Quando un pregiudizio ti costa caro: Phil Galfond analizza il mega bluff subito da Bill Klein

Conoscere il proprio avversario è un aspetto cruciale e incredibilmente sottovalutato nel poker. Tanti giocatori ragionano infatti solo sulla propria mano, sui range, sulla strategia perfetta, senza prendere in considerazione la persona che si trovano davanti. Spesso danno per scontato che un avversario abbia un certo stile di gioco basandosi sul suo sesso, sulla sua età, sul suo modo di carattere o sul suo abbigliamento.

In realtà non bisognerebbe mai dare niente per scontato, una lezione che si impara solo dopo aver trascorso tante ore ai tavoli. Lo stesso Phil Galfond quando iniziò a giocare partite high stakes live se ne rese conto a caro prezzo: in una mano di diversi anni fa ad High Stakes Poker prese una decisione basandosi fortemente su un pregiudizio infondato e finì per essere bluffato clamorosamente.

Il pregiudizio del giovane Galfond

“Era la prima volta in cui giocavo contro Bill”, ha detto in un’analisi postata sul canale YouTube di Joe Ingram. “Ci avrei giocato un sacco da quel momento in poi ma all’epoca non lo conoscevo. La mia immagine era chiara: ero il ragazzino dell’online iper-aggressivo. Effettivamente stavo giocando un sacco di mani perché i giocatori non 3-bettavano molto e over-foldavano”.

Poi Galfond parla dell’immagine che aveva il suo avversario, ammettendo il pregiudizio che aveva all’epoca: un giocatore anziano dev’essere per forza un nitty.

Generalmente se il tuo avversario è anziano è conservativo, gioca solo con mani molto forti e le overplaya per proteggere il punto dagli scoppio. O almeno, questo era ciò che pensavo all’epoca, quando ero un ragazzino dell’online con poca esperienza. In realtà negli anni ho capito che chi si siede al tavolo con $500.000 tutti suoi, quei soldi se li è conquistati nella vita attraverso scelte non conservative. Non diventi milionario senza assumerti dei rischi. Ora so per certo che ogni tanto anche i businessman si inventano giocate e devi aspettartelo. Vanno fuori dagli schemi, rischiano. All’epoca tutto questo non lo sapevo”.

Ecco allora che Galfond giocò la seguente mano partendo da una falsa convinzione: questo businessman milionario dev’essere per forza un nitty, se spinge troppo è perché ha sicuramente un punto.

Phil Galfond

La mano analizzata da Phil Galfond

Preflop

La mano inizia con lo straddle di Klein a $1.600. Galfond apre a $3.500 con **pq* **c0*, Croak chiama con **fa* **fj* e Klein difende con **p0* **p6*.

“Ho rilanciato perché mi aspettavo che i giocatori sui blinds/straddle fossero eccessivamente tight e quindi aprire preflop e c-bettare sul flop era certamente la strategia ottimale. Onestamente a un tavolo del genere, dal cutoff unopened, apro tranquillamente il 50% delle mani“.

Flop

Il flop è **pj* **c9* **p2* e ci sono $11.700 in mezzo. Croak punta $5.500 con la tua top pair-top kicker, Klein rilancia a $17.500 con il progetto di colore, Galfond chiama con la bilaterale e Croak chiama allo stesso modo.

“Come ho detto, all’epoca pensavo che entrambi i miei avversari fossero necessariamente molto tight. Questo tipo di giocatore tende a non rilanciare mai postflop senza avere una mano molto forte, quindi quando Klein rilancia la c-bet di Croak penso che possa avere solo doppia coppia o set“.

Perché chiamare, dunque? Galfond lo spiega così:

Ho delle implied odds troppo buone per non chiamare. Credo sia un call molto facile a dir la verità. Siamo $300.000 deep e posso vincere un piatto enorme se hitto. Inoltre so che lui non folderà facilmente un set o una doppia coppia. Non rilancio perché, come detto, penso che qui abbia un punto molto forte e mi metterebbe ai resti”.

Turn

Il turn è un **fk*, ci sono $64.200 in mezzo e Croak fa check. Klein continua a puntare, stavolta $28.000. Phil ha il nuts con la scala e decide di rilanciare senza pensarci due volte, alzando la posta a $67.000. Croak folda e Klein chiama con il progetto di scala (con cui splitterebbe) e quello di colore.

“Lo ammetto: quando ho chiuso la scala ho pensato che potevo vincere un bel piatto da $300.000. Quando Klein punta credo che possa avere quasi esclusivamente un set, perché con una doppia coppia probabilmente farebbe check. Potrebbe avere J-9 ma soprattutto un set”.

Il rilancio di Galfond è molto piccolo, $67.000 su $28.000.

“Non mi piace la size che scelsi, doveva essere più alta non solo perché dovevo comunque proteggermi contro un set ma perché una **pq* o un **q0* poteva uccidermi l’action al river. Avrei dovuto scegliere una size più alta ma devo essere onesto: quando giochi tanto online e poi ti ritrovi in una partita live del genere, non ci pensi molto. Non sei abituato, non ti viene naturale contare le chips. In quel momento non volevo prendermi troppo tempo per pensare alle size perché temevo di poter dare dei tell. Non ero abituato e ho rilanciato piccolo, senza pensarci”.

Phil approfondisce il discorso:

Era la terza volta che giocavo in tv, avevo appena centrato il nuts, ero teso come una corda di violino e giocavo in un pot potenzialmente enorme. Non avevo l’energia di pensare troppo alle chips in mezzo, quindi ho ragionato velocemente: lui ha puntato $28.000, quindi più o meno $25.000. Tre volte quella size fa $75.000 ma non volevo fate 3x, così ho messo in mezzo $67.000″.

River: il bluff di Bill Klein

Il river è un **cj* che accoppia il board e ci sono $198.200 in mezzo. Klein si prende qualche secondo e poi punta $150.000. Phil Galfond folda, venendo quindi clamorosamente bluffato dal suo avversario.

“In base alla mia lettura, lui poteva avere quasi esclusivamente un fullhouse al river. Lo mettevo su un set o su una doppia coppia come J-9 quindi le possibilità che stesse bluffando erano praticamente nulle nella mia testa”.

Anche se è stato bluffato brutalmente, Phil non ha grandi rammarichi. In parte perché ha imparato la lezione: mai dare per scontato lo stile di un giocatore basandosi sull’età. In parte perché non può che ammettere la bravura di Bill Klein.

“Non ho mai considerato il call. Non mi piace prendere decisioni immediate, soprattutto in tv. Non voglio far vedere quanto è facile bluffarmi. Realisticamente non provo alcun imbarazzo per questa mano. Ho sbagliato lettura ma con le scarse informazioni che avevo all’epoca non potevo fare diversamente. Posso solo fare i complimenti a Bill Klein, fa foldare qualsiasi mano a parte K-K“.

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