Matt Affleck analizza per la prima volta la mano brutale contro Jonathan Duhamel

Tutti gli appassionati di poker conoscono bene la mano tra Matt Affleck e Jonathan Duhamel giocata a 15 left nel Main Event WSOP del 2010. In quell’occasione i due chipleader del torneo più ricco dell’anno (all’epoca non esisteva high roller con prima moneta più alta) si scontrarono in monster pot che vedeva Affleck al 79% sul turn. Al river uscì però uno degli out di Duhamel e il povero Matt non poté far altro che abbandonare il tavolo tra lacrime e frustrazione.

Sono passati otto anni da quella mano e per la prima volta Affleck ha deciso di parlarne pubblicamente, analizzandola dal preflop al tremendo scoppio al river. Ecco tutte le emozioni provate dall’allora giovanissimo pro. Lo ha fatto in un mini-documentario di PokerCentral.

Quel problema alla vista di cui nessuno era a conoscenza…

Prima di parlare della mano, Affleck racconta qual era la sua situazione personale durante il Main Event del 2010.

“Mi ero appena laureato in finanza all’università di Washington. Era il 2010, eravamo nel pieno della crisi economica e c’erano 1.000 miei coetanei che si proponevano per un singolo posto di lavoro. Nel frattempo io ero alle WSOP per il mio primo anno da professionista. Nella late stage c’era tanta attenzione mediatica ed ero molto testo”.

La tensione era così alta che il giorno prima del Day 7, Matt perse i suoi occhiali da vista.

Matt Affleck a Las Vegas, in tempi recenti

“La notte prima avevo rilasciato un’intervista e avevo dimenticato i miei occhiali sulla scrivania. Non li avevo più trovati, quindi mi presentavo all’ultima giornata prima del final table senza occhiali da vista. Potevo a malapena vedere che carte avevo, figuriamoci il flop. Nel giorno più importante della mia carriera di poker pro non sarei riuscito nemmeno a distinguere un 8 da un 6 o le carte a fiori da quelle a picche”.

Un problema non da poco, che Affleck non rese pubblico per evitare di aiutare i suoi avversari. Nonostante il leggero handicap, comunque, il Day 7 andò alla grande. Almeno fino a quella maledetta mano…

Matt Affleck: “Ero nella posizione di vincere 8 milioni di dollari e cambiare per sempre la mia vita”

“A 15 players left ero in una posizione eccellente per centrare il final table e giocare per il braccialetto a novembre. Ero secondo in chips e in posizione sull’unico giocatore con uno stack più grande del mio. Soprattutto, avevo la possibilità di dettare l’azione al tavolo”.

Quando Duhamel apre il gioco e Affleck spilla A-A, sembra troppo bello per essere vero.

“Ho quasi dato un tell quando ho spillato A-A, era irreale quante ottime mani stessi ricevendo nel momento più importante della mia carriera. In più ero sul bottone. A quel punto speravo davvero che qualcuno commettesse un grande errore contro di me. Il primo posto era di 8 milioni di dollari, una cifra per cui ti sistemi per il resto della tua vita“.

Preflop: raise, 3-bet, 4-bet e call

Ripercorrendo velocemente l’action preflop, Duhamel rilancia a 570.000 con **cj* *fj*, Affleck 3-betta dal bottone con **pa* **fa* fino a 1.55 milioni, foldano tutti e Duhamel 4-betta a 4 milioni. Qui Affleck potrebbe anche andare all-in, ma decide di limitarsi al call. Dal suo punto di vista lo slowplay è la soluzione migliore.

“Ci sono un paio di ragioni per cui ho deciso di fare solo call. La prima è che Duhamel punterà altri 4 milioni sul flop con una frequenza altissima, indipendentemente dalle carte in mezzo. In secondo luogo, avendo A-A non c’è quasi possibilità che lui possa superarmi sul flop. La mossa migliore qui è slowplayare”.

Flop: check, bet, call

Il flop è **q0* **f9* **c7*, Duhamel fa check e Affleck punta 5 milioni sul pot di 10 milioni. Duhamel fa call.

