Governo: “verso nuova disciplina licenze e distanziometro per slot”. Quale futuro ci attende? Dai circoli ai casinò

Il Governo ha annunciato novità importanti nel settore del gioco in sede di Legge di Bilancio. Ci aspetta un autunno caldo?

Il vicepremier Luigi Di Maio ha fatto sapere che “Il Decreto Dignità ha affrontato solo in parte la questione del gioco d’azzardo. Con la legge di bilancio metteremo mano alla disciplina delle licenze e alla questione della distribuzione delle slot sul territorio”, così riportano le agenzie a margine dell’audizione sulle linee programmatiche, davanti alle Commissioni riunite Attività Produttive, Lavoro e Affari Sociali della Camera.

Innanzitutto sorprende che il Ministro abbia fatto riferimento al termine licenze e non concessioni e già questo aspetto potrebbe essere motivo di un lungo dibattito e di serie riflessioni. E’ stata fatta solo confusione tra i due termini oppure la parola licenza è stata pronunciata non in modo casuale? Lo scopriremo presto con le prime bozze della legge di Bilancio.

Fine del sistema concessorio: via alle licenze?

In passato il suo partito, il Movimento 5Stelle, aveva proposto l’abolizione delle concessioni a favore delle licenze. Conosciamo poi le recenti polemiche del Governo Conte sulla revisione delle concessioni esistenti in tutti i settori.

Da un punto di vista tecnico vi è una differenza importante. Con il termine concessione lo Stato delega l’esercizio di una sua facoltà ad un privato che esercita, in qualche modo, un’attività pubblica, con del limiti ben precisi. In via teoria è però lo Stato medesimo che esercita, attraverso una società privata, un’attività, in questo caso di raccolta di gioco d’azzardo. Vi sono delle differenze importanti tra concessione e licenza anche in merito alle revoche e agli aspetti legali. Ma non sembra questa la sede giusta per approfondire.

In ogni caso sarà importante capire quali saranno le intenzioni del Governo in ambito concessiorio, soprattutto in vista del bando di gara per l’assegnazione dei diritti della raccolta per le scommesse sportive. Gara che dovrebbe – in teoria – vedere la luce il prossimo anno. In ballo c’è un gettito da 10 miliardi di euro all’anno.

Ma prima bisognerà passare da una legge che uniformi la disciplina sulle distanze in tutte le regioni e non solo, la nuova disciplina dovrà riguarda anche altri aspetti come gli orari di apertura.

Il problema con gli enti locali

Gli enti locali, come noto, stanno rivendicando diritti di autonomia regolamentare che però, per legge, dovrebbero ricadere sotto la riserva dello Stato. Ma con il precedente Governo si è erroneamente lasciato fare il bello ed il cattivo tempo a comuni e regioni senza alcuna legittimità. Non si è trovato un effettivo accordo tra Stato e Regioni. Ed ora sembra difficile poter fare un passo indietro.

Di Maio fa riferimento alla “questione della distribuzione delle slot sul territorio” e parla anche di “distanziometri” che riguardano anche le agenzie di scommesse e non solo le sale slot.

Circoli di poker: il disegno legge della Lega Nord

C’è poi la questione dei circoli di poker, con un disegno legge a firma del Ministro Stefani che è ancora in piedi e che punta alla abolizione dei club.  D’altronde è nota da secoli l’avversione della Lega Nord verso queste realtà che sono in piedi grazie alle sentenze della Cassazione: ha iniziato Maroni nel 2008, il Ministro Stefani ha raccolto il testimone padano.

C’è poi l’online: il bando di gara è stato tenuto la scorsa primavera ma la commissione dei Monopoli sta ancora esaminando le domande dei concessionari, con una richiesta di integrazione alle documentazioni già depositate. Ancora non si conosce il termine entro il quale le nuove concessioni saranno operative.

Ban della pubblicità bis

Infine, nonostante il decreto Dignità ed il ban per la pubblicità già approvato e convertito in legge, il Movimento 5 Stelle ha presentato una nuova legge sulla pubblicità dei giochi, molto simile alla precedente, a firma del senatore Giovanni Endrizzi (M5S) dal titolo “Introduzione del divieto di pubblicità per i giochi con vincite in denaro” . L’esame del testo di legge è stato assegnato alla commissione Finanze e Tesoro del Senato. Ma il mondo dello sport preannuncia già battaglie legali e non solo cruente.

I casinò italiani: la querelle dei fondi regionali di Saint Vincent

Di sicuro in questo clima non favorevole intorno all’azzardo non ne beneficiano neanche i casinò autorizzati che hanno vissuto un 2018 tutt’altro che semplice: Campione è fallito, Sanremo e Venezia (sul destino però della sala da gioco veneta pende il referendum di Mestre) provano a rialzarsi da crisi profonde e sono noti da mesi i problemi a Saint Vincent con la disputa sull’utilizzo dei fondi regionali-pubblici con la Procura che ha chiuso le indagini ed ha ipotizzato danni per 160 miliardi di euro a febbraio.

Per l’edizione di Torino del quotidiano Repubblica la situazione sembra molto grave. Il collegio sindacale ha denunciato: “Niente fondi per i pagamenti di settembre”. La casa da gioco della Val d’Aosta (nodo cruciale per l’economia e soprattutto per l’occupazione nella regione autonoma) è già al centro, come detto, di un’inchiesta su finanziamenti pubblici che ha portato a 21 avvisi di garanzia. Il bilancio al 31 dicembre 2017 si è chiuso con una perdita di 21 milioni e 533.737 euro.

Il futuro in bilico

La speranza è che i dipendenti vengano tutelati nel migliore dei modi e non paghino per gli errori degli amministratori  e dei politici e che la sala da gioco continui a vedere la luce anche per il bene del poker live italiano, considerando che a Venezia le attività ai tavoli sono sospese (non vi è nessuna partita di cash game aperta) mentre a Sanremo dovrebbero essere organizzati tornei low stakes.

Ma i problemi rimangono per tutti. Se l’estate è stata bollente, ci attende un autunno molto caldo su tutti i fronti.

CONTINUA A LEGGERE