Casinò: “Salveremo Campione!” ma scoppia la guerra delle mance, 26 croupier fanno ricorso

Dopo mesi di silenzio, il Governo ha fatto sapere che vuole salvare il Casinò di Campione d’Italia. Al momento si rimane solo a livello di dichiarazioni, non si conoscono i dettagli del piano di “salvataggio” dopo la dichiarazione di fallimento. In una nota stampa, a seguito di una riunione tra esponenti del Viminale e del Ministero dell’Economia, l’Esecutivo ha fatto sapere: “nelle ultime ore si è riunito il tavolo di lavoro tra il Viminale e il ministero dell’Economia. L’obiettivo del governo, in attesa di un riordino complessivo delle case da gioco, è trovare una soluzione per garantire la sopravvivenza del Casinò di Campione”.

La Corte dei Conti indaga: il debito è di €132 milioni

Solo dichiarazioni o c’è qualcosa di più? Lo scopriremo nei prossimi mesi. Nel frattempo si cerca una soluzione per i 482 dipendenti che stanno per essere raggiunti dal licenziamento. Inoltre il Comune è in dissesto finanziario ma la situazione è molto delicata, serve un piano di azione serio e non parole.

La Corte dei Conti ha aperto un procedimento secondo Agipronews ed avrebbe ravvisato: “Criticità significative nella gestione finanziaria dell’ente, sintetizzabili in una situazione di illiquidità di dimensioni imponenti”. Il debito è enorme: 132 milioni di euro (42 spettano al Comune di Campione) secondo i commissari liquidatori.

La guerra delle mance finisce in tribunale

Nel frattempo a Campione è scoppiata la “guerra delle mance” ed il 4 ottobre l’antipatica querelle è finita davanti al Giudice del Lavoro di Como. Vi è una disputa aperta proprio sui regali lasciati dai clienti ai dipendenti.

A promuovere il ricorso sono stati 26 ex croupier assunti con contratto part-time che contestano il modo di ripartizione delle mance. Chiamati in causa altri 131 dipendenti assunti con contratto full time. In ballo c’è un’enormità di denaro.

Si contestano le mance percepite dai dipendenti full time dal 2006 ad oggi. Pensate che solo nel 2015 i croupier avevano incassato 3 milioni e 600mila franchi svizzeri. Secondo accordi, il 50% di questo denaro finiva alla casa da gioco e l’altra metà ai dipendenti che se le spartivano in proporzione.

Discriminazione per 26 croupier part-time?

I dipendenti full time avevano diritto ad una suddivisione che veniva calcolata sui 365 giorni di lavoro comprensivi di riposi, ferie e malattie. Chi aveva contratto part-time il calcolo veniva fatto su circa 160 giorni (il 60%). Ben 26 croupier però hanno presentato ricorso al Giudice del Lavoro rivendicando l’applicazione dello stesso criterio degli altri dealer, quindi con l’inclusione anche delle ferie. Di fatto quindi il calcolo, se dovesse passare questa linea, dovrebbe essere effettuato su una base di 220 giorni e non 160. In poche parole si sentono discriminati: ad i dipendenti full time avevano diritto a percepire le mance anche durante ferie, malattie e riposi mentre ai part-time no? Da qui è partito il ricorso dei 26 croupier contro i 131 colleghi.

Per il quotidiano Il Giorno, gli avvocati difensori Alessandro Mogavero, Gerardo Spinelli e Alvin Costantino nella loro memoria hanno così sostenuto che la loro posizione non può essere equiparata a quella dei croupiers.

 

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