“Sul flop non ci sono flushdraw, ci sono possibili scale ma non ho alcuna paura di mani che mi siano davanti”, spiega Affleck. “Sul flop Jonathan mi stupisce e fa check, il che mi dice che probabilmente non ha niente. Ci sono 10 milioni in mezzo e punto 5 milioni. Se va all-in, sarò contento di chiamare con la mia coppia di Assi. Se invece si limita al call ci saranno 20 milioni sul turn e andrò all-in su qualsiasi carta“.

Turn: all-in di Affleck e crying-call di Duhamel

Il turn è una **qq*. Duhamel fa check, Affleck va all-in per circa 11 milioni sul pot di 20 milioni e Duhamel chiama.

“Jonathan fa check e sono sicuro di avere la mano migliore. Ciononostante, quando dico “all-in” spero che non chiami subito. Se non chiama entro un secondo, sono certo di essere avanti. A questo punto lui non dice nulla per 5 o 6 minuti e io sono molto felice. Il tempo si dilata, poi effettua il call. È una sorpresa dopo tutto quel tempo“.

Affleck spiega che durante la mano non provò alcuna tensione o paura.

“Uno dei punti di forza più grandi dei migliori poker player al mondo è non considerare le tue chips come soldi ma come soldatini da posizionare sul campo di battaglia. Il poker è un gioco di decisioni strategiche”.

A conti fatti, però, si tratta della mano più grande di sempre per entrambi. Affleck non ci pensò subito, ma solo dopo l’uscita.

“Questa mano è troppo grossa per vederla in questo modo… da sola, vale il corrispettivo di 3.3 milioni di veri dollari. Fino a quel momento il piatto più grande che avessi mai giocato a cash game era di $10.000″.

“Non credevo di poter perdere”

Nell’eccitazione del momento, Affleck non pensava minimamente di poter perdere.

“Pensavo che Duhamel avesse K-K ma in ogni caso ero certo che avrei double-uppato. L’eliminazione non era nemmeno una possibilità nella mia mente. L’anno precedente ero andato deep e mi sembrava che quella fosse una sorta di redenzione per me, potevo finalmente vincere quel torneo. Mi avrebbe cambiato la vita”.

Il river è un 8 che trasforma il 21% di possibilità di vittoria di Jonathan Duhamel nel 100%. Il canadese abbassa la testa, poi fa intravedere un sorriso. Affleck, invece, sgrana gli occhi, si aggrappa con le unghie al tavolo e resta paralizzato per qualche secondo. Poi si accascia, stritola il cappellino con le mani sudate e se lo porta sugli occhi. Quando rialza la faccia, è paonazzo.

Sono andato sotto shock, non avevo gli occhiali con me e mi sono dovuto avvicinare al tavolo per essere certo che fosse un 8. Non potevo crederci. Poi ho capito che ero fuori, era finita. Solo a quel punto mi sono reso conto della grandezza del pot che avevamo giocato”.

Una consapevolezza tremenda. Per Matt Affleck è come un sogno, anzi, un incubo.

“Non sapevo nemmeno se le telecamere mi stessero riprendendo ma in quel momento non mi interessava. Lanciai la bottiglietta di acqua per terra mentre mi chiedevo: ho buttato la più grande opportunità della mia vita? Avevo appena giocato per una quantità di soldi più grande di quanti ne potessi vincere nel resto della ma vita”.

Matt Affleck

Matt Affleck: “Uscire 15° nel Main Event WSOP e vincere $500.000 non è la cosa peggiore”

Oggi sono passati otto anni da quello scoppio indimenticabile e tremendo. Affleck ha imparato ad accettare quella situazione e anche a prenderla con filosofia.

“Se avessi vinto il torneo per 8 milioni di dollari così giovane, non avrei più avuto alcuno stimolo. Probabilmente non avrei giocato con la determinazione che ho oggi. Eccomi qui, invece, otto anni dopo, che gioco ancora a poker per guadagnarmi da vivere. Alla fine ho chiuso in 15° posizione nel Main Event WSOP per $500.000. Forse non è la cosa peggiore che possa succederti…”

CONTINUA A LEGGERE