Imparare il 6+ Hold’em: concetti chiave del gioco postflop

Torniamo a parlare di poker short deck o, più precisamente, di 6+ Hold’em, la versione sviluppata da PokerStars per il Texas Hold’em a 36 carte.

Dopo avervi presentato il gioco con le sue regole e analizzato la fase preflop, è tempo ora di introdurre alcuni elementi del gioco postflop che rendono 6+ Hold’em una variante piuttosto diversa dal “classico” Texas Hold’em. Per certi aspetti, potremmo quasi dire che si tratta di un ibrido tra TH e Omaha. Ma procediamo con ordine.

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La regola del 3 e del 6

Una delle prime regole matematiche che si imparano giocando a TH è quella del 2 e del 4. In sostanza, si tratta di un sistema che, con buona approssimazione, trasforma i nostri out in equity, offrendoci una rapida valutazione se sia corretto o meno procedere nella mano. In altre parole, sapendo quante sono le carte che ci faranno chiudere il punto, moltiplichiamo quel numero per 4 quando ci troviamo al flop e per 2 quando siamo al turn. Siamo in flush draw con 9 outs e non c’è altro che ci possa far vincere? Avremo allora – più o meno – 9×4=36% di equity al flop e circa 9×2=18% di equity al turn (entrambi i valori sono calcolati leggermente per difetto).

Nel 6+ Hold’em il sistema si applica ancora, ma il calcolo cambia perché nel mazzo ci sono meno carte. Partiamo subito con un esempio che ci aiuti a capire. Siamo su un progetto di scala bilaterale, quindi abbiamo 8 out a disposizione. Rispetto ad un mazzo con 52 carte, il rapporto tra out e carte “non conosciute” è ora di 8 su 31 al flop e 8 su 30 al turn che, tradotto in percentuale, significa che non chiuderemo la nostra scala il 54% delle volte. Quello che resta a nostro favore è un 46% che, diviso per 8 out, diventa 6. 6, nel 6+ Hold’em, sostituisce la regola del 4 al flop che usiamo nel TH a 52 carte.

Al turn, la probabilità di completare la scala bilaterale diminuisce, come è ovvio che accada. Avremo un 27% totale che, diviso sempre per gli 8 out, ci dà poco più di 3. Con una piccola approssimazione, al turn dovremo quindi moltiplicare x3 i nostri out per ottenere l’equity nella mano.

La regola del 3 e del 6 si applica a qualsiasi altra situazione in cui dobbiamo trasformare gli out in equity. Anche quando siamo in flush draw naturalmente, ma qui conviene subito far notare che la percentuale di successo si riduce al 30% (flop) e 15% (turn) rispetto al mazzo a 52 carte. La ragione è molto semplice: nel 6+ Hold’em le carte di uno stesso seme sono 9 e non 13.

Coppia, doppia coppia e trips sono a rischio

Paragonati al TH classico, alcuni punteggi sono decisamente più a rischio. La ragione è alquanto intuitiva: con un mazzo ridotto, è più facile chiudere punti alti, come scale e fullhouse, così come la probabiltà che al turn o al river si presenti una overcard (un A, un K) rende, per esempio, una coppia di J o Q centrata al flop una combinazione facile da superare. Senza contare l’eventualità di avere un kicker modesto. Vediamo un paio di esempi.

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Immaginiamo di avere [8s][8h] su questo flop: [Jc][Tc][8d]. Giochiamo contro due avversari che parlano prima di noi: puntiamo due terzi del pot per proteggere il set, ma subiamo un check-raise x3 rispetto alla nostra bet. Non è uno spot molto buono in cui trovarsi, perché le combo che battono il nostro set di 8 sono più probabili di quanto pensiamo. L’avversario potrebbe avere un set più alto o aver già completato scala. In questo secondo caso, potremmo sempre contare su un fullhouse al turn ma anche qui possiamo ancora essere battuti: da un colore – che nel 6+ Hold’em è superiore al full – al river, per esempio se oppo avesse [Qc][9c] in mano. La mossa forse più corretta è passare il nostro set al flop, ma si tratta di un fold non facile da trovare, soprattutto se ragioniamo ancora in termini di TH classico.

Accennavamo a problematiche di kicker. Nel 6+ Hold’em, nonostante il gioco 6-handed, non è probabile ricevere dei call preflop da avversari che hanno in mano [Kx][Qx] o [Ax][Qx]. Una nostra apertura con, ad esempio, [Qs][Js] chiamata, potrebbe trovarsi dominata su un flop di questo tipo [Qd][7s][6h], proprio per un problema di kicker.

Con questo non stiamo dicendo che non si debbano giocare mani come quella che abbiamo usato nell’esempio, ma un certo livello di prudenza/pot control nel gioco postflop è necessario, soprattutto quando si agisce fuori posizione.

Un errore che spesso si commette nel passaggio dalle 52 alle 36 carte è quello di overplayare una coppia al flop: questo non fa altro che aumentare le implied odds di connectors e carte suited.

Per mettere a fuoco questi concetti, non c’è niente di meglio di un video di Jamie Staples.

Nel nostro prossimo appuntamento analizzeremo una breve sessione di gioco di 6+ Hold’em che vi ricordiamo è già disponibile in modalità cash game anche su PokerStars.it.

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