Il successo nel poker? Ecco come si ottiene secondo Liv Boeree, Jason Mercier, Greg Merson e Brian Rast

Come ottenere il successo nel poker? Lo spiega The Pursuit of Poker Success, un libro pubblicato in tutto il mondo poco meno di un anno fa (il 7 giugno 2018) da Lance Bradley, rispettatissimo e pluripremiato giornalista, che racconta il pensiero e la mentalità di alcuni vincitori del leggendario braccialetto WSOP, di qualche campionissimo del World Poker Tour, dei maghi del poker online e degli specialisti di cash game. Del resto, capire come pensano e cosa fanno quelli che sono riusciti a farcela in un gioco tanto meraviglioso quanto complesso, può sicuramente aiutare anche noi.

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Per questo abbiamo deciso di presentarvi qualche estratto dell’opera. Nella fattispecie, un distillato delle interviste fatte a quattro top player assoluti, Liv Boeree, Jason Mercier, Greg Merson e Brian Rast, che rivelano come affrontano le emozioni e gestiscono le fasi più difficili, quelle di tilt.

Cominciamo con l’inglese Liv Boeree, componente del Team PokerStars Pro e vincitrice dell’EPT di Sanremo del 2010 con una prestazione rimasta nella storia.

Calmare la mente e rasserenarla prima di un torneo è una parte fondamentale della vita pokeristica di Liv Boeree. La player britannica l’ha rivista e adattata alle sue esigenze, anche attraverso l’utilizzo della tecnologia.

Cerco di meditare attraverso Calm, un’app che ho sul telefono e mi permette di praticare per cinque, dieci minuti o un quarto d’ora al giorno ritrovando così calma e serenità. Lavoro molto anche su focus e determinazione, due fattori con i quali devo confrontarmi e lottare nel momento in cui mi ritrovo a giocare per 12 ore di fila. In quelle occasioni cerco anche di muovermi, di svolgere in qualche modo una qualche attività fisica: se non lo faccio tendo ad andare in tilt molto facilmente“.

liv-boeree-wcoop.jpgLiv Boeree

Sulla stessa linea di pensiero è anche lo statunitense Jason Mercier, vincitore di cinque braccialetti WSOP e anch’egli trionfatore a Sanremo durante l’EPT del 2008.

Lance Bradley evidenzia come le fasi iniziali della carriera pokeristica di Jason Mercier assomiglino ai primi passi di una persona che, dotata di un forte e innato spirito competitivo, trova il suo campo da gioco. Che nel caso del poker è piuttosto complesso: a fasi di euforia seguivano altre di grande frustrazione per i risultati altalenanti. Questo lungo periodo di incertezza, però, non ha fatto desistere Jason che, da giovanissimo, era stato anche un atleta: il verbo rinunciare decisamente non faceva parte del suo vocabolario.

Una delle cose con cui ho lottato duramente fin dall’inizio sono state le mie emozioni: volevo diventare Supernova, e quando perdevo ero incredibilmente frustrato, spesso in tilt. Eppure volevo cambiare quella situazione. Così, grazie a tantissima disciplina e a un numero infinito di ore passate ai tavoli, sono riuscito ad aggiustare i miei percorsi mentali non corretti: mi son reso conto che per evitare gli errori che rovinano i risultati e vivere di poker avevo bisogno di maggiore equilibrio. Questo è possibile soltanto attraverso la capacità di controllare le emozioni, ed è stato un processo che ho dovuto attraversare da solo. Naturalmente ho dovuto perdere molti buy-in, sbagliare altrettanti all-in e sistemare i buchi fatti sul muro di casa vicino al computer dopo averci lanciato contro qualcosa. Poi, però, mi sono reso conto anche che non potevo più avere reazioni di quel genere“.

jason-mercier-laid-back-v2.jpgJason Mercier

È la volta dello statunitense Greg Merson, vincitore di due braccialetti WSOP.

La vittoria nel Main Event delle WSOP cambia la vita, anche sotto il profilo economico, e ci si potrebbe accontentare. Greg Merson, invece, anche dopo un successo di quella portata non si è mai fermato. Semplicemente è uno che ama il poker, e la sua passione non è mai stata spinta solo dal desiderio di vincere denaro. Al contratio, lo ha aiutato a lavorare sui punti di debolezza, che sono in parte gli stessi che tanti altri giocatori condividono.

Non si tratta solo di risultati economici, perché questi cambiano continuamente, ad esempio in base alla location e al torneo. In generale, il guadagno è fuori dal nostro controllo. L’obiettivo è cercare di trasformarsi in una specie di robot, perché è fondamentale non andare in tilt. Personalmente ho passato 12 anni della mia vita cercando di raggiungere uno stato che mi permettesse di stare seduto al tavolo senza provare emozioni. È quasi impossibile riuscirci, dato che siamo esseri umani e quindi è assolutamente nella norma qualche picco emotivo quando si gioca. In ogni caso, questo ha anche un aspetto positivo: la continua ricerca della perfezione, uno dei fattori che mi motiva di più”.

gdam_greg_merson_day1.jpgGreg Merson 

Chiudiamo questa breve rassegna con un altro giocatore made in Usa, Brian Rast, vincitore in carriera di tre braccialetti WSOP.

Nonostante le leggende metropolitane, sono pochi i giocatori vincenti da subito. Per un semplice motivo: ci vuole tempo e studio per imparare ed eccellere. A questo proposito, Rast dice che è proprio durante i primi anni con le carte che i giocatori hanno bisogno di capire che genere di errori commettono e, soprattutto, come superarli: se il giocatore saprà ammettere e riconoscere questa verità, potrà predisporsi a imparare e, alla fine, gestire meglio e più velocemente la sua evoluzione.

Quando le persone iniziano a giocare a poker cominciano a sperimentare tanti alti e bassi: vinci, perdi, ti arrabbi, ti capita qualche colpo di fortuna oppure di incredibile sfortuna. E non puoi far altro che confrontarti con la realtà, cioè capire che gran parte di quello che succede è fuori dal tuo controllo. Quello che però è possibile fare è concentrare il focus solo e soltanto sulla capacità di giocare al meglio. In sostanza si tratta di un perpetuo work in progress, in particolare nei primi cinque anni di gioco. Una delle più grandi mancanze che hanno i giocatori, anche quelli che sono sulla strada per diventare grandi giocatori, è che una volta che le cose si mettono male cominciano ad andare in tilt, il che va a incidere immediatamente sul loro tasso di successo. Superare questo scoglio è un processo graduale e, personalmente, credo di esserci riuscito. Non sto dicendo che i momenti di tilt non mi capitino più; ora, però, so riconoscere quando mi ritrovo in questa condizione, ed è uno step importantissimo. Comincia a chiederti: come affronterò quei momenti? Qual è la ragione per cui più spesso vado in tilt? Come lo affronto? Ho un piano d’azione per superarlo?

Grand Finale-LAPT-BSOP-MILLION-2015-8687-thumb-450x300-276562.jpgBrian Rast

Vuoi saperne di più? The Pursuit of Poker Success è disponibile in tre formati (edizione cartacea economica, e-book digitale e audiolibro) su D&B Poker, la casa editrice leader nel poker creata da Dan Addelman e Byron Jacobs 15 anni fa, nel pieno del boom dell’online. Tra gli altri, vanta libri firmati da Phil Hellmuth, Jonathan Little , Mike Sexton, Chris Moorman, Lance Bradley, Alexander Fitzgerald, la Dr. Patricia Cardner e molti altri ancora.

Buona lettura!

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