“Rounders” il film: ecco tre mani rivelate (e mai viste al cinema)!

Alcuni mesi fa la superstar del cinema hollywoodiano, Matt Demon, ha dichiarato che un Rounders 2 non vedrà mai la luce. L’attore – che nella pellicola del 1998 intepretava l’astro nascente del poker high stakes americano, l’indimenticabile Mike McDermott – è stato perentorio: le major del cinema a stelle e strisce non avrebbero alcuna ragione per produrre un film così particolare e lontano dal gusto cinematografico mainstream di oggi, quello che permette di realizzare i grandi incassi al botteghino.

In altre parole, significa che le case di produzione più grandi al mondo non rischiano più, come dimostra l’elevato numero di sequel, prequel e spin-off dei film di maggior successo che affollano il grande (e piccolo) schermo.

Schermata 2019-02-28 alle 16.19.04.png

Insomma, per tutti coloro che – come chi scrive – amano il connubio cinema-poker, l’astinenza è destinata a continuare. E non ce ne abbiano i produttori, i registi e gli attori dei film che, dopo Rounders, hanno provato ad affrontare l’argomento. In alcuni casi si tratta di “pellicole” dove il poker giocato è solamente un comprimario (come ad esempio Molly’s Game del 2017 o Runner Runner del 2013); in altri invece ci troviamo di fronte a veri e propri flop, dovuti a sceneggiature quasi inesistenti (come quella di Lucky You, 2007) o atmosfere che non rendono minimamente giustizia al soggetto trattato (questo il caso di High Roller del 2003, film comunque interessante su Stu Ungar, “genio e sregolatezza” del poker).

Eppure il finale di Rounders sarebbe stato perfetto per un sequel: Mike McDermott mentre lascia New York City per recarsi a Las Vegas, all’inseguimento di un sogno chiamato World Series of Poker. E ancora più efficace dopo il 2003, quando realmente un giocatore è riuscito a realizzare il sogno di Mike. Parliamo ovviamente di Chris Moneymaker.

E qui arriva il nostro “mai dire mai”. Due settimane fa Brian Koppelman, co-sceneggiatore di Rounders insieme a David Levien, ha messo a disposizione dei tantissimi fan del film la terza stesura dello script. Non quella definitiva (che comunque è recuperabile in rete), ma una versione che contiene quasi integralmente le scene viste al cinema, con qualche piccola differenza poi eliminata.

Segnali all’orizzonte per un nuovo grande movie pokeristico? E’ presto per dirlo. Ma se è vero che chi si accontenta gode, ecco a voi il nostro easter egg anticipato!

5cardfiction-2-rounders.jpg

MANO #1: TEDDY KGB CRUSHA UN AVVERSARIO

Siamo all’interno del club privatissimo di Teddy KGB (John Malkovich), nei primi minuti del film. Si sta avvicinando l’azione nella quale Mike perderà tutto il suo bankroll nella clamorosa – e ormai iconica – mano contro il russo che però, nella terza versione della sceneggiatura, è anticipata da un’altro scontro al tavolo.

E’ un multiway-pot, su un’apertura a 250 dollari, che comprende sia Malkovich che Demon. Il flop è [2s][Jh][4d]. Un giocatore di nome Irving esce puntando $500 e, dopo il call di un altro player, Teddy KGB rilancia fino a 2.500 dollari. Chiama solo Irving. Il turn è semplicemente chiamato “rag”, una carta ininfluente, sulla quale entrambi scelgono di fare check. Al river invece arriva un [Ah]. A questo punto il russo mette ai resti Irving il quale dichiara di non volersi far rubare da un bluff e mostra [Ax][Ax], set di assi. Purtroppo per lui Teddy, mette in tavola [3d][5s], scala chiusa al river. Il tutto accompagnato dall’avida masticata di un biscotto Oreo: un tell che rivela quando il russo ha un punto forte e che gli sarà fatale nell’ultima mano contro Mike McDermott.

MANO #2: STRAIGHT OVER STRAIGHT PER MIKE

Questa mano, invece, è descritta a due terzi della sceneggiatura non definitiva, quando Mike sta cercando di recuperare i 15.000 dollari che “Verme” (Worm, intepretato da Edward Norton) deve restituire a Grama. Siamo al Chersterfield (che nello script è ancora il Mayflower Club) e la partita è il 30$/60$ che si vede nel film. L’azione è presa al turn: [7s][5d][9c][3h]. Mike ha in mano [6s][8d], scala nuts in quel momento, e va in check-raise sul suo avversario di nome Shargel. Call. Il river è un [Kc] che non può cambiare nulla ma la sceneggiatura descrive l’atteggiamento di Mike come se avesse fiutato la possibilità di un’altra scala su quel board. L’azione si ripete, un altro check-raise chiamato e allo showdown, in effetti, Shargel mostra [4x][6x], per una scala inferiore!

MANO #3: MIKE vs… HELLMUTH?

La terza e ultima “chicca” che lo script ci regala è un cambio di protagonista nella scena in cui Mike racconta a Knish di aver battuto Johnny Chan. Nella terza versione, non c’è infatti Chan bensì un altro campione del mondo: Phil Hellmuth.

Il motivo lo spiega lo stesso Koppelman il quale, poco tempo prima, si era seduto al tavolo con “Poker Brat” ad Atlantic City: “Non sono riuscito a batterlo in una mano, ma ne ho giocate tre contro di lui a quel livello ($300/$600, ndr) e ho pensato che sarebbe stato fantastico provare a bluffarlo. Purtroppo, a differenza del protagonista del film, non ne ho avuto il coraggio“.

Nella versione cinematografica, Mike dice a Knish che la mano con la quale ha bluffato Chan era “rag”, due carte insignificanti. Nello script in questione, invece, Mike forbetta Hellmuth preflop con [9x][8x] e riceve il call. Al flop [Kx][Kx][Jx], Hellmuth esce puntado, McDermott rilancia e ottiene il fold dell’avversario.

[9s][8s] sarà invece la mano con la quale il nostro “hero” floppa la scala e chiude i conti con Teddy KGB. Una buona scelta quella di spostare i due suited connectors per il climax finale.

E poco importa se, ancora oggi, non sappiamo cosa avesse il russo.

Gioca anche tu sulla poker room più grande d’Italia!

CONTINUA A LEGGERE