Brandon Adams e Jason Koon: “Lo short deck poker è il gioco del futuro”

In questi giorni a Las Vegas è in corso una manifestazione pokeristica dedicata ai tornei high roller (che non possiamo citare per non incorrere in sanzioni visto la fumosa normativa sulla “pubblicità indiretta” contenuta nel Decreto Dignità) che ha attirato molti dei più forti giocatori di poker al mondo. In primis i padroni di casa – gli americani – ma anche tanti noti top reg europei.

La kermesse è arrivata al giro di boa e attualmente vede Brandon Adams assoluto protagonista con tre final table e una vittoria. A tener banco, tuttavia, non è la sua run ma uno dei tornei proposti: il $10.000 di Short Deck Poker.

Come abbiamo già avuto modo di dire più volte, questa nuova variante sta velocemente conquistando il mondo degli high stakes live. L’evento di Short Deck della kermesse di cui sopra, ad esempio, ha totalizzato 55 entries e un montepremi finale di $550.000. È stato vinto da Isaac Haxton per $176.000.

A margine di questo torneo, Remko Rinkema di Pokercentral.com ha parlato con alcuni professionisti presenti in sala. Tutti si sono detti entusiasti ma due in particolare hanno parlato con toni molto positivi sul futuro dello Short Deck Poker. Ecco come la pensano Brandon Adams e il fortissimo Jason Koon.

Brandon Adams

Brandon Adams: “Lo Short Deck Poker ti permette di bluffare tanto”

Entrambi i pro americani sono certi che il futuro dello Short Deck sia molto roseo.

Penso che sia un gioco fenomenale“, ha detto senza mezzi termini Brandon Adams. “Spero davvero che prenda piede perché in questa variante si può bluffare tantissimo e io sono convinto che i giochi migliori siano quelli dove ci sono tante possibilità di bluffare. In questi casi devi lottare molto preflop, devi dar battaglia in ogni mano. Questo è ciò che succede nello short deck poker”.

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Se l’action è così forte in questa variante non è solo per l’assenza di tutte le carte da 2 a 5, ma anche perché si gioca quasi sempre senza big blind ma con ante fissa. In questo modo si viene a rivoluzionare la concezione tradizionale del No-Limit Hold’em perché in ogni mano ogni giocatore è costretto ad investire la stessa cifra minima. Per questo motivo è naturale dare battaglia in ogni singolo piatto.

“Lo Short Deck Poker è giocato in un formato ante-only che crea piatti molto grandi e spinge i giocatori a combattere molto fin dal preflop. L’equity di una mano cambia drasticamente a ogni street e quindi è molto facile bluffare e re-bluffare”, conclude Adams.

Jason Koon: “Prenderà piede perché è divertente”

Anche Jason Koon ha parlato con entusiasmo dello Short Deck Poker. Al punto di invocare un evento in questa variante anche ai campionati mondiali di poker.

“Proporre un torneo da $10.000 qui (nella kermesse in corso in questi giorni a Las Vegas che non possiamo citare, ndr) è stata un’ottima idea. Molti giocatori erano venuti per prendere parte agli high roller più alti e hanno potuto investire relativamente poco (per le loro tasche milionarie, ndr) per provare qualcosa di nuovo. Spero che ci sarà un evento di Short Deck anche ai campionati mondiali ma credo che la fascia di buy-in migliore sia quella da $1.500, perché è comunque una novità”.

Partypoker Millions Jason Koon

Jason Koon

Al di là dei discorsi su tornei e buy-in, Jason Koon (che ha giocato tanto a Short Deck nella versione cash game) è convinto che sia il gioco del futuro.

“Credo che questa variante prenderà piede perché è estremamente divertente. Avendo una struttura ante-only, finisci per giocare un sacco di mani. Ci sono tante ragioni per cui è un bel gioco per gamblare. Non credo rimpiazzerà mai il No-Limit Hold’em ma è una variante divertente e permette a molti di sedersi al tavolo e giocare senza grande preparazione tecnica“.

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