Il top reg Fabian Quoss si ritira: “Sono grato al poker, ma non ho più le motivazioni per restare ai massimi livelli”

Nel 2014 Fabian Quoss è stato uno dei giocatori di poker più vincenti al mondo, con oltre tre milioni di dollari incassati grazie soprattutto a due successi importanti: la vittoria del prestigioso high roller da $100.000 della PCA e quella di un torneo da 250.000 dollari di Hong Kong a Macao. Dopo un 2015 un po’ sottotono, Quoss si è imposto definitivamente nel 2016 come uno dei regular più forti e preparati ai massimi livelli: in quell’annata ha vinto l’high roller da $100.000 e ha chiuso quarto nel super high roller da $250.000 dell’Aussie Millions (per 1.6 milioni di dollari incassati), poi ha vinto il super high roller da €50.000 dell’EPT Grand Final di Montecarlo per €850.000.

Dal 2017, però, si è sentito parlare sempre meno del tedesco. Mentre iniziavano a venir fuori con prepotenza i nomi di alcuni suoi connazionali (uno su tutti: Steffen Sontheimer), il barbuto poker player di Norimberga spariva lentamente dalle scene. Nel 2017 ha infatti incassato solo $47.000, mentre nel 2018 non ha piazzato nessun risultato.

In tanti si sono quindi chiesti dove fosse finito Fabian Quoss, un giocatore di poker capace di incassare la bellezza di $9.659.598 nei tornei live e improvvisamente lontano assente dai tornei più importanti del mondo. Alla fine, dopo un lungo silenzio, è stato il diretto interessato a rispondere. Annunciando il suo addio al poker.

Fabian Quoss dopo il vittorioso SHR alla PCA 2014. Anche lì festa grande con amici e quotisti

Il ritiro di Fabian Quoss dal poker

“Durante la mia carriera nel poker non ho mai avuto la percezione di essere un personaggio pubblico”, ha scritto sul suo account Instagram. “Ho sempre tenuto i miei pensieri e la mia vita privata per me, quindi non ho mai pensato di dover annunciare la mia uscita dal poker. Ma dal momento che non gioco da un po’ di tempo e molte persone mi hanno chiesto che fine avessi fatto, mi sembra giusto condividere qualche pensiero”.

Quoss ha poi spiegato che essere un regular delle partite più alte al mondo (che siano cash game o MTT poco importa) significa dedicare quasi tutte le proprie energie al poker. Non solo a quello giocato, ovviamente, ma anche allo studio delle strategie, all’analisi delle mani e delle “linee” degli altri reg. Quoss ha citato il bel post di Jason Koon (che avevamo riportato qui) per proseguire:

“Mi ritrovo totalmente nelle parole di Jason Koon: per essere uno dei migliori in un qualsiasi settore, sono necessari tantissimi sacrifici. Dedicare tutta la tua vita a un’unica cosa consuma gran parte delle tua energia, lasciandoti poco tempo per tutto il resto”.

Finalmente 888, la seconda Poker Room online a livello mondiale è arrivata in Italia. Registrati subito! Per te un Bonus immediato di 8 euro senza deposito e Freeroll giornalieri da 5000 euro.

Perfezionismo e mancanza di motivazioni

Pian piano, Quoss arriva alla motivazione alla base del suo ritiro: approcciare il poker come fa un top reg significa vivere quasi esclusivamente in funzione del poker.

“Una caratteristica che ho osservato in molti reg di successo degli high stakes è la capacità di entrare in modalità “tunnel”, ovvero diventare così determinati nel voler raggiungere i propri obiettivi da non dedicarsi a nient’altro. Penso che questa caratteristica sia vista da molti come un pregio, ma a volte diventa anche un’ossessione”.

Per Quoss è andata esattamente così: perfezionista nell’animo e competitivo nell’indole, non riusciva a fare altro che a pensare di migliorarsi ogni giorno come poker player. Ma questo approccio totalizzante (che non ha nulla a che vedere con la ludopatia, è meglio sottolinearlo di questi tempi), tipica di moltissimi personaggi di successo in ogni ambito e non solo nel poker (vedi Elon Musk, che da anni vive quasi esclusivamente per lavorare), è logorante.

Puoi impostare la tua esistenza sui binari del perfezionismo per qualche tempo ma è difficile riuscirci per tutta la vita. Nel caso di Quoss, le motivazioni sono sparite quando ha iniziato a coltivare altre passioni oltre al poker.

“Ci sono tantissime cose su cui possiamo concentrarci, ma per molti di noi la vita deve ruotare intorno a un numero ristretto di cose. Questo è vero per molti ma lo è soprattutto per chi, come me, ha la tendenza a buttarsi con tutto se stesso in qualsiasi attività in cui sceglie di competere. Esplorando altre aeree mi sono reso conto di essere una persona che vuole dedicarsi interamente a una sola cosa per volta“.

“Impossibile, per me, passare dai super high roller ai tornei minori”

Il suo discorso riguarda anche l’ego: dopo essersi sentito uno dei più forti tra i più forti (nei tornei super high roller) non riesce ad accettare di scendere di livello per poter dedicare meno tempo al poker.

“Nel poker, non appena smetti di lavorare sul tuo gioco, noti subito di essere meno competitivo. Certo, non diventi immediatamente un giocatore perdente, e alcuni giocatori preferiscono diminuire l’EV ai tavoli per migliorare l’EV della loro vita. Questo, per una persona con il mio carattere, è impossibile. Dopo aver giocato i super high roller non riuscirei a scendere di livello. Non mi sarebbe possibile a livello mentale. È anche una questione di ego, me ne rendo conto”.

EPT Grand Final Fabian Quoss

Il messaggio di Quoss è chiaro: se non si dedica anima e corpo al poker come ha fatto negli anni passati, non vuole più giocare professionalmente. E visto che oggi ha altre passioni, ha deciso di ritirarsi: “Rispetto tutti quei giocatori che ancora grindano, che sono appassionati al poker al punto di rendere questo gioco la loro missione di vita. Per me, però, dedicare gran parte del mio tempo al poker non è più un’opzione“.

Fabian Quoss: “Ringrazio il poker”

Infine, Quoss ringrazia il poker per tutte le opportunità che gli ha dato:

“Il motivo principale per cui amavo giocare a poker professionalmente era la libertà. Ero il capo di me stesso, viaggiavo per il mondo e incontravo persone straordinarie, facendo qualcosa che mi appassionava. Sono certo che se non avessi trovato il poker non sarei diventato la persona che sono ora. Non sarei stato in grado di vedere tutte le alternative che abbiamo al di fuori delle nostre bolle. Il poker mi ha dato l’opportunità straordinaria di prendere decisioni consapevoli su come spendere il mio tempo. Sono così fortunato e grato, perché ho ricevuto molto più di quanto molte persone avranno mai”.

CONTINUA A LEGGERE