Cinque errori comuni quando si gioca da fuori posizione

Spesso abbiamo parlato di come avere il vantaggio della posizione sia molto importante nel poker: ma cosa succede quando ci ritroviamo a giocare da fuori posizione? Semplicemente, succede che i giocatori meno esperti commettono dei gravi errori.

Alcuni di questi errori sono talmente radicati che per un giocatore principiante è difficile evitarli. Imparare a capirli può aiutarci a non commetterli, che si tratti di partite cash o di tornei multitavolo. Ecco i cinque più comuni.

 

Fuori posizione

Posizione o no, due assi son sempre due assi!

 

Giocare troppe mani

Prima di tutto, in generale è bene giocare più mani da late position (diciamo da hijack a bottone) e meno mani da early position. Ovviamente questo non significa non giocare mai da UTG o UTG+1, né che dobbiamo farlo solo e soltanto con mani premium.

Ma spesso i giocatori principianti, nella frenesia di voler giocare, tendono a farsi coinvolgere in troppi piatti da fuori posizione, e soprattutto con mani deboli – cosa che tra l’altro porta a commettere altri errori dal post-flop in poi.

Chiamare troppe three-bet

Problema legato strettamente al precedente: tanti giocatori che aprono rilanciando pre-flop poi non riescono a foldare in caso di three-bet da parte di avversari in posizione. A seconda del tipo di avversario che ha controrilanciato, possiamo anche pensare di foldare mani abbastanza forti come una pocket pair media.

Persino fare call a una three-bet con coppia di jack da fuori posizione non è una giocata che nel lungo periodo ci farà guadagnare. Inutile intestardirsi chiamando re-raise da fuori posizione con mani con le quali diventa difficile proseguire, senza aver centrato un flop perfetto.

Giocare troppo passivi

Passando agli errori post-flop, quando si gioca da fuori posizione diventa quasi natural (e a volte persino corretto) diventare più passivi: tanti check e call nel tentativo di controllare il piatto ed evitare di subire un raise che ci farebbe foldare.

Ma troppo spesso chi agisce per primo al flop si adagia su questa passività e non riesce a capire quando è giusto fare giocate più aggressive, tipo la donk bet. Tra l’altro, questa tendenza può portare il giocatore meno esperto a diventare più passivo anche in altri spot, incluse mani in cui invece si trova in posizione.

D’accordo giocare sulla difensiva quando non si ha il vantaggio posizionale, ma se questo diventa il modo di default in cui giochiamo, sarà difficile essere profittevoli.

Non fare check-raise

Sintomo di passività (vedi errore precedente), evitare il check-raise in spot adeguati è un altro errore comune. Che sia fatto con una mano forte o in bluff, il check-raise è sintomo di forza che metterà l’avversario sulla difensiva.

Chi gioca tante mani da fuori posizione spesso non si rende conto di come il check-raise possa essere un mezzo potentissimo per strappare l’iniziativa all’avversario che ha posizione. Quando si gioca una mano da fuori posizione, bisogna essere disposti a fare check-raise e soprattutto essere in grado di capire quando farlo.

Fare troppo check-raise

Come spesso succede nel poker, un estremo è tanto negativo quanto il suo opposto. Fare troppo check-raise da fuori posizione, pensando che sia l’unico modo di gestire la fase post-flop, è altrettanto sbagliato.

In alcuni casi, fare troppo check-raise è solo un’estensione di un mindset troppo loose (o sconsiderato) che incoraggia l’individuo proprio a giocare troppe mani da fuori posizione.

In ogni caso, fare sempre check-raise può diventare un pattern facilmente sfruttabile: gli avversari sapranno di poter fare check-dietro per prendersi una carta gratis, o di puntare forte sapendo che opponent li aiuterà a gonfiare ulteriormente la dimensione del piatto.

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