriare numerosi avversari. Trattandosi di un torneo con shot-clock, ogni giocatore ha 30 secondi di tempo per agire. Si può prolungare il tempo a propria disposizione utilizzando una delle “time-extension chips“, che vengono utilizzate automaticamente se un giocatore non fa azione entro i 30 secondi.

Durante la giornata precedente al final table, Men Nguyen ha foldato più volte le sue carte un paio di secondi dopo la fine del tempo a sua disposizione. Secondo il regolamento, quindi, doveva consegnare al dealer una delle sue chips per l’estensione del time-bank ma in ogni singola occasione si è lamentato platealmente di questa circostanza, facendo perdere tempo a tutti.

Per protesta nei confronti di questa regola, il player di origini asiatiche ha iniziato a mescolare tutte le chips del suo stack per fare in modo che fosse impossibile per gli avversari comprendere quanto avesse davanti. Ancora una volta, è dovuto intervenire il tournament director per costringerlo a tenere lo stack ordinato e visibile. Nguyen ha preso anche un warning per questo comportamento.

“The Master” sbaglia appositamente le size

Sul finire di giornata, ha poi iniziato a sbagliare volutamente gli importi dei suoi rilanci, una pratica che può essere tranquillamente catalogata come “angle-shooting”. Sui blind 10.000-20.000, ad esempio, ha annunciato un rilancio a 14.000. Il gioco è stato fermato per l’ennesima volta e il tournament director ha decretato che venisse considerato come un call. Poco dopo, di fronte a un raise a 60.000, Nguyen ha annunciato un rilancio a 38.000 e ha messo di fronte a sé 140.000 in chips. È stato chiamato il floorman che di fronte alle proteste scatenate degli altri giocatori al tavolo, ormai sfiniti dal comportamento del pro 63enne, ha deciso di dargli un giro di penalità.

Cosa ho fatto di male?” ha subito protestato “The Master”. “Non ho fatto niente di male!

Men Nguyen

L’angle-shooting al final table

Al final table la situazione non è migliorata, anzi. Fin dall’inizio è risultato chiaro che Nguyen avrebbe causato problemi, anche perché il suo tavolino era costantemente rifornito di bottiglie di birra che venivano svuotate a grande velocità.

Poco dopo lo start del final table, il player Steve Sung ha rilanciato a 75.000 dal cutoff e ha ricevuto il call di Man Nguyen dal big blind. Sul flop **qj* **pj* **f8* Nguyen ha check/raisato a 215.000 e sul turn **c6* ha puntato 225.000. A questo punto Sung è andato all-in per 435.000 ed Nguyen ha messo in atto l’angle-shooting.

“The Master” ha infatti preso due fiches da 100.000 e le ha messe in mezzo senza dire niente. Sung ha subito girato la sua mano, un tris di Jack. Tutti si sono messi a guardare Nguyen, che è invece rimasto fermo come una statua.

Hai chiamato“, gli ha detto allora Sung. “Ecco perché ho mostrato la mia mano”.

Men “The Master” Nguyen (courtesy WPT)

Io non ho fatto un bel niente“, ha ribattuto Nguyen. Ovviamente Sung si è subito scaldato: “Men, davvero mi stai facendo questo? Ci conosciamo da tanto tempo, non fare queste cazzate con me!” Anche Nguyen ha alzato la voce: “Non ho fatto niente! Volevo puntare 1.000!”, ha detto senza seguire alcuna logica.

Il dealer ha quindi chiamato il floorman, sono state analizzate le immagini delle telecamere e ad Nguyen è stato ovviamente imposto il call. Così ha perso il piatto, permettendo a Sung di double-uppare.

Il final table è ancora in corso mentre stiamo scrivendo ma allo staff del casinò è stato detto di non servire più alcolici a Men Nguyen. The Master non l’ha presa bene ma poi ha deciso di impegnarsi a vincere il torneo e incassare più di mezzo milione di dollari...

